di Romeo Castellucci
con Silvia Costa e Sonia Beltran Napoles
musica originale: Scott Gibbons
statica e dinamica: Stephan Duve
Socìetas Raffaello Sanzio
Firenze, Fabbrica Europa, maggio 2007
«Hey Girl!», che fatica vivere Umori viscosi scendono da una massa bianco-rosata adagiata su di un lungo tavolo e la materia rivela il corpo di giovane donna. É un fluire lento, è la metamorfosi di un essere da proteiforme a umano. Il tempo è scandito da violente scariche elettriche, rumori ossessivi, musiche che la ripetitività rende sacrali. E da questa nascita difficile a cavallo del nulla della vita, prende il via Hey Girl! della Socìetas Raffaello Sanzio, uno spettacolo di Romeo Castellucci, una ricerca che fa del gesto materia del pensiero, della mente: la visualizzazione di un mondo interiore che per vivere a contatto con quello esteriore ha bisogno di maschere, meglio le teste di se stessa ogni volta più grandi, che Silvia Costa calza sul corpo esile fino a diventare figura inquietante e grottesca. Ne scaturisce un senso di fatica, la fatica del vivere, del dover apparire che spezza l' armonia interiore. Dal buio emerge una ragazza nera, Sonia Beltran Napoles, le due si incontrano ma non comunicano e se la prima aveva bisogno di teste sempre più grandi per vivere in un mondo di minacce, alla seconda il corpo viene dipinto d' argento per offrirle una corazza: la fragilità femminile si deve travestire mentre uomini spiano e picchiano, mentre spade roventi lasciano impronte di croci, mentre scoppiano vetri e le musiche di Scott Gibbons continuano a lacerare lo spazio. Come tutti gli spettacoli della Raffaello Sanzio anche Hey Girl! si muove lungo geometrie compositive raffinate, tra immagini dal forte impatto e la parola qui diventa un vuoto involucro che non riesce più a comunicare, non c' è più pensiero che diventi emozione per confortare questo universo femminile che sa di vita e di morte che deve attrezzarsi contro il mondo e non per il mondo. Uno spettacolo che racconta, senza voler raccontare, che ammonisce contro la banalità del vivere e che fa prendere coscienza della solitudine di ogni individuo. Tra i suggestivi giochi cromatici di luci in un grande, grigio spazio vuoto, la Societas propone uno spettacolo fluido, lento, morbido e spigoloso che è uno sguardo inquietante che esplora un mondo mentale, e si riconfermano straordinari fabbricanti di immagini, di incubi e di una realtà che, purtroppo, non fatica più a contenerli tanto ne è invasa e impregnata. * * * HEY GIRL! Socìetas Raffaello Sanzio F. Fabbrica Europa Firenze
Magda Poli