di Silvia Zoffoli
regia: Silvia Zoffoli
con Silvia Zoffoli
scene: Leonardo Carrano
disegno luci: Camilla Piccioni
costumi: Maria Grazia Lasagna Mancini
strutture scenografiche: Carlo e Roberto Zoffoli
Produzione Associazione Culturale "Falesia Attiva"
Milano, Teatro Sala Fontana dal 5 marzo al 6 marzo 2015
Argomento singolare quello raccontato da Amalia e basta che porta gli spettatori nei meandri poco conosciuti di un fenomeno non appariscente, ma gravoso per chi ne è affetto: la sordità con il suo doloroso fardello di lotte e fatiche per riuscire a creare un contatto con gli altri onde evitare l'isolamento forzato dettato dal muro di silenzio che una natura poco benevola innalza intorno al soggetto.
Così la nostra protagonista, una giovane inserita come addetta in un museo, si trova a combattere contro la maleducata e superficiale sciatteria di molti che non capiscono e non fanno nessuno sforzo per comprendere e a riflettere sulla sua vita e le sue problematiche. Ripercorre come un diario di guerra le tappe che la vedono ogni giorno vincitrice di battaglie alla ricerca di sé mentre tenta come tutti di superare le proprie fragilità accettandosi e facendosi accettare non solo dagli udenti, ma anche da molti che nelle sue condizioni hanno reagito in modi diversi, lei cui il destino ha riservato prove molto impegnative, ma che si pone in modo originale e unico quale "Amalia e basta".
Uscito dalla sensibile inventiva di Silvia Zoffoli - artista giovane dalla grande delicatezza di sentimenti ancorché preparata, attenta e capace di mettere a frutto le sue precedenti esperienze teatrali di successo - il monologo a più voci pennella con tocchi raffinatamente garbati apprensioni, dolori, frustrazioni, delusioni, rabbie, gioie del crescere, iter scolastico, amicizie, primi palpiti d'amore... di Amalia attraverso l'efficace trovata della dicotomia tra un linguaggio 'normale' della mente che pensa e riflette e quello più faticoso e sofferto appreso attraverso anni di rapporto con la logopedista, figura chiave per la sua vita, che le ha insegnato a comunicare grazie anche alla presenza di protesi: ma quanta fatica... perché i sordi non sono muti, ma come possono ripetere ciò che non sentono?
Una storia che si ascolta volentieri, senza causare stanchezza, tedio o sdolcinature come il racconto di un'amica coraggiosa che vuole vivere trasformando le barriere in ponti e le pareti in porte da cui fare passare la luce delle parole, condividendo la semplicità di un cuore che pulsa e di un'anima che ragiona.
Inserito nella stagione del Teatro Sala Fontana come uno degli spettacoli partecipanti al Premio Sonia Bonacina 2014 (volto a promuovere la drammaturgia al femminile e il lavoro delle donne all'interno del teatro), il validissimo testo e l'ottima interpretazione hanno meritato premi quali nel 2011 il 2° di drammaturgia "Teatro e disabilità" e nel 2012 il 1° di Monologhi "Sipario Autori Italiani" e il 1° quale Testo Teatrale "InediTO Colline di Torino" e nel 2014 risulta Spettacolo vincitore di OFFerta Creativa 2014: riconoscimenti tutti di un valore e di una capacità notevoli, ma soprattutto applauditi da un pubblico folto, entusiasta e grato per la grande, profonda e tenera umanità respirata.
Wanda Castelnuovo