Ritratto scorretto di Matteo Salvini
Uno spettacolo scritto, diretto e interpretato da Andrea Scanzi
Una produzione SEIF- Società Editoriale il Fatto S.p.A.
Teatro Italia – Roma 23 gennaio 2020
Quando una persona gli domandò: “Lei di che si occupa?”, Enrico Vaime – scrittore e umorista fra i maggiori del Novecento – disse: “Di lei”. Risposta più appropriata non si sarebbe potuta dare. Chiunque lavori di intelletto, in ogni campo dell’arte, guarda all’uomo con occhio diverso rispetto alla massa, ritraendolo in quei particolari che ai più restano celati. Per acquisire tale sguardo, occorre indossare quell’occhiale indiscreto di cui parlava Ennio Flaiano. Non ultimo perché la realtà, nella sua ormai divampante paradossalità, è a tal punto comica che per fare satira basta raccontarla nelle sue incongruità. Lezione che Andrea Scanzi ha saputo far sua e che emerge in modo brillante dallo spettacolo Il cazzaro verde.
Il genere praticato dal noto scrittore, drammaturgo e giornalista è quello della stand-up comedy. Sul palco un solo attore. Dietro di lui uno scenario il più possibile essenziale (ciò che conta è quanto verrà narrato al pubblico). L’oggetto del racconto, il più delle volte, è qualcosa di attinente alla realtà contemporanea – sociale, politica, storica, di costume, e così via. Pochi elementi del genere e lo spettacolo è bello e fatto.
A descriverlo così, questo genere teatrale pare essere tra i più semplici. In realtà è il più insidioso che un artista possa scegliere. Non vi sono altri attori con i quali riempire e dividersi la scena. A un solo interprete spetta l’onere di rappresentare – idealmente – un’intera compagnia. In aggiunta a tutto ciò, lo stand-up-comedian deve essere ironico, intelligente, originale e brillante. Ragione per la quale, contravvenendo alla regola canonica dei tre tempi comici, egli ne utilizzerà solo due: il lento e quello rapido. Questo perché la risata deve scaturire da una battuta improvvisa, rapida al punto giusto da lasciare spazio a quella che seguirà.
Le caratteristiche che abbiamo elencato, l’Andrea Scanzi stand-up-comedian non solo le possiede, ma le padroneggia con disinvoltura e consapevolezza. Fin dal suo ingresso in scena, egli non esita a catapultare sul pubblico la sua ironia corrosiva, beffarda, perfida e inclemente contro il leader della Lega Matteo Salvini. La qualità della satira di Scanzi consiste nel non assumere mai la parvenza di caricatura della realtà di cui parla. Sull’esempio di grandi umoristi, suoi ideali maestri, quali: Flaiano, Zavattini, Marchesi, Vaime, Terzoli, Scarnicci, Tarabusi e Verde, egli si limita a tracciare un quadro realistico che, pieno com’è di contraddizioni, inevitabilmente suscita ilarità ma, al contempo, lascia una vaga sensazione di amaro fra il pubblico.
Per certi aspetti è giusto che sia così. Perché Scanzi – parafrasando Samuel Butler – detesta l’inesattezza e poco gli importa della menzogna. Ma, di quest’ultima, ci mostra l’aspetto più deleterio da riconoscere, condannare ed estirpare dai nostri animi.
Lezione, questa, propria dei più raffinati umoristi la cui tradizione Scanzi prosegue nei suoi spettacoli irriverenti ma divertentissimi e godibilissimi.
Pierluigi Pietricola