di Nick Payne
con Margot Sikabonyi ed Alessandro Tiberi
regia Silvio Peroni
produzione del TSA Teatro Stabile d'Abruzzo in collaborazione con Khora.teatro
al teatro Bellini di Casalbuttano, 23 marzo 2014
E' un bel pugno nello stomaco Costellazioni, non è solo una storia d'amore, ma è forse la possibilità — in universi paralleli — di vedere – almeno nella finzione drammaturgica – gli esiti delle nostre scelte. Costellazioni sono le infinite combinazioni di incontri e possibilità, di scelte e conseguenze legate ad un incontro che segnerà un'intera vita, ma anche nel calvario del tumore al cervello. Accettare quell'incontrp è accettare la prospettiva di una malattia, non coltivare quella relazione è salvarsi? Tutte le soluzioni possono coesistere, in universi paralleli e questa coesistenza è raccontata con incisività e spiazzante ripetitività da Costellazioni di Nick Payne. La storia di Marianna e Orlando, lei docente di fisica all'Università di Pisa, lui apicoltore, incontratisi ad una grigliata. E' una storia fatta di possibilità, di ipotesi, è una storia fatta di incontri magari accaduti contemporaneamente, simultaneamente, possibili grazie alla fisica quantistica e alla possibilità che esistano universi paralleli. La scenografia luminosa fa da fondale colorato alla pièce di Nick Payne, Costellazioni che la regia ritmata e fedele di Silvio Peroni srotola con corretta leggibilità, con lo sforzo non da poco di dare ritmo alle ripetizioni necessarie e indispensabili ad un dialogo che cresce pian piano, che si gioca tutto sulle variazioni di toni e sui dettagli che cambiano la prospettiva della narrazione e delle azioni della coppia, oltre che della loro vita. Margot Sikabonyi e Alessandro Tiberi assolvono con il giusto ritmo il dialogo fra i due, segnando il ripetersi dell'azione, accentuandone le variazioni in nome di un volontario e chiaro accompagnare lo spettatore nelle ipotesi possibili di vite identiche e diverse che si compiono o avrebbero potuto compiersi in universi paralleli. Quello che all'inizio può sembrare un racconto di relazione amorosa, uno stralcio di quotidianità a tratti si incupisce con l'intersecarsi della variabile impazzita della malattia, di quelle parole che non escono e dicono di un cancro che lavora inesorabilmente e mangia via l'anima. Un tumore al cervello: questa la diagnosi, un tumore che non dà scampo in un caso, nell'altro un tumore benigno che risolleva la coppia e la giovane docente di fisica. Rabbia e incontenibile gioia, senso di impotenza e voglia di piangere: colori e reazioni alla malattia, gli incroci a cui ci chiama la vita, quegli snodi dell'esistenza che danno una direzione al nostro vivere, un direzione a volte presa con consapevolezza, altre volte subita, come nel caso di una malattia. I due attori sono precisi, partecipi ma anche distaccati, sono Orlando e Marianna, ma anche il racconto di quella storia. Margot Sikabonyi è racconto e presenza, mostra di saper cambiare con chiarezza i toni di una vita che ha la doppia faccia della malattia e della speranza, così pure Alessandro Tiberi riesce a fare da alter ego, da complemento necessario e indispensabile a un rapporto a due confina con le Costellazioni della vita stessa.
Nicola Arrigoni