di Ruggero Cappuccio
regia Nadia Baldi
con Roberto Herlitzka
e con Marina Sorrenti, Franca Abategiovanni, Carmen Barbieri, Giulia Odori, Rossella Pugliese
Musiche Marco Betta, costumi Carlo Poggioli, progetto scena Mariangela Caggiani,
progetto luci Nadia Baldi, acconciature Desirèe Corridoni, progetto videografico Davide Scognamiglio, aiuto regia Iole Salvato
Produzione Teatro segreto
Roma, Teatro Arcobaleno, dal 22 gennaio al 8 febbraio 2015
Herlitzka, un Casanova circondato da manichini femminili
Dal palco una voce intima di aprire una porta. Come se noi in platea fossimo nascosti a origliare dietro a quella porta, il sipario si apre e ci presenta la scena in tutta la sua folle bellezza. Vi è un vecchio morente, abbandonato a se stesso in una camera del castello di Dux, in Boemia: è Giacomo Casanova. In preda al delirio, supplica di essere liberato, convinto di essere stato rinchiuso lì con l'inganno dal conte di Waldestein, di cui è ospite da tredici anni. Ben presto quella stanza in penombra sarà invasa da un coro di bambole animate, echi del passato tornati per tormentarlo fino alla morte. Sono cinque donne agghindate con stecche di balena, corpetti bianchi ed enormi parrucche, che nel corso degli anni hanno rappresentato le varie tappe della sua vita da libertino. Tutte le ha ammaliate, sedotte, per liberarle dalla loro stessa condizione opprimente. Una in particolare gli si rivolge, l'unica donna che non ha potuto avere, ma di cui ovunque riconosce la risata stridula. Lo interroga con aggressività, facendogli riemergere ricordi che lo hanno reso l'uomo che è: gli amori, le serate in teatro, i duelli, la prigionia, la fuga, gli abbandoni, le malattie. Casanova racconta tutto con un misto di orgoglio e vergogna, ma senza mai presentarsi con il proprio nome. Le cinque dame gli girano attorno come in una giostra incantata, diventano la sua ombra danzante, finché non se ne vanno, lasciandolo solo con i suoi tormenti. Solo La Straniera (espressiva Marina Sorrenti) rimane sempre al suo fianco, poiché non può separarsene, non essendo altro che il fantasma della sua giovinezza. Il gentiluomo veneziano è a terra in ginocchio, con il volto coperto dalle mani, e finalmente confessa di essere Casanova, un uomo condannato solo per aver amato incondizionatamente.
Orchestrata perfettamente la regia di Nadia Baldi, a metà tra il barocco e il contemporaneo. L'allestimento scenico, costruito in movimento dagli abiti e dai veli delle interpreti femminili, crea un forte impatto visivo ed è reso ancora più suggestivo dagli effetti prodotti dalle luci colorate e dal tulle calato nel fondale. La drammaturgia di Ruggero Cappuccio, ispirata alle memorie del libertino colorite da una lingua poetica, gira attorno al protagonista. Roberto Herlitzka, nei panni del seduttore per eccellenza, si abbandona completamente alla finzione e lascia che siano le parole a prendersi possesso di lui. È un corpo fragile, che accenna sempre un ultimo ballo, una voce calda e profonda, piena di mille sfaccettature.
Sara Bonci