Roberto Herlitzka
attore sublime
ora recita per altri invisibili lidi
E così anche Roberto Herlitzka esce di scena dopo aver operato una vita sui palcoscenici più prestigiosi del nostro territorio. Molti lo piangono, e noi con loro, per questa inopportuna dipartita, che sa di “colpo di teatro”. Che abbia voluto raggiungere la sua amata moglie, scomparsa di recente, visto l’indifferenza regnante tra noi mortali, orientati solo verso il proprio ego? Non lo sappiamo. Chissà.
Roberto l’ho conosciuto nel 1961, durante le recite di “Tornate a Cristo con paura”, protagonista Tino Carraro nel ruolo di Gesù, prodotto dal Piccolo Teatro di Milano, e andato in scena sul sagrato della chiesa Sant’Ambrogio di Milano, regia testo di Mario Missiroli, scene e costumi di Damiano Damiani. Faceva la parte di un mendicante, avevo saputo che era un pupillo di Orazio Costa Giovangigli, avendolo avuto come allievo all’Accademia Silvio d’Amico. L’ho subito ammirato per come scolpiva la parola, arricchendola di tutti gli orpelli necessari per farla diventare corpo, pietra, offerta allo spettatore.
L’ho seguito nei diversi impegni, lavorando coi più qualificati registi, da Luigi Squarzina a Antonio Calenda, da Orazio Costa a Mario Missiroli, eccetera eccetera, fino a quando, io direttore artistico del Teatro Olimpico di Vicenza, (anni ‘90) lo volli nel ruolo di “Edipo Re” di Sofocle, accompagnato da un cast eccezionale: Franca Nuti, (Giocasta) Mario Scaccia (Creonte e poi Tiresia) Moni Ovadia, (Corifeo che recitava in Greco Antico) e altri di prestigio. Scene e costumi di Danilo Donati, scene di danza di Gillian Whittingham.
In questa mia esperienza di regista ebbi modo di scoprire Herlitzka come uomo e poi la conferma di sublime attore.
Come Uomo mi colpì la sua umiltà, il suo lato umano, l’amore per la sua compagna, la sua disponibilità al colloquio.
Come attore, e tutti lo ricorderanno, mi entusiasmò la sua professionalità, lo scavare dentro ogni battuta, arricchendola di tanti significati.
Caro Roberto, tu hai dato tanto al teatro, al cinema, alla televisione, al doppiaggio, hai raccolto anche tanti premi, una vera vita da attore a tutto tondo, agli spettatori che hanno avuto il piacere di ascoltare il suono della tua voce che dava corpo alla parola, ma il “Sistema Teatro” avrebbe dovuto darti maggiori riconoscimenti, meritate responsabilità nel Teatro Pubblico.
Ora non ti resta che offrire la tua arte, (insieme a tutti gli altri grandi del teatro che in questo periodo di traguardi ci hanno lasciato) alla platea incommensurabile di coloro che non faranno più ritorno tra noi.