di Luigi Pirandello
con Giovanna Rossi, Enrico Dusio, Gianluca Gambino
musiche Carlo Roncaglia, Enrico De Lotto
scene e costumi Carola Fenocchio
luci e fonica Donato Merz Terrameo
grafica Andrea Pagliardi
regia Carlo Roncaglia
ACCADEMIA DEI FOLLI
Debutto nazionale
Torino, Teatro Astra 11 dicembre 2015
Un intreccio piacevole, che passa attraverso la magia dell'etere ed apparenta due generi di spettacolo, la radio ed il teatro, accomunati dalla vetustà. Come se l'allestimento di Accademia dei Folli, dei due atti unici di Pirandello Cecè e La Morsa, inquadrasse i testi in una visione dove si evidenzia la distanza dal tempo, remoto, in cui furono redatti. E' a quell'epoca che i due copioni, qui ricamati, parlano, non al nostro contemporaneo, ma la cornice museale attribuisce un fascino strano alla pièce. In scena accade il contrario dell'attualizzazione, con due situazioni beffarde, ben incarnate, più o meno crudeli e scevre d'amore, nonostante si tratti di un tradimento coniugale con morte annunciata e di un testa a testa tra libertino e maliarda. Non è uno spettacolo usuale o prevedibile, quello concertato e diretto da Carlo Roncaglia. Ed è forse una chiave sana di lettura, che scuote le incrostazioni interpretative e sottolinea il pregio della lingua del Nobel siciliano, la teatralità dei suoi dialoghi sempre sospesi e ripresi, sull'orlo dei tanti dubbi che toccano i personaggi. I due atti unici sono montati ad incastro. Comincia La morsa nella parte sinistra del palcoscenico, si interrompe, si accende una radio nella zona a destra, dove si illumina la stanza di Cecè; la radio annuncia che è appena andata in onda la prima parte de La morsa di Pirandello, poi Cecè la spegne, vive la sua breve commedia e sulla tela che deve calare (da didascalia originale) sull'alcova di Cecè e di Nada, risale la luce a sinistra e si conclude, tragicamente, La morsa, con l'adultera costretta al suicidio dal marito feroce. Però l'intelaiatura di questo fosco dramma è stantia. Solo rimarcandone la distanza, questi fantasmi, ancora, turbano.
Maura Sesia