da GIANMARIA TESTA
regia di Giorgio Gallione
elementi scenografici: Lorenza Gioberti
luci di Andrea Violato
Un ringraziamento a Alessandra Ballerini e Marco Revelli per il loro contributo nella stesura del testo
Produzioni Fuorivia / Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
In collaborazione con Teatro dell’Archivolto
Napoli, Mann 6 dicembre 2019
Non si può assistere allo spettacolo Da questa parte del mare, interpretato da Giuseppe Cederna, senza pensare al film di Gabriele Salvatores Mediterraneo: non solo perché la pellicola Premio Oscar ha regalato all’attore la notorietà presso il grande pubblico, ma soprattutto perché Da questa parte del mare è una rappresentazione quanto mai attuale del mare nostrum; le acque foriere di storie, di destini, protagoniste al cinema nel 1991 e oggi in palcoscenico, sempre grazie all’interprete romano. Certo, cambia il registro, mutano radicalmente i toni: dalla commedia all’italiana, con un manipolo di soldati tutt’altro che valorosi e smarriti su un’isola greca, alla riflessione seria sulla tragedia umanitaria dell’oggi.
Da un centinaio di repliche, Giuseppe Cederna porta in giro lo spettacolo tratto dal libro di Gianmaria Testa: con impegno civile e grande senso di responsabilità, nei confronti dell’opera e del pubblico. La location del Museo Archeologico Nazionale di Napoli – nell’ambito della rassegna “Muse al Museo. Speciale Thalassa”: al MANN, dal 5 all’8 dicembre, spettacoli e musica, attendendo la mostra sulle meraviglie sommerse dal Mediterraneo – conferisce al monologo ulteriore sacralità e magia. Nella sala del Toro Farnese, proprio davanti al gruppo scultoreo che rapì l’attenzione di Ingrid Bergman nel film Viaggio in Italia (di Roberto Rossellini).
Da Questa Parte del Mare è considerato il testamento spirituale di Gianmaria Testa, l’opera arrivata in libreria pochi giorni dopo la prematura scomparsa del cantautore piemontese (30 marzo 2016): rappresenta il racconto che sta dietro alle canzoni dell’album omonimo, una summa delle emozioni e anche un viaggio nella storia e nelle radici di Testa.
Da questa parte del mare parla di flussi e ondate, di lunghi e ostinati viaggi, di fughe, ma soprattutto di radici: di quanto sia vitale e importante restare attaccati a esse. Come una collezione di cartoline dal porto di Lampedusa, da una remota isola greca, da un paese del Nord Italia nel secondo dopoguerra: uno spaccato umano vivo e pulsante, testimonianza delle migrazioni di ieri e di oggi. Le storie di chi ce l’ha fatta, guadagnandosi una seconda possibilità; e anche di chi, invece, non se l’è cavata.
Il libro (con prefazione di Erri De Luca) diventa uno spettacolo teatrale, portato in scena da Giuseppe Cederna, che più volte ha condiviso il palcoscenico con Testa e che, prima di tutto, ha in comune con lui impegno e sensibilità; sentimenti di prossimità all’altro. In scena Cederna è sia la voce di Testa, che quella degli ultimi: la prostituta, l’operaio, il bambino, protagonisti dei quadri in cui lo spettacolo si divide. Intermezzi musicali – le canzoni dello stesso Gianmaria Testa – e frammenti di poesie sono gli “effetti speciali” che fanno brillare il monologo recitato da Giuseppe Cederna, sulla scena minimalista, dove pochi e significativi elementi ruotano intorno a una pozza d’acqua, come uno specchio, al centro.
Giorgio Gallione, altro amico di Gianmaria Testa, cura la regia dello spettacolo, trasponendo le parole dalla pagina scritta alle tavole del palcoscenico. Elementi scenografici di Lorenza Gioberti. Luci di Andrea Violato. Produzione Produzioni Fuorivia e Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale In collaborazione con Teatro dell’Archivolto.
Gianluca Montanino