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È una lista di sopravvivenza, una lista in cui le cose per cui vale la pena vivere sono enumerate, quasi a ribadire la natura preziosa dalla vita stessa. In Every Brilliant Thing (Le cose per cui vale la pena vivere) di Duncan Macmillian il protagonista – interpretato e raccontato da Filippo Nigro – stila dai tempi dell’infanzia un elenco di cose per cui vivere, è un modo per dire a sé stesso e alla madre che tenta più volte il suicidio perché valga la pena stare al mondo. Il testo propone un racconto in cui il narratore esterno intreccia la propria testimonianza con quella del protagonista, in un suggestivo cambio di prospettiva che non permette immedesimazione. Al pubblico – prima dell’inizio dello spettacolo – Fabrizio Arcuri consegna biglietti con scritti oggetti, frasi, considerazioni le più varie che di volta in volta chiamati per numero vengono letti e costituiscono tasselli della lista, una sorta di ancora di salvataggio per quel bimbo che va a trovare la madre in ospedale col papà, dopo l’ennesimo tentativo di suicidio. Filippo Nigro coinvolge alcuni spettatori chiedendo loro di vestire i panni della psicoterapeuta da cui il bimbo è in cura, la fidanzata del protagonista ormai maturo e adulto. Tutto si compie con un ritmo leggero e incalzante, Filippo Nigro e la regia di Fabrizio Arcuri gestiscono la partecipazione del pubblico con mano sicura e potendo far conto su un testo che non sopporta l’improvvisazione, ma offre aperture di partecipazione in tempi e modalità che la drammaturgia fa proprie e ottimizza nel disegno complessivo di un lavoro che fa sorridere e sa affrontare con poetica leggerezza i temi del suicidio e della depressione. Una curiosità: ad un certo punto uno spettatore è chiamato a interpretare insieme a Nigro la scena in cui il protagonista va all’ospedale insieme al padre in visita alla madre. Nigro veste i panni del padre e lo spettatore quelli del protagonista cui è chiesto di chiedere sempre: «perché?». Ne esce un dialogo/monologo fra padre e figlio che fa venire i brividi e che mette nero su bianco - in quel perché reiterato mille volte - la difficoltà di spiegarsi per quale motivo la vita rischi di essere insopportabile, tanto da portare al suicidio. Ma la curiosità sta nella confessione del prescelto a fine recita che racconta di come fosse la seconda volta che vedeva lo spettacolo, la prima nel 2018, nello spettacolo prodotto dal Teatro Due. Anche quella volta fu coinvolto nello stesso ruolo, una coincidenza, uno strano destino e per lo spettatore un raffronto a tu per tu col suicidio che fa venire i brividi. Every Brilliant Thing (Le cose per cui vale la pena vivere) di Duncan Macmillian è un bel lavoro che interroga la platea, che tiene per ritmo e recitazione senza mai mollare e non solo perché rende partecipe il pubblico, ma perché quel dirsi e cercare le cose per cui vale la pena vivere sono un’ancora di salvezza per tutti. Applausi, calorosi e commossi applausi.

Nicola Arrigoni