di Pierre Palmade e Muriel Robin
con Pino Insegno e Alessia Navarro
regia Siddhartha Prestinari
Teatro della Cometa dal 29 gennaio al 16 febbraio 2020
Esistono tantissime tipologie di commedie e modi di fare teatro e che si possono sintetizzare in due grandi categorie: problematico e consolatorio. Le opere che appartengono al primo genere non intendono lasciare lo spettatore in stato di tranquillità. Al contrario, tendono a gettare un alone di ambiguità per smuovere interrogativi dai quali conseguono risposte il più delle volte difficili da individuare. I lavori di tipo consolatorio, invece, hanno come solo scopo quello di tranquillizzare l’animo dello spettatore, donandogli anche una morale di facile adozione per allietare gli spiriti. In tal senso, la commedia Imparare ad amarsi appartiene a quest’ultima tipologia.
La storia è semplicissima: un uomo e una donna si incontrano, si innamorano e decidono di sposarsi. Man mano che la vita coniugale procede, emergono i problemi legati alla convivenza quotidiana. Piccole questioni che, però, divengono via via insopportabili e alle quali ci si rende sempre meno disponibili a cedere (per orgoglio o perché ci si illude sia giusto così). Immediata la decisione di divorziare, pensando che sia la panacea per risolvere tutto. Ma nessuno dei due ex coniugi ha messo nel conto il fatto che sarà difficile immaginare la propria vita senza il partner accanto. Entrambi faticano ad accettare la nuova situazione di solitudine fino, però, a dover ammettere di amarsi ancora, ponendo in giusta disparte orgogli meschini e ridicole ripicche. E quando tutto pare volgere al meglio, ecco che un incidente stradale pone fine alle esistenze degli innamorati che da poco si sono ritrovati, e che si troveranno a continuare la loro vita coniugale in paradiso.
Di questa esile commedia di Pierre Palmade e Muriel Robin, la versione italiana interpretata da Pino Insegno e Alessia Navarra è certamente più comica, divertente e a tratti brillante. Rispetto all’originale, le situazioni in cui si ride sono state rese molto più irriverenti, riprendendo gli schemi che la tipica commedia all’italiana ha sperimentato e consolidato da decenni per far presa sul pubblico. In tale quadro di insieme, tanto Insegno quanto la Navarro si sono trovati a loro agio. Entrambi – Insegno soprattutto – hanno saputo gestire sia la scena che i tempi comici, in special modo nella situazione di dover dialogare con personaggi che il pubblico non vede sul palco ma che la scrittura drammaturgica prevede (in ciò riprendendo – come indicato nel programma di sala – la geniale intuizione di Ionesco ne Le sedie).
Ne è scaturito uno spettacolo divertente, simpatico, godibile e grazioso, senza tempi morti nel procedere dell’azione e che ha regalato agli spettatori de La Cometa qualche ora lieta.
Simpatica l’idea di Insegno di trasformare i ringraziamenti finali in un garbato siparietto comico. La giusta intuizione per riportare una commedia dai toni troppo francesi nella dimensione della farsa comica tipica della tradizione italiana migliore, la cui vetta di eccellenza si è avuta grazie al genio di Peppino De Filippo.
Pierluigi Pietricola