testo e regia: Nicola Bonazzi
interpreti: Maria Casalboni, Andrea Gadda
Prod. ITC. San Lazzaro di Savena-Bologna, ITC Teatro di San Lazzaro 2007
Parte dalla suggestione di una leggenda medioevale Nicola Bonazzi del Teatro dell'Argine, per costruire questa storia un po' grottesca e un po' crudele e tuttavia così drammaticamente reale. A ispirarlo è la vita di santa Liberata, una vergine, salvata da un matrimonio imposto dal miracolo di una fluente barba spuntatale dopo una notte di preghiere e per questo condannata al martirio e quindi alla santità. Ma la Liberata dei nostri giorni è solo una donnetta devota finita nella trappola di un amore profano che presto la trasformerà in una giustiziera a vendicare i soprusi e gli abusi di un maschio psicopatico e violento. Che esercita il suo potere di avventuriero "bello come un attore del cinema" anche sulle due figlie di una prima moglie, uscita di scena non si sa come.
L'autore e regista costruisce un melodramma circense ambientato in Emilia Romagna dove vive Liberata con la sua piccola giostra che guarda il mare Adriatico. Comincia qui l'assedio di Italo, il fascinoso perdigiorno deciso a sposarla per impadronirsi dei terreni della donna. Al suono di un valzer francese e viaggio di nozze a Pennabilli. Comincia qui l'incubo della convivenza con un uomo logorato dall'ambizione di un benessere che non arriverà mai, sadico e stupratore di bambine e con le figlie di lui, vittime e complici di un degrado a cui "l'amore paterno" le ha condannate per sempre. E quando il dramma si sarà consumato con la vendetta di Liberata istigata e aiutata dalle figlie di lui e l'inevitabile martirio e trasfigurazione della donna, per le due bambine, piccoli mostri partoriti dall'abiezione e dall'orrore di un mondo impazzito, non ci sarà salvezza.
È un teatro di forte fisicità questo di Bonazzi, un teatro che parla con i corpi degli attori e nell'uso di una lingua dialettale recupera forza narrativa e una comunicazione ricca di suoni e suggestioni popolari. Per raccontare un martirio contemporaneo di donne umiliate, stuprate, vendute e di figlie abusate dai padri. La scena essenziale e cupa è un semplice sfondo di travi di legno e di catene, a tratti rischiarata dai disegni delle due bambine che illustrano la narrazione. Maria Casalboni nella parte della protagonista esprime con grande temperamento le contraddizioni di Liberata, mentre Andrea Gadda è un efficace e odiosissimo padre padrone.
Titti Danese