di Duncan Macmillian,
traduzione di Matteo Colombo,
regia di Massimiliano Farau,
con Sara Puntignano e Davide Gagliardini,
produzione Fondazione Teatro due di Parma,
Teatro Due, Parma, 20 novembre 2013 (in scena fino al 30 novembre)
Lungs sta per polmoni e stigmatizza un refrain nel lungo racconto di due trentenni: M e W che si invitano vicendevolmente a 'prendere respiro'. Respirare come pausa, come ossigenazione per una vita che è troppo, che è costellata di interrogativi, di scelte da fare, in cui manca appunto l'ossigeno; ma alla fin fine è semplicemente la vita con i suoi ritmi imprevedibili. I due trentenni – interpretati da Sara Putignano e Davide Gagiliardini – sono due ragazzi, meglio giovani adulti come tanti, come i molti che sono seduti in platea. E' una coppia che deve decidere se mettere al mondo un figlio oppure no; e alla fin fine se di due essere uno e se iniziare la vita da adulti che le responsabilità genitoriali e tutto ciò che ne consegue. Paura, mancanza di orizzonte, le parole e i pensieri che si rincorrono. In gioco ci sono il ruolo di genitore, ma anche la consapevolezza di un pianeta che va a rotoli, il lavoro assunto da lui malgrado il sogno di fare il musicista e il dottorato di lei. I due parlano delle grandi problematiche ecologiche, ma anche dell'impegno nel fare la differenziata, nell'usare la bici invece che l'auto, insomma dell'essere brave persone che fanno beneficenza, leggono libri, si informano e si preoccupano del futuro dell'umanità. Intimo e universale, piccolo e grande s'intrecciano, si affiancano, si sostengono o si deprimono a seconda dei momenti. C'è di tutto in Lungs, c'è una scrittura serrata, fatta di parole e gesti, un dialogo a due che ha l'immediatezza della vita, la normalità del quotidiano senza essere banale: la difficoltà della relazione, l'incertezza e la precarietà in cui vivono i giovani di oggi. La perdita del bambino cercato è motivo di rottura fra i due, le loro vite si separano. Poi verrebbe voglia di dire: la vita e l'amore hanno la meglio, malgrado lui sia sul punto di sposarsi, malgrado lei si ostini a dire che non gli perdona quel bacio scambiato con la stagista. Il loro respiro sarà destinato ad essere unico, ad essere una vita passata insieme, riassunta in una serie di battute fulminanti, di flash che accompagnano lo spettatore al tramonto della coppia, alla morte di lui, alla solitudine di lei, all'amore per quella vita passata insieme, un amore che perdura malgrado l'assenza. Frammenti di vita che Lungs di Duncan Macmillian tratteggia, fa dire ai due personaggi con incredibile verità, con un uso calibrato delle parole, con l'adeguata secchezza e l'ironia necessaria. Massimiliano Farau ha lavorato con Sara Putignano e Davide Gagliarini in punta di penna, ha chiesto ai suoi attori di essere, di scordarsi il recitato e di vivere quelle situazioni, quelle parole con normalità, con presenza attiva e vera su ogni tono, su ogni pausa, su una scena azzurra come il cielo, a due o tre metri dal pubblico in un confronto che non ha la mediazione della distanza, così come non c'è distanza generazionale fra i due interpreti e i protagonisti di Lungs. Da tutto ciò fuoriesce uno lavoro teatrale di altissima onestà, di prezioso scrupolo attoriale, di sapere registico al servizio di chi è in scena e di chi assiste. I due protagonisti sono lì concreti, indifesi davanti allo spettatore, appiccicati a una scena azzurra che è tutto cielo, che non fornisce punti di riferimento se non quella porta che alla fine si aprirà per accogliere la morte, la dipartita di lui.... Massimiliano Farau ha lavorato con precisione sulle potenzialità dei due attori, ne ha messo in evidenza i pregi: la naturalezza e ha cercato di smussare le acerbità inevitabili; Farau ha fatto il regista con l'umiltà di un servo di scena e l'effetto finale di portare alla conoscenza dello spettatore un testo bellissimo e un fare teatro che ci parla direttamente, che ci dice di noi, del nostro essere al mondo, dell'inquietudine di questi anni, di una generazione di giovani che non ha futuro e cerca di inventarselo. Sara Putignano e Davide Gagliardini sono in piena sintonia, costruiscono un rapporto che è credibile fin dalle prime battute, Gagliardini nel dialogo è impeccabile per tempi e ritmo, Putignano commuove nel monologo finale di un addio che è conferma d'amore oltre la morte. Fondazione Teatro Due con Lungs ha fatto quello che sempre dovrebbero fare gli stabili – pubblici in primis – promuovere la drammaturgia contemporanea, allevare giovani attori e formarli, dare fiducia a registi intelligenti e alla fine veicolare il teatro come opportunità di condividere pensieri e riflessioni sul nostro presente. Questo con Lungs è accaduto.
Nicola Arrigoni