di Sarah Falanga
con Sarah Falanga (MEDEA), Christian Mirone (GIASONE), Laura Mammone (NUTRICE),
Andrea Adinolfi (CREONTE), Maria Carmela D'Angelo (GLAUCE),
Valerio Gargiulo (PEDAGOGO), Damiano Agresti (EGEO), Marco Gallotti (SERVO)
CORIFEE: Sara Esposito, Giusy Paolillo, Marilia Marciello, Cristina Orrico, Maria Fiore, Valentina Trojer
FIGLI DI MEDEA: Lucia lamberti, Luca Avella
E con Angelo Sepe, Annalisa Di Matteo, Marco Gallotti.
violino Paolo Sullo
produzione Accademia Magna Grecia
Napoli nell'ambito della rassegna Classico Contemporaneo 24 agosto 2017
Il personaggio femminile forse più noto e controverso della tragedia greca rivive in una cornice suggestiva, in sé ricca di storia e cultura. Medeae da Euripide in poi, scritto da Sarah Falanga e prodotto dall'Accademia Magna Grecia, va in scena al Chiostro del Convento di San Domenico Maggiore, Napoli, nell'ambito della rassegna Classico Contemporaneo (diretta da Gianmarco Cesario e Mirko Di Martino). Un adattamento cui tutti gli autori che nei secoli hanno affrontato l'eroina tragica (Euripide, Seneca, Grillparzer, Alvaro, Pasolini, fino a Christa Wolf) contribuiscono in spirito e parola.
Il genitivo latino Medeae si riferisce al viaggio teatrale compiuto dal personaggio, ma soprattutto a quello umano della donna che è nel contempo cittadina esiliata e sposa tradita. La messa in scena non avviene tradizionalmente in palcoscenico, ma tra il pubblico, lungo il corridoio e dai vari angoli del chiostro. Da lì, come cariatidi, interagiscono le corifee (lo spettacolo rispetta in pieno il ruolo originario del coro nella tragedia greca): sette, con esattezza, che sono come sette Medea; diverse, ma accomunate dal dolore. Una sofferenza che si esprime in battute identiche, sovrapposte in leggera differita, così da dare il senso di un delirio disperante.
Il pubblico si volta di continuo, smarrito tra grida e lamenti innalzati da diverse angolazioni. Quand'ecco sul palco apparire lei: la principessa della Colchide e nipote del Sole Medea. La maga dai poteri inarrivabili che per amore di Giasone si imbarca con gli argonauti rinnegando le proprie origini e l'affetto per il padre. Quante volte la donna sarà costretta a rimpiangere quella decisione presa ascoltando il cuore. Il suo Giasone la renderà madre, dandole due creature, ma poi la tradirà e ripudierà, chiedendo in sposa Creusa, la giovane figlia di Creonte, re di Tebe.
Anche allora, nella disperazione più totale, Medea reagisce guidata da una passione cieca, più forte e devastante di ogni altra cosa. La principessa dei barbari, trascinata dal suo uomo nella "civiltà" e poi abbandonata a se stessa, maledice Giasone, Tebe e i suoi sovrani: per questo viene condannata all'esilio insieme ai suoi bambini. A nulla servono lacrime e suppliche: la pena inflitta da Creonte è dura e non si attenua. Allora Medea fa appello ai suoi poteri magici: attinge alle doti esoteriche attraverso cui un tempo, nella Colchide, parlava agli Dei; così prepara dei doni avvelenati (una corona e un mantello) per la giovanissima Creusa e manda i suoi bambini a offrirglieli. La principessa muore sul colpo, al primo tocco di quegli oggetti dannati e con lei suo padre Creonte.
Ma la vendetta di Medea non è ancora compiuta: ella, sanguinaria e drammatica, sceglie di ammazzare i propri figli, prima che possano farlo i tebani. Le sue creature non cadranno per mano dei nemici.
La grandezza di Medea sta nella sua tragicità, così cupa da renderla folle e incomprensibile; l'attualità del personaggio, oltre che nell'amore tradito e spezzato per sempre, risiede nella dolorosa condizione di esule. Una donna senza casa, né famiglia, senza più una terra; un'anima priva ormai di radici o appigli. Medeae da Euripide in poi è uno spettacolo dinamico e vibrante: tutti i protagonisti comunicano con il corpo e i gesti, prima che a voce. Naturalmente, rispetto ai ruoli maschili, a spiccare per intensità sono le donne; perché Medea è la tragedia della femminilità violata. Anche le musiche offrono suggestioni importanti.
Medeae da Euripide in poi è organizzato da Teatro dell'Osso, in collaborazione con Aries Teatro ed Eventi.
Giovanni Luca Montanino