di Andrea Camilleri
Regia: Daniela Ardini
Scene e costumi: Giorgio Panni e Giacomo Rigalza
Interpreti: Pietro Montandon
Produzione: Lunaria Teatro
Genova, Piazza di San Matteo, 3, 5 e 6 luglio 2017
La sezione genovese del XX Festival in una notte d'estate del Lunaria Teatro si è aperto con la rappresentazione di Maruzza Musumeci, per la regia di Daniela Ardini e tratto dall'omonimo romanzo del 2007 di Andrea Camilleri. Il romanzo, che vede presenti più personaggi, è trasposto nello spettacolo in forma di monologo, o meglio di cunto, e con Pietro Montandon unico attore in scena. All'attore sono affidati quindi il ruolo di narratore, del protagonista Gnazio e di tutti i personaggi restanti, compresi quelli femminili. L'elemento chiave della rappresentazione si rivela la capacità di Pietro Montandon di alternare con capacità e grande energia i personaggi che si alternano in questa vicenda epica e popolare. Montandon si dimostra un vero mattatore, capace di riportare in scena gli accenti ironici e poetici del testo camilleriano e, nonostante l'oggettiva difficoltà per quello che è un vero e proprio dispendio fisico, molto rari sono i momenti di cedimento del flusso narrativo. Pietro Montandon riesce a supplire con la fase mimica ed espressiva i passaggi nei quali il testo scenico può farsi maggiormente difficile. Questa caratteristica vira episodicamente in accenti grotteschi che dipingono alcuni personaggi secondari con i tratti di una particolare commedia dell'arte. L'attore in scena si dimostra convincente e ispirato da un testo che sente proprio ed interpreta non solamente parole e gesti dei personaggi ma anche la parte vitale del testo, che ha nella resa del sensuale, emotivo e carnale un aspetto importante. All'attore in scena spetta anche l'interazione con una scenografia quanto mai dinamica e agita come un ulteriore personaggio dello spettacolo. Gli elementi presenti sono la stilizzazione dell'ulivo saraceno, la mula e soprattutto la casa, realizzata come un grande cubo e le quali dimensioni vengono modulate nel corso del testo scenico dall'attore e rimandano, fedelmente al testo originale, all'architettura Bauhaus. Quella che è la casa di Gnazio muta, cresce, cambia prospettiva e infine diventa un supporto per il fondale stellato e quello marino simboli di Cola e Resina, figli primogeniti di Gnazio e Maruzza e incarnazioni degli elementi naturali ai quali appartengono. In questo modo sia la recitazione che l'azione scenica mantengono alto il livello di dinamicità, sorpresa e coinvolgimento. L'epica classica, filtrata dal lessico e l'ironia di Camilleri e la recitazione di questa emozionante drammaturgia popolare viene così in maniera eccezionale rielaborata e offerta sotto una nuova luce. Mirabile la regia di Daniela Ardini e grande successo di pubblico per questa resa scenica di Maruzza Musumeci, apprezzato anche per una soddisfacente adesione al testo camilleriano.
Gabriele Benelli