da Euripide
Drammaturgia: Margherita Rubino
Regia: Daniela Ardini
Interprete: Raffaella Azim
Scene: Giorgio Panni e Giacomo Rigalza
Produzione: Lunaria Teatro
Genova, Piazza San Matteo, 3 e 5 agosto 2023
Medea assolo è stata la sorpresa più gradita della XXVI edizione del Festival in una notte d'estate di Lunaria Teatro, se il termine “sorpresa” è adatto ad una delle opere più famose di Euripide. Di certo è risultata originale la figura di Medea nel momento nel quale è presente da sola in scena ed elabora la gamma di emozioni di questa figura tradita e rabbiosa. Tutto in Medea assolo è sorprendente e vive della maestosa presenza di Raffaella Azim e della ispirata regia di Daniela Ardini. Molte sono le trovate registiche che trasformano un caposaldo della tragedia greca in un monologo molto emozionante. La scenografia dello spettacolo si presenta arricchita di elementi funzionali ed evocativi nel corso della narrazione. Su un tavolo sono collocati bicchieri ed una bottiglia di vino, poi trolley rossi e una struttura che contiene gli elementi che ricordano le capacità magiche di Medea. Al centro della scena un ampio tappeto rosso e un separé dal quale il personaggio di Medea emerge e nel quale ritorna per i cambi di costume. Nulla nella drammaturgia e regia di Medea assolo è lasciato al caso, come ci si aspettava da due artiste della bravura della Azim e della Ardini. Lo spettacolo va oltre una semplice lettura della vicenda di Medea, ma parla al pubblico – specialmente quello femminile, che è attivamente chiamato a svolgere la funzione del complice coro delle donne attiche – e apre ad una riflessione che arriva al nostro presente. Nel monologo di Medea non sono assenti i personaggi che Euripide ha accompagnato a questa forte figura, ma la drammaturgia di Margherita Rubino e la regia di Daniela Ardini li portano in scena nelle parole della protagonista. Il palco è occupato dalla presenza di una eccellente Raffaella Azim, che impersona una Medea straordinaria. Ci appare una protagonista che mostra una ricca gamma di emozioni ed è in lotta con tutte queste, covando e credendo nell'inevitabilità di dover realizzare l'ultima vendetta. Dal momento nel quale Medea – Azim esce dal fondo della scena, il personaggio taglia il fiato del pubblico con le sue parole e le sue espressioni. La disillusione, la follia e la rabbia di Medea emergono dalle battute della interprete e la possiedono ben oltre quella che è bravura di attrice. Il ruolo della moglie di Giasone conserva una certa difficoltà, eppure la Azim riesce a contenerla con grande bravura. Drammaturgia, regia e azione scenica concorrono alla perfetta riuscita di Medea assolo e la qualificano come un’ esperienza teatrale di grande valore. Medea assolo non è infatti unicamente uno spettacolo di qualità, ma suggerisce anche una riflessione senza pregiudizi sul sentimento della rabbia e sul senso di vendetta. Medea, che è stata una donna innamorata, ora tradita (per ragioni di convenienza politica) diventa rabbiosa. Rimane inalterata nella sua figura quella che è stata ed è la passione bruciante e accecante. Il pubblico, rapito da una Medea classica ed attuale, furente e passionale, straziata e straziante, beata della agonia di Glauce e Creonte, che vede l'omicidio dei figli come giusto e misurato con l'offesa patita, è avvolto nelle spire del racconto ed è totalmente vinto. Al termine delle parole finali di Medea, che va ad Atene sul carro del Sole, risuonano le parole di Trenodia di Mina. Gli applausi del pubblico, al termine di questa esperienza teatrale, sono numerosi e meritati. Gabriele Benelli