di/ con Giulia Pizzimenti e Francesca Miranda Rossi – Collettivo le TSC
Luci e scene: Emiliano Curà
Oggetti di scena: Paolo Romanini
Musiche: Chiara Todeschi
Tecnico: Andrea Bartolini
Voce fuoricampo: Gian Marco Pellecchia
insieme a Leonardo Pellecchia e Virginia Zantei
Produzione Solares Fondazione delle Arti – Teatro delle Briciole
Debutto nazionale
Visto a Parma, al Teatro al Parco 29 ottobre 2024
Debutto nazionale a Parma dello spettacolo di fantascienza “Terra!” “Anche le eroine hanno paura?”: la prima parte dello spettacolo “Terra!”, visto al suo debutto nazionale al Teatro al Parco, consiste in un’intervista a Laika, colei che è incaricata di portare con Pandora un insieme di memorie al futuro lontano (lontanissimo: 200.000 anni!), per far conoscere i saperi del mondo nel 2084. Questo l’anno d’ambientazione: uno spettacolo di fantascienza carico però di echi antichi, cominciando proprio da quel nome, Pandora, il cui vaso aveva arrecato dolori all’umanità, conservata solo la speranza. “No”, nessuna paura, risponde l’astronauta, il cui nome è lo stesso della cagnolina dello Sputnik2, 1957, primo essere vivente spedito nello spazio…senza poter tornare!. Segno di uno stesso destino? L’intervistatrice incalza: “E se qualcosa andasse storto?”. Laika ricorda le molte simulazioni e la sua tuta, dai poteri che paiono magici: “Il prototipo T-800 IC1 sarà tutto il mio equipaggio. Grazie a un complesso sistema di alterazione molecolare sarebbe in grado di tenermi in vita persino cinquanta anni” Una dichiarazione che turba, che sembra già prefigurare lo sviluppo della storia. “Terra!” - di /con Giulia Pizzimenti e Francesca Miranda Rossi, eccellente produzione di Briciole Solares per i ragazzi - raccoglie in sé, nella linearità narrativa, elementi di grande interesse su una grande varietà di tematiche, in particolare se sia possibile conservare la propria identità, custodirla, svilupparla, senza la relazione con gli altri. Stimolanti alcuni quesiti: cosa si potrebbe mettere nello scrigno /dono per il futuro? E cosa ciascuno di noi metterebbe di se stesso, come memoria della propria persona? Laika con la sua formidabile tuta spaziale, infilato il casco, sale nella sua postazione: un tappeto elastico permetterà di simulare l’assenza di gravità, facile fare giravolte, balzi improvvisi con leggerezza. Si era mostrata sicura di sé Laika, rivolgendosi al pubblico presente alla rampa di lancio/ agli spettatori teatrali. E così i primi giorni tutto procede secondo i piani, lei disciplinata nel seguire i ritmi della quotidianità programmata. Ma noi sappiamo che Laika aveva avvertito uno strappo emotivo alla partenza: è vero, è di “solo” sei mesi la lontananza dalla terra, ma non è facile far finta di nulla, non sentire il dispiacere di una così lunga separazione dal figlio Simon… con cui è così piacevole fare colazione la mattina, con il pancake preparato insieme…Laika ogni tanto si tocca il taschino, dove si trova qualcosa che le è infinitamente caro. Intanto con tranquillità registra le sue osservazioni: forse al suo ritorno le avrebbero pubblicate. Il viaggio prosegue, intorno a lei tante stelle. Fino al momento stabilito della separazione: avrebbe lanciato Pandora nello spazio - e lei sarebbe finalmente tornata a casa! Aveva già iniziato una lista delle cose che le mancavano… Ma lei, nel compiere un controllo su Pandora, è rimasta lì, su Icarus1, non è salita sul Modulo Motore del rientro. Bloccata definitivamente nello spazio! Anno dieci: il tempo avanza a mucchi di anni. Laika sta invecchiando sola nello spazio. Cosa aveva detto all’inizio, durante l’intervista? Quella tuta poteva garantirle la sopravvivenza fino a cinquanta anni! Ma non è facile. Molte le cose di cui sente l’assenza, anche solo grattarsi il naso! E il cinema, e i boschi, e le strade troppo strette…e Simon naturalmente, “i pancake con lui a colazione”. E si arriva all’anno trenta, con nostalgie struggenti “essere chiamata per nome, essere giovane, credere, credere davvero”. Infine la sintesi di tanta solitudine: “la Terra, mi manca la Terra” - che al cinquantesimo anno apparirà, personificata dalla stessa attrice che interpreta Laika, un doppio in cui rispecchiarsi, “un’allucinazione!”, ne è certa. Pure può dialogare con lei, che apre Pandora e scopre che lei - Terra - ha avuto molti nomi nei molteplici miti che raccontano la sua nascita, tra cui Gaia, che è quello che decide di adottare. Al confine con la morte gli ultimi pensieri con quella creatura così fresca, curiosa. Gaia legge alcuni miti dai libri scoperti in Pandora, questa la parte forse da ridurre. Come in molti racconti di naufragi, ecco un’ultima speranza: Laika vede passare una navicella spaziale. Sarebbe stata tratta in salvo! Una breve illusione. E le domande si moltiplicano: “Cosa resterà di me?”, immaginandosi del tutto scomparsa in quella “magnifica desolazione”. Perché il tempo sta proprio per finire. Laika scende - e balla con Gaia tra le stelle. Anche la Terra ha un suo confine: il sole assorbirà i propri pianeti, che si perderanno in quel tutto di luce e calore. Laika è stremata - ma trova le forze per quel dolce valzer d’affetto con Gaia, che ha scoperto insieme la vita e la morte. “Terra!” è spettacolo di notevoli qualità, dai molti pregi, ricco di elementi affascinanti, capaci di coinvolgere, con temi ricchi, tra scienza ed emotività, trattati con fresca immediatezza, domande su cui è possibile riflettere, magari insieme, tra compagni, in classe. Ma: cosa aveva dunque Laika in quel taschino, toccato più volte come memoria amata? Il dono che le aveva fatto Simon prima che lei partisse…la ricetta del pancake! Valeria Ottolenghi
Emozionante, coinvolgente di/ con Giulia Pizzimenti e Francesca Miranda Rossi
Produzione Briciole Solares, su solitudine, nostalgia, senso della vita e della morte