di Giovanni Ortoleva e Riccardo Baudino
liberamente ispirato a “Il cavaliere inesistente” di Italo Calvino
con Valentina Picello
musiche Pietro Guarracino
movimenti a cura di Anna Manella
luci Davide Bellavia
produzione Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse di Genova
Fondazione Merz, Torino, sabato 2 novembre 2024
Un lampo di intensa luminosità, repentino nel suo manifestarsi per subito dopo sparire, è quanto rimane allo spettatore di Pagina, monologo di Giovanni Ortoleva e Riccardo Baudino, in scena alla Fondazione Merz per il Festival delle Colline Torinesi, affidato all’eccellente Valentina Picello nei panni di quella suor Teodora che ne Il Cavaliere inesistente di Italo Calvino è voce narrante di situazioni e personaggi fantastici. Chi però pensa che l’elaborazione a quattro mani diretta da Ortoleva sia la mera trasposizione delle pagine calviniane, errore più grosso non potrebbe compiere se è vero che, nell’intensa prova d’attrice di non più di quaranta minuti, il romanzo scritto nel 1959 altro non risulta se non pretesto per un’accorata riflessione sulla scrittura intesa come missione da perseguire e coltivare: giocando su una drammaturgia sensoriale fatta di calde luci colorate, al pari di suoni anch’essi all’improvviso udibili per poco dopo svanire, la magnetica Picello “abita” lo spazio scenico pensato come un libro aperto, pagine bianche che il racconto riempie di immagini salvo poi subito cancellarsi simboleggiando, proprio come la non esistenza del tanto celebrato Cavaliere, l’intangibilità della parola: a giochi fatti è proprio lei, cellula fondante la comunicazione scritta e parlata la cui affannosa ricerca va di pari passo alla sua improvvisa sparizione, la protagonista assoluta di un’esperienza immersiva, onirico itinerario per ritrarre l’appassionato rapporto di Calvino con la scrittura, unico possibile grimaldello per scardinare i segreti e rappresentare la bellezza del creato. Solo chi ha provato a scrivere, sembrano suggerirci autori ed interprete di Pagina, può immedesimarsi nella figura dello scrittore, entità capace di dar forma a ciò che crea, anche per assurdo a un Cavaliere “inesistente”, per quanto consapevole della provvisorietà di un mondo destinato ad evaporare, precipitando chi lo ha abitato nel buco nero della desolazione. Roberto Canavesi