di: Harald Mueller
Regia: Daniela Ardini
Interpreti: Francesco Patanè, Alessio Zirulìa, Rita Castaldo e Paolo Portesine
Musiche eseguite dal vivo: Giorgio Neri e Alessio Panni
Scene: Giorgio Panni e Giacomo Rigalza
Visual: Scuola Chiavarese del Fumetto – Stefano Gualtieri e Luca Nasciuti
Dramaturg: Michaela Bürger
Produzione: Lunaria Teatro
Genova, Piazza San Matteo, 14 e 15 luglio 2023
Il fortunato Festival in una notte d'estate di Lunaria Teatro conferma anche in questa edizione, giunta al XXVI anno, una sapiente offerta ad un pubblico sempre più affezionato. Il palco di piazza San Matteo ha aperto alla prosa con La zattera dei morti, testo nato dalla penna e dal talento dello scrittore tedesco Harald Mueller. Lo spettacolo ha, come precisa Daniela Ardini, direttrice artistica del festival, regista de La zattera dei morti e nome di spicco nella scena artistica nazionale, una drammaturgia inconsueta rispetto agli spettacoli precedenti proposti all'interno della rassegna. Il disastro ambientale inscenato colpisce il pubblico e i quattro personaggi in scena creano uno stato di tensione e dolore portato felicemente sul palco. La scenografia è limitata ad un palco, che diventa poi la prua della imbarcazione sulla quale si muovono Check-up, Itai, Bjuti e Cucu. È la loro psicologia e il passaggio allo stato brutale e istintivo a sopravanzare in intensità ogni scelta scenica o di costume, per quanto sempre felice. I quattro personaggi e il loro viaggio sul Reno sono ben rappresentati e vissuti dal pubblico, grazie alle raffinate scelte registiche della Ardini. La desertificazione dell'ambiente nel quale gli interpreti vivono è a loro esterna e al contempo interna. In questa resa scenica i quattro attori esprimono grande talento e abilità utilizzando, grande intuizione dello stesso Mueller, un linguaggio asciutto, nervoso ed ibrido. Check-up (Alessio Zirulìa), Itai (Francesco Patanè), Bjuti (Rita Castaldo) sono i tre personaggi giovani che contrastano il personaggio di Cucu (Paolo Portesine), retaggio e residuo di un'epoca passata ed egoistica. Il loro viaggio psicologico e morale, prima che geografico, appassiona. Tutto ne La zattera dei morti funziona: azione scenica, regia, costumi e uso appropriato di grafiche curate dalla Scuola Chiavarese del Fumetto. Il dramma, innervato da momenti di comicità nera ha momenti di grande dinamismo. In scena il compito più grande è per i quattro bravi e ispirati attori, che non tradiscono le attese e non mancano mai di affascinare il pubblico e attirarlo nelle spire della magia teatrale che si compie. Molto impegnative (e geniali) le performance in scena, con diversi movimenti scattanti alternati da profonde riflessioni personali, che hanno il gusto di una considerazione condivisibile sulla strada intrapresa dell'abuso sulla Natura. Il finale de La zattera dei morti è insieme poetico e drammatico e chiude in maniera brillante uno studio su un testo interessante capace di realizzare, grazie all’abilità dei quattro attori e alla rigorosa regia di Daniela Ardini, una lettura davvero avvincente.
Gabriele Benelli