di e con Luisa Borini
disegno luci di Matteo Gozzi
progetto sonoro di Leo Merati
costume di Clotilde Official
Produzione Atto Due con il sostegno di ZUT! e C.U.R.A Centro Umbro Residenze Artistiche e Strabismi - Selezione Strabismi 2022
Spettacolo vincitore In-Box 2024/25
Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, Torino, mercoledì 30 aprile 2025
Non tragga in inganno il titolo, Molto dolore per nulla, che potrebbe far pensare ad una rilettura dissacrante della commedia scespiriana: e non traggano in inganno i primi dieci minuti dello spettacolo in cui la protagonista, l’eccellente Luisa Borini di rosso vestita, si approccia al pubblico in modalità stand up dichiarandosi “professionista” nella stesura delle liste di fidanzati. In uno spazio scenico vuoto, con una serie di led verticali a disegnare le luci con cui connotare differenti stati d’animo, l’applaudita interprete entra subito in sintonia con il pubblico con una recitazione frontale, diretta e senza fronzoli, dove ripercorrere il suo passato sentimentale fatto di incontri giovanili, amori adolescenziali, grandi e fuggevoli illusioni: cassetti della memoria che si aprono richiamando play list giovanili, canzoni canticchiate con un pubblico divertito e pronto a ritrovarsi nei suoi tormenti di cuore. Poi, all’improvviso, il gioco si fa serio, e quel microfono con lungo filo fino ad ora semplice oggetto di scena, diventa metafora di un amore ingombrante, di un sentimento che opprime invece che regalare libertà: tutto ad un tratto le parole sono macigni, i toni comici e leggeri della prima mezz’ora deviano verso il possibile dramma, l’incontro con il fratello del coinquilino di Bologna, un adulto bello e dannato, in tutto e per tutto l’uomo perfetto, indirizza la quotidianità verso un punto di non ritorno fatto di ansie ed angoscia con sullo sfondo l’altrui gelosia tanto opprimente quanto pericolosa. I minuti passano e le atmosfere disincantate dell’inizio sembrano lontane anni luce nel racconto di un amore che diventa coercitivo ed asfissiante, salvo risolversi in un colpo di coda finale dove consapevolezza e dignità hanno la meglio su uno status di cose altrimenti destinato a condurre verso il baratro: mai perdere la bussola, sempre aver presente il proprio ruolo soprattutto quando una storia travolge tutto, sensi e raziocinio. Questo, a nostro parere, il messaggio di cui Luisa Borini si fa tramite in un monologo metafora dell’amore e della degenerazione nel suo opposto, ritratto apprezzato dal pubblico di numerosi giovani (la replica cui abbiamo assistito è inserita nella rassegna Giovani sguardi della Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani), ideali destinatari di un messaggio da accompagnarsi alla profonda e quanto mai attuale riflessione sulle dinamiche affettive. Roberto Canavesi