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MAMME E NARCISI OVVERO NON SPARATE SULLA MAMMA - regia Vito Molinari

Mamme e Narcisi ovvero non sparate sulla mamma Mamme e Narcisi ovvero non sparate sulla mamma Regia Vito Molinari

di Carlo Terron
regia: Vito Molinari
scene e costumi: Romeo Liccardo
interpreti: Giuseppe Ferlito e Roberto Recchia
Produzione: Centro Attori "La Contemporanea" e Fondazione Teatro Carlo Terron
Milano, Spazio Zazie, 2007

www.Sipario.it, 19 dicembre 2007

Mamme e Narcisi è tipico esempio del genere teatrale più congeniale a Carlo Terron, la satira corrosiva, dissacrante, in chiave paradossale e grottesca con spunti a volte di humour nero. Due intime amiche si confidano le reciproche pene. Senza marito -una vedova l’altra separata- riversano tutta la loro affettività nel ruolo materno. E si preoccupano, vedono dappertutto insidie, donnacce in agguato per togliere in modo brutale ai giovani virgulti, studenti liceali, la candida innocenza. Alla fine trovano la soluzione: ognuna sedurrà il figlio dell’altra per iniziarlo al sesso nella maniera più delicata possibile. Dopo qualche mese una soffrirà i tormenti della gelosia, l’altra si scoprirà incinta ( provvederà una temporanea riconciliazione col marito separato a salvare le apparenze ). Quanto ai figli, viziati da tali madri, uniti dal narcisismo, approderanno a un rapporto più intimo dell’antica amicizia.
Il vero bersaglio di Terron è la falsità dei ruoli convenzionali, degradati a luoghi comuni da sbeffeggiare senza riguardi. Il mammismo viene impietosamente caricaturato nelle sue componenti possessive e sotterraneamente incestuose. Ma sullo sfondo è messo in parodia anche il mito maschilista. Per non parlare del matrimonio ridotto a puro guscio di ipocrisie santificate dalla retorica perbenista. Molti anni dopo la prima edizione, in una società molto mutata, Mamme e Narcisi conserva una forte carica graffiante, a riprova del fatto che meccanismi psicologici profondi con relative nevrosi e giochi di ruolo cambiano molto meno rapidamente degli usi e costumi di superficie e delle leggi.
L’attuale rappresentazione è en travesti a sottolineare l’ambiguità dei rapporti che è la cifra di fondo della commedia. Gli attori sono molto bravi nello sfruttare al meglio la vena grottesca giocando su contrasti anche fisici–magro e aggressivo contro robusto e querulo- senza mai scadere nella guitteria.Funzionale la scenografia che con pochissimi mezzi crea la calda atmosfera d’un salotto borghese con l’aiuto della piacevole fiamma d’un caminetto acceso.

Vittorio Tivoli

Ultima modifica il Venerdì, 11 Ottobre 2013 11:49

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