di William Shakespeare
regia di Rob Ashford e Kenneth Branagh
con Alex Kingston
solo per un giorno al cinema, 19 novembre 2013
in lingua originale sottotitolato in italiano
Bisogna davvero essere grati al progetto del National Theatre distribuito da Nexo Digital in collaborazione con MYmovies.it e Dalani che permette di visionare a tutti i più grandi successi dal prestigioso palcoscenico di Londra al cinema. Certo guardare gli spettacoli teatrali al cinema non è la stessa cosa che assaporarli seduti davanti agli attori che recitano dal vivo, ma questo è senz'altro un modo per far conoscere sempre di più il teatro, anzi, il grande teatro internazionale, ed allora ben venga. Martedì 19 novembre, solo per un giorno, nelle sale italiane è stato trasmesso in lingua originale con sottotitoli MACBETH co-diretto da Rob Ashford e Kenneth Branagh, un lavoro che ha debuttato il luglio scorso in una chiesa sconsacrata vittoriana per il Manchester International Festival.
La produzione ha molte belle qualità, ma nel suo complesso lascia anche qualche dubbio. Il pubblico che si vede seduto su due lati di una specie di tunnel ha l'effetto di grande immediatezza, senz'altro gli spettatori avranno provato l'impressione essere immersi nella messa in scena tra gli spruzzi di pioggia che arrivano copiosi e il fango che si alza da terra durante la battaglia che apre lo spettacolo. Ma tutta questa spettacolarità appare fuori luogo quando vediamo Branagh accoltellare Duncan: l'orrore del fatto è tanto più potente se lo si legge soltanto attraverso il senso di colpa di Macbeth. Branagh da quel grande attore che è non ha bisogno di gesti plateali, il suo fascino è quando balbetta sulle lettere iniziali di "omicidio" e "assassinio" e refrigerato da ciò che le parole rappresentano, mette poi le mani insieme in preghiera silenziosa. Ma purtroppo il lato interiore della tragedia esce poco fuori nello spettacolo che tende più a giocare sulla forza dell'azione vecchio stile. Gli attori urlano troppo e vogliamo sperare sia stata una scelta dettata da un problema di acustica della chiesa dove è stato rappresentato.
Alex Kingston, Lady Macbeth, anche lei ha toni troppo alti per insinuare nel marito l'idea che dall'orrore della morte possa arrivare per lui il trionfo della gloria. La sua interpretazione nervosa e a tratti caricata presenta una Lady Macbeth poco glaciale pronta a tremare e a vacillare tanto quanto il marito che spiazza. Così come lascia perplessi il motivo per cui Banquo di Jimmy Yuill sembri più vecchio di una generazione di Macbeth. A riscattare il tutto l'immagine finale di Branagh che tira fuori tutta la nobiltà ultima del suo Macbeth dentro ad uno sguardo tremante dagli occhi lucidi che riflette un uomo vessato dal peso delle sue colpe, consapevole di aver firmato con le proprie mani la sua condanna alla dannazione.
Francesca Camponero