ideazione e coreografia Florence Caillon
musiche originali Xavier Demerliac, Florence Caillon
luci Dominique Maréchal, Gilles Mogis
costumi Flora Loyau
con Victoria Belen-Martinez, Laura Collin, Arnaud Jamin, Sébastien Jolly, Marion Soyer, Guillaume Varin
produzione Compagnia L'Éolienne in collaborazione con Institut français Milano
Milano, Piccolo Teatro Strehler dal 26 al 28 giugno 2015
Indirizzata all'arte ab infantia, Florence Caillon (Suresnes/Hauts-de-Seine, 1965), danzatrice classica e moderna e amante dell'arte circense, ora si dedica quale coreografa a costruire spettacoli nuovi come impostazione tra cui Marie-Louise, singolare e intrigante frutto di riflessioni su opere pittoriche che compaiono come sfondo di performance della Compagnia L'Éolienne, numeri accompagnati da musiche di cui Florence è anche coautrice.
La compagnia definita di circo coreografico - nata con il nome di Carillon quale associazione per attività musicali legate alla casa editrice Flammarion - di cui Florence fa parte dal 1995 dal 2001 si dedica in particolare al rapporto tra circo e danza.
Non a caso il titolo Marie-Louise è un termine che in Francia designa anche quella parte del quadro tra cornice e dipinto, sezione che in Italia è definita passe-partout e che nello spettacolo è rappresentata dal velario/sipario bianco che appare nell'incipit e davanti al quale gli artisti si presentano al pubblico (che continuano a fissare) in pose plastiche per poi attraversarlo per divenire parte attiva di ogni dipinto che si trasforma in un mondo surreale in cui i danzatori/acrobati si muovono con molta lentezza a corpo libero su corde, trapezi e tessuti aerei dialogando e mimando le pitture (proiettate sullo sfondo) cui danno tridimensionalità.
Si parte da un dipinto di Egon Schiele di cui i performer esaltano il contorsionismo e si continua con Gli amanti di Magritte con i conturbanti personaggi dalla testa avvolta in un panno bianco, drammatica memoria del suicidio della madre, per arrivare nel mondo onirico de Il Giardino delle delizie di Hieronymus Bosch con una sequela di suoni strani, poi a Kandinsky, Botticelli, Goya, Hopper, Géricault...
Un affresco emblematico del mondo attuale realizzato attraverso una passeggiata ludica e contemplativa nei dipinti con lo scopo di rappresentare con spunti ironici la vita con tutte le sue fragilità attraverso l'unione di danza, circo e pittura con il risultato di accostare ai dipinti quadri umani, vivi e carnali: un modo affascinante per concludere la fortunata rassegna 'Grande Danza' al Piccolo.
Si consiglia di arrivare qualche minuto prima per avere tempo di leggere su appositi cartelloni le schede dei singoli dipinti con le ragioni che hanno stimolato Florence Caillon a sceglierli.
Wanda Castelnuovo