di Annibale Ruccello
regia Enrico Maria Lamanna
scene Roberto Ricci
costumi Teresa Acone
disegno luci Stefano Pirandello
musiche Carlo De Nonno
con Giuliana De Sio
e con (in o.a.) Gino Curcione, Rosaria De Cicco, Andrea De Venuti, Francesco Di Leva, Luigi Iacuzio
produzione Compagnia Teatro e Società
Catania, Teatro Verga Dal 14 al 25 gennaio 2017
Quando si dice d'un attore/attrice che s'è cucito addosso il personaggio! È questo ciò che pensiamo di Giuliana De Sio interprete di Adriana nella variegata pièce Notturno di donna con ospiti scritta e rappresentata dal geniale Annibale Ruccello nel 1983 tre anni prima della sua tragica scomparsa a soli 30 anni. A quel tempo lo stesso Ruccello vestiva i panni del padre e della madre, non quello della protagonista che poi, a partire dal 1996, la De Sio farà cosa sua indossandolo come un guanto. Da qualche parte si legge che lo spettacolo con l'ottima regia di Enrico Maria Lamanna, abbia superato negli anni le ottocento repliche. Un successo che continua immutato in questi giorni al Verga di Catania subissato alla fine da un oceano di applausi e di consensi del pubblico. È bravissima la De Sio, non c'è che dire, somigliando a quelle donne di Almodovar di continuo sull'orlo una crisi di nervi, che cambiano umore di continuo, passando come niente dal pianto al riso, dalla depressione alla gioia di vivere. E ne ha ben donde la poverina, costretta a vivere in una squallida zona "residenziale" d'una periferia partenopea in una casa su due piani i cui colori degli arredi fanno a botte tra loro, almeno per come è addobbata la cucina-tinello, luogo in cui si snoderanno i due tempi della pièce in poco più di due ore con intervallo, il cui verde-pisello della credenza e del tavolo con sedie, contrasta con il rosso della scaletta e della porta al piano superiore, cui si aggiunge lateralmente in basso una sorta di armadione a due ante di legno scuro con relativi specchi e centralmente un'ampia porta finestra bianca che conduce al giardino. Entrambe queste strutture diventeranno pure delle piccole stanze in cui appariranno la figura della madre, colei che per voce di Gino Curcione si esprime sempre in napoletano redarguendo la figlia a più riprese, sia quella del padre molto più docile che invece tenderà sempre ad accontentarla e renderla felice. Fanno bella mostra, nella realistica scena di Roberto Ricci, un'ampia poltrona, vari poster compreso uno di Topolino, un sacro cuore di Gesù affisso sul frigorifero e una Madonna sul muro accanto. Il lavoro si svolge d'estate in un arco di tempo che va dalla sera alla mattina, allorquando l' Adriana della De Sio in cinta di quattro mesi ha messo a letto i due bambini e suo marito Michele (Francesco Di Leva), tentando un amplesso sul tavolo di cucina, è pronto ad uscire per svolgere il suo lavoro di metronotte. Adesso sola con se stessa nella sua notturna alienazione, Adriana, con un fare anfetaminico, smanetta il telecomando per vedere qualche film in tv, è pizzicata dalle zanzare, prova a lavare il pavimento, cerca di pelare alcune patate, si sente al telefono con la madre, regolarmente cazziata da quest'ultima. Stanca, insoddisfatta, annoiata, senza nessuno con cui parlare, si adagia sulla poltrona e s'addormenta vivendo un'esperienza onirica abitata da tutti i suoi fantasmi interiori. Da ora in avanti il lavoro fin qui in stile commedia, assume dei connotati da thriller, con auree che possono rinvenirsi nei film di Hitchcock o di Kubrik come Shining (1980) o in alcune recenti serie televisive statunitensi di genere horror come American Horror Story. Fatto è che in quella casa piomba una donna spaventata e pure ferita che chiede di entrare dal giardino per aver subito un'aggressione per strada. Dopo averla accolta, Adriana riconosce nell'ospite la sua vecchia compagna di scuola Rosanna (Rosaria De Cicco), donna cinica, volgare, infedele, a suo agio in quell'ambiente, cui fa seguito da lì a poco l'entrata in scena di Arturo (Andrea De Venuti), marito di Rosanna che movimenta la serata cominciando a corteggiare spudoratamente la padrona di casa. La quale si ritrova ben presto al centro d'una storia incredibile, che si complica sempre di più quando al trio si aggiunge il marito che ha terminato anzitempo il suo lavoro notturno e un tale Sandro con codino ( Luigi Iacuzio) ex fidanzato di Adriana appena uscito di galera, entratovi per una storia di droga. È una notte allegra, forse vera, forse sognata, forse trasfigurata, durante la quale gli ospiti inattesi si strusciano tra loro, ascoltano canzoni di Battisti e altri, si docciano ai piani superiori cantando poi montagne verdi di Marcella Bella, giocano a poker, mentre Rosanna dopo aver scambiato i suoi abiti con quelli di Adriana, o al contrario ( i costumi sono di Teresa Acone), vorrebbe cucinare degli spaghetti senza mai riuscirci. E allora, chiusa nel suo cantuccio avrà modo di riconsiderare la sua vita con occhio critico, andando indietro nel tempo alla sua infanzia trascorsa con un padre remissivo che gliele passava tutte e una madre opprimente che pensava solo a pulire la tomba del marito e che l'aveva costretta ad abortire per lo stupro subito da quel tale Sandro. È una notte di pazzia, una notte imprevista che lascia pesanti segni nella psiche di Adriana, che ad un tratto presa dalla disperazione e annebbiata dall'alcol indosserà un abito da sposa, salirà al piano superiore e ne uscirà tutta imbrattata di rosso e con un coltellaccio in mano macchiato col sangue dei suoi due figli, girando poi intorno alla stanza a cavalcioni d'un piccolo triciclo al suono d'una canzone di Julio Iglesias.
Gigi Giacobbe