Things I know to be true
di Andrew Bovell
traduzione Micol Jalla
regia Valerio Binasco
con Giuliana De Sio, Valerio Binasco
Fabrizio Costella, Giovanni Drago, Giordana Faggiano, Stefania Medri
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Alessio Rosati
suono Filippo Conti
video e pittura Simone Rosset
assistenti regia Fiammetta Bellone, Eleonora Bentivoglio
assistente scene Francesca Sgariboldi
assistente costumi Rosa Mariotti
tirocinante Università di Torino/D.A.M.S. – Beatrice Petrella
tirocinante Accademia Teatro alla Scala – Marina Basso
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
Teatro Stabile di Bolzano / TSV – Teatro Nazionale
In accordo con Arcadia & Ricono Ltd per gentile concessione di HLA Management Pty Ltd
Teatro Carignano (Torino) 7 – 27 ott 2024
Diciamocelo francamente: non succede spesso di assistere a uno spettacolo che, sul finire, lasci il pubblico avvolto in un abbraccio di commozione generale. Bello sì, dolce anche, ma soprattutto umano nel racconto delle vulnerabilità all’interno di una famiglia “normale”. Ebbene, l’altra sera al Teatro Carignano COSE CHE SO ESSERE VERE (Things I Know to Be True), scritto da Andrew Bovell e tradotto da Micol Jalla, ha realizzato l’incanto e ammantato di magia la sala. Merito del cast e dell’allestimento curato dal regista, Valerio Binasco, che per la prima volta porta questo spettacolo in Italia inaugurando la stagione del Teatro Stabile di Torino. La storia è molto intima e anche coraggiosa: di quelle che smascherano le dinamiche di lotta, innescate da affetti viscerali, all’interno di una famiglia dove i figli crescono e diventano adulti, in un modo che non sempre “i grandi” comprendono e approvano. Eppure, il bisogno di accettazione e di accoglienza è grande, oltre le reciproche aspettative, talvolta disperato. La scena è semplice, racchiusa in due ambienti contigui: il giardino e la cucina di una casa familiare. Bob (Binasco) e Fran (Giuliana De Sio) vivono con i loro quattro figli nel sud dell’Australia: i due ragazzi e le due ragazze crescono, si ritagliano spazi di autonomia sempre maggiori, generando la perplessità di papà Bob – rifiutato d’improvviso dal mondo del lavoro e rifugiatosi nel giardino di casa, tra piante da far crescere – e la diffidenza di mamma Fran, agguerrita, sospettosa, forte e fiera della sua capacità (inappuntabile!) di leggere nell’anima dei SUOI figli. Ma la magia non sta solo nel gioco di forze tra il goffo e tenero Bob e la leonessa Fran: i quattro figli completano e arricchiscono la trama di storie vere, intense, drammatiche, affidate a uno speciale gruppo di attori e attrici. La figlia maggiore in conflitto perenne con la madre (da cui si sente rifiutata), la piccolina che invece fa fatica a tagliare il cordone ombelicale e ad allontanarsi dal nido. I due fratelli maschi in perenne fuga da se stessi, chi desideroso di gridare finalmente la propria verità e chi, vilmente, di nascondersi dai demoni (sotto la gonna di mamma, magari). Gli elementi per un bouquet ricchissimo di colori e di emozioni ci sono tutti: grazie alla drammaturgia di Andrew Bovell, già autore di numerose opere di successo, ma anche alla regia di Valerio Binasco e alle abilità degli interpreti (Giuliana De Sio non perde occasione di riconfermarsi amazzone temeraria del palcoscenico). Cose che so essere vere è l’affresco disarmante di una famiglia come tante, che si dibatte tra la paura e la verità. Non mancano nella pièce sorrisi e momenti ironici. Fino al miracolo finale, alla resa incondizionata agli affetti, all’amore, che stringe il cuore del pubblico in una morsa, che è una carezza all’anima. Giovanni Luca Montanino