Un viaggio nella storia italiana del '900, dal Fascismo alla nascita delle
TV commerciali, con e attraverso le parole della giornalista Camilla Cederna
drammaturgia e la regia di Giulio Costa
con Maura Pettorruso
produzione TrentoSpettacoli e Arkadis
Teatro Elicantropo, Napoli 9 – 12 febbraio 2017
Lei sola in scena. Come nella vita vera. Prima con le scarpe basse e allacciate, poi su eleganti décolleté, tacco non troppo alto. All'inizio, avvolta in una palandrana nera: provata dalla guerra e come impaurita. Successivamente, in maniche di camicia avorio e un filo di perle intorno al collo.
Sola, senza mai fermarsi, macinando articoli e parole attraverso i decenni. La storia di Camilla Cederna è quella del Paese nel '900: secolo di cambiamento, velocità, ma anche imbarbarimento e scandali.
Camilla Cederna, la signora del giornalismo italiano, la penna acuta e pungente, rivive nella lodevole interpretazione di Maura Pettorusso e nello spettacolo Nostra Italia del Miracolo. In scena al Teatro Elicantropo di Napoli, per la regia e drammaturgia di Giulio Costa.
Il monologo ispirato agli articoli, reportage e interviste redatte dalla Cederna non può che prendere le mosse dagli anni bui del Fascismo: quelli in cui, oltre alla fame, si pativano repressione e soffocamento intellettuale. Piazzale Loreto, l'orrore svelato dei campi di concentramento, lo sgomento generale.
Dalla paura alla ricostruzione. Il Paese rinasce dalle sue ceneri e gli italiani si aggiustano "quattro uova nel piatto". La borghesia avanza, le case si riempiono di elettrodomestici e lei, inviata de L'Europeo prima e de L'Espresso poi, comincia a occuparsi di costume.
Intervista grandi personaggi come Federico Fellini e Wanda Osiris, ma soprattutto osserva gli italiani, descrivendone le nuove abitudini con ironia intelligente e mai volgare. Le signore alla moda d'improvviso si ritrovano all'opera, vanno dal parrucchiere due o tre volte alla settimana, conversano sulle domestiche (difficili da gestire e fonte di continue preoccupazioni).
Intanto l'Italia è un'Italia diversa: i fascisti sono un ricordo (forse) e i comunisti... belli loro! La Cederna, «signorina snob del giornalismo, merlettaia e zitella acida», non è solo quella della celebre rubrica di costume e società Il lato debole. Camilla Cederna è anche la firma messa pubblicamente sotto accusa per aver «armato la mano» (con i suoi articoli) degli assassini del commissario Luigi Calabresi.
Gli anni di piombo, piazza Fontana e la morte di Giuseppe Pinelli non sono il solo campo di battaglia su cui la donna si rivela guerriera, sola contro tutti. No: ben presto lo scandalo Lockheed si abbatte sulla penisola e il presidente Giovanni Leone è costretto a dimettersi, dopo che la Cederna vende oltre 600mila copie del libro Giovanni Leone: la carriera di un presidente.
Non solo lacca e perle, dunque; e tailleur con borsette firmate. Camilla Cederna è molto di più: è sete di notizia, sguardo critico, meticolosità nel prendere appunti di ogni dato o informazione («Perché io non ho fantasia»). È determinazione, fiuto e temerarietà; le doti che la porteranno ad essere la prima a intervistare un ancor giovane Silvio Berlusconi. A raccontare la realtà nuova del nord industriale, della fabbrichetta, degli operai semi analfabeti che vivono l'affermazione dell'appartamento di proprietà e della fuori serie.
Bravissima Maura Pettorusso, che recita da vera mattatrice (credibile al punto che il pubblico tende a confondere le esaltazioni o i blocchi della giornalista con quelli dell'attrice); senza orpelli, avvalendosi solo di un simbolico tritacarte. Pagine di quotidiano vanno al macero; i fogli si distruggono, ma le parole dell'impareggiabile narratrice del suo tempo... quelle no: rivivono nelle coscienze e in palcoscenico.
Giovanni Luca Montanino