Alessandro Longobardi per OTI - Officine del Teatro Italiana presenta
Giuseppe Zeno, Silvia Salemi
con la partecipazione straordinaria di PIJI
Traduzione Giorgio Mariuzzo, Adattamento Giancarlo Fares
Tratto dall'omonimo romanzo di Horace McCoy
e con Riccardo Averaimo, Alberta Cipriani, Vittoria Galli,
Alessandro Greco, Salvatore Langella, Martin Loberto, Elisa Lombardi,
Maria Lomurno, Francesco Mastroianni, Matteo Milani,
Pierfrancesco Scannavino, Luciana Scarpolini, Viviana Simone
con la partecipazione Live del Piji Electroswing Project
Piji - Voce e Chitarra | Dario Troisi - Piano | Egido Marchitelli - Elettronica & Chitarra |
Francesco Saverio Capo - Basso | Andy Bartolucci - Batteria
Coreografie Manuel Micheli
Canzoni Originali di Piji
Scene Fabiana Di Marco
Costumi Francesca Grossi
Disegno Luci Anna Maria Baldini
Assistente alla regia Claudia Fontanari
Regia Giancarlo Fares
Stagione 2019/2020
Teatro Sala Umberto – dal 26 settembre al 6 ottobre 2019
Spettacolo che si fa vita e quest'ultima che diviene finzione: ecco il senso, il leitmotiv della commedia Non si uccidono così anche i cavalli?, in scena alla Sala Umberto di Roma e con protagonista un bravo Giuseppe Zeno che, per via dei limiti posti dal lavoro, non riesce a far vibrare tutte le corde della sua capacità interpretativa.
Quando calano le luci in sala, a sipario chiuso entra Joe (Zeno), conduttore e organizzatore de La maratona della vita: folle reality show dove i concorrenti ballano senza sosta pur di guadagnarsi istanti di celebrità (brevi o lunghi). Non vi è sosta, nessuno spazio per soddisfare i bisogni primari – nutrirsi, riposare, pensare. Unica concessione: ogni due ore, dieci minuti di pausa dove si consiglia ai gareggianti di dormire invece che fare altro. Per mangiare vi sono tre minuti in tutto: non uno di più né uno di meno. Man mano che le ore passano, i partecipanti divengono sempre più stanchi. Qualcuno cede e viene eliminato – "Facciamo un applauso al perdente": così vengono salutati gli espulsi.
In questo folle rodeo, chi è il vero protagonista? Il pubblico, che ad ogni istante è chiamato a seguire, a decidere della sorte dei concorrenti fino a decretarne il vincitore. Lo stesso pubblico che, pur conoscendo le regole del gioco e che è consapevole che quella che vede non è la vita reale, non rinuncia ad essere carnefice dei partecipanti e vittima a propria volta di un sistema che non concede alcunché di positivo, ma solo una lotta fine a se stessa e puramente bestiale. Fra tutti, la sola estranea a questa affatturazione è Gloria (Silvia Salemi) che, consapevole dell'assurdità di ciò che le chiedono di fare, decide di ritirarsi dalla competizione. A suo modo anche Joe conosce i lati bui della macchina che ha creato, ma non rinuncia a tenerla in vita perché sa che il pubblico ha fame di curiosità e bestiale violenza da esercitare o con un banale televoto, o solo guardando e godendo delle altrui sofferenze (fisiche e morali).
Spettacolo, questo, che è una perfetta fotografia della fame di verità che domina, oggi, televisione e pubblico, confondendo i limiti tra finzione e realtà fino a volerli eliminare (una pia illusione). Giuseppe Zeno, attore di talento e ottima capacità interpretativa dotata di molti colori, non riesce a dare al personaggio di Joe quelle sfumature che avrebbero potuto arricchirlo; e ciò a causa dei limiti drammaturgici di un lavoro nel quale la profondità psicologica è, purtroppo, assente. Quali sono le contraddizioni di Joe? Quale il suo travaglio? È un autentico ipocrita oppure ordisce mostruosità perché non può scegliere diversamente? Zeno tenta di ampliare queste zone d'ombra, per come può cerca di sostarvi il più possibile dando all'insieme qualche istante di respiro; ma più di tanto non riesce a causa dei ritmi serrati e rapidi dello spettacolo che proibiscono qualsiasi approfondimento.
In tal senso, Non si uccidono così anche i cavalli? è il ritratto perfetto del periodo storico in cui viviamo.
Pierluigi Pietricola