IL CALCIO (NON) E' UNO SPORT PER SIGNORINE
di Piji Siciliani
Regia di Piji Siciliani
Interpreti: Giada Lorusso, Cristina Chinaglia, Roberta Pompili e la guest star Miriam Galanti
Produzione Associazione Culturale Arlem
Borgio Verezzi, Piazza S. Agostino,16 luglio 2022
Ideato da Piji Siciliani, cantautore, musicista, conduttore radiofonico e scrittore, il copione presentato al Festival è stato steso da lui assieme alla Chinaglia, alla Pompili, alla Folchitto, alla Piraino e ad Emanuele Di Giacomo. A quanto scrive il regista in una lucida nota di regia, ”L’idea per No wags nasce da una serie di considerazioni sul binomio schizofrenico tra donne e calcio: da una parte luoghi comuni da età della pietra, dall’altra la rivoluzione del calcio”. Strutturato in una successione di rapidi monologhi, duetti, terzetti, la prima nazionale di questo agile testo racconta con intelligenza e rigore, senza mai scadere nella banalità, il gioco del calcio esclusivamente dal punto di vista femminile non solo per le donne che lo praticano, ma anche per quelle che lo seguono come spettatrici. Nel serrato atto unico della durata di novanta minuti vengono stigmatizzati con severità vecchi stereotipi. In effetti gli attuali progressi sociali in fatto di parità di genere sembrano non avere intaccato il consolidato sessismo e machismo largamente diffusi. In effetti, tra gaffes retrograde di molti addetti ai lavori, di cui vengono fatti i nomi, e ostracismi di vario genere tuttora sopravvivono luoghi comuni, quali ad esempio “le donne non sanno la regola del fuorigioco” oppure “il calcio non è uno sport per signorine”, frase quest’ultima di Guido Ara, centrocampista della Pro Vercelli nella quale ha vinto sette campionati prima diventare allenatore. Divertente e gioioso il copione, partendo dalla frase sopra riportata che, pur essendo datata 1909, è tuttora in uso, stigmatizza le follie di alcuni presidenti di squadre calcistiche, convinti che il calcio femminile sia qualcosa da non prendere in seria considerazione. Nel frattempo il mondo è cambiato: le donne sono oramai diventate da molto tempo tifose, calciatrici, giornaliste sportive e, ancorché più di recente, anche apprezzati arbitri, guardalinee, allenatrici e dirigenti. Nell’immaginario collettivo sembra comunque sia che le uniche figure femminili ad avere pieno diritto di cittadinanza nel mondo del pallone siano unicamente le “Wags”, acronimo di “wives and girlfriends”, vale a dire, “moglie” e “compagne di”. Il termine è stato coniato poco più di quindici anni fa dai media inglesi nel corso del campionato mondiale di calcio del 2006, vinto a sorpresa dall'Italia. In questo contesto folle il regista e l’amalgamata équipe degli autori e delle interpreti si sono trovati concordi nel pensare che fosse oramai giunto il momento di ragionare, tra il serio e il faceto, sulle esistenti incongruenze, facendole entrare in corto circuito e giocando così, come fanno bene il teatro, la stand up comedy e la musica. Al tono satirico si aggiunge in maniera feconda anche quello poetico del calcio, gioco molto amato da italiani e italiane. La sobria scenografia è costituita da pochi elementi: tre palloni che le brave interpreti calciano o si lanciano, una panca, una lavagna su cui sono disegnati schemi di gioco. Le quattro attrici indossano calzoncini corti e scarpette. Tre di loro hanno una maglietta a mezze maniche di colore rosso con una banda bianca, la quarta porta una divisa viola. Le interpreti impersonano nell’ordine una prorompente tifosa della Lazio, una brava allenatrice, una esuberante bibitara che, scesa dal palco, dialoga con gli spettatori ed una chiamata ad arbitrare la partita. A interpretare queste parti sono nell’ordine Roberta Pompili, Giada Lorusso, Cristina Chinaglia e la special guest Miriam Galanti. Durante lo spettacolo, che procede spedito, sono evocate, oltre alle figure mitiche di Carolina Morace e Patrizia Panico, altre storie tra cui le più poetiche sono quelle del capitano della nazionale femminile, Sara Gama, della allenatrice, Milena Bertolini, e di alcune giocatrici della nostra squadra: la Giacinti, la Girelli, la Giuliani, la Bonansea, la Linari, la Bartoli, la Cernoia, la Giugliano, la Rosucci e le altre azzurre che stanno portando avanti una vera e propria rivoluzione fuori e dentro al campo, per il raggiungimento di grandi traguardi, come attestano le trasmissioni televisive in chiaro delle partite del nostro campionato e degli Europei 2022 e la conquista ai primi di luglio di quest’anno del passaggio al professionismo.
No wags tra il serio e il faceto, ma sempre con estrema levità, narra proprio questo passaggio epocale che dal campo sportivo si riverbera in molti settori della società e che contribuirà a far ottenere la vera parità di genere. La numerosa e divertita platea presente allo spettacolo riserva alle quattro interpreti scroscianti applausi per l’abilità con cui fanno vivere una onirica partita di calcio tra le attrici, in armonico movimento sul palco, e una rappresentanza maschilista evocata solo dalle battute delle attrici. Le sequenze recitate in maniera incalzante sono intervallate da popolari brani musicali di cui ricordo solo due titoli: uno è Che centrattacco! cantato nel 1959 dal Quartetto Cetra e l’altro è La Partita di pallone eseguita nel 1962 dalla giovanissima Pavone. Di efficace impatto teatrale lo spettacolo è un’appassionata difesa dei diritti delle donne, di cui vengono esaltate le libere scelte. Una volta sfoltito e limato in qualche sequenza, la pièce acquisterà maggiore incisività e insieme diventerà una testimonianza e un incitamento determinato a favore dei diritti delle donne. Nel contempo darà un aiuto a quante in tutto il mondo sono oppresse. Emblematico è a tale proposito il richiamo a ciò che sta accedendo in Afganisthan. Guidate dalla sicura regia di Piji Siciliani, le quattro interpreti mettono in risalto la forza d’animo delle donne, ben consapevoli che non debbano esistere più differenze di genere fra uomo e donna. Lo spettacolo denuncia di continuo le idee autoritarie e retrograde che si oppongono alla parità dei sessi e insieme esprime il convincimento che studio e sport siano le armi per sconfiggere idee vecchie. La misurata interpretazione delle bravissime attrici testimonia in maniera convincente l’urgenza di proclamare la libertà negata da troppo tempo alle donne.
Roberto Trovato