di Roland Schimmelpfennig
regia: Sergio Manfredi
traduzione: Umberto Gandini
scene: Emanuele Conte
musiche a cura di Luca Mazzella
luci: Simone Novaro. Interpreti: Andrea Cosentino, Jurij Ferrini, Lisa Galantini, Simonetta Guarino, Rosario Lima.
Teatro della Tosse. Sala Campana. Genova 2007
La Notte araba dell' infermiera
Su incombenti e grigi gradoni che evocano i piani di uno squallido caseggiato di periferia sono seduti cinque personaggi, un microcosmo di etnie, specchio di una società che mescola umori e saperi. È il palazzone che il tedesco Roland Schimmelpfennig fa vivere in Notte araba, presentato per la prima volta in Italia con la regia di Sergio Maifredi e le scene di Emanuele Conte. Un interessantissimo testo dalla drammaturgia raffinata che unisce la realtà al sogno, al desiderio in un intrecciarsi dai tocchi surreali e visionari che riesce a ricostruire il senso di una realtà. I personaggi non compiono azioni, ma le raccontano ognuno da un diverso punto di vista in una sorta di sarabanda dell' inconscio che li risucchia, li fa vorticare e vivere. In una afosa notte il custode del casermone, Jurij Ferrini, va alla ricerca di una perdita d' acqua. Contemporaneamente la bella inquilina del settimo piano, la stralunata infermiera Franziska, Lisa Galantini, fa la doccia, spiata dal dirimpettaio, Rosario Lisma; la coinquilina Fatima, Simonetta Guarino, aspetta che la donna si addormenti come ogni sera per far salire il fidanzato Kalil, Andrea Cosentino. Ma la notte è strana, Franziska si addormenta e sogna e il sogno arabo, sensuale e dolce della giovane sembra contagiare tutti. Il dirimpettaio vuole svegliarla con un bacio, ma viene intrappolato in una bottiglia, forse la sua unica compagna di tutte le sere; il custode è inghiottito dalle sabbie del deserto con lei e la ama follemente; Fatima ingelosita da Kalil che vuole anche lui risvegliare Franziska con un bacio, cerca di ucciderlo, lo insegue col coltello e lui si rifugia in appartamenti dove donne sempre più vogliose lo concupiscono. L' atmosfera è sospesa, ben sorretta dalla regia nitida di Maifredi che guida gli attori, tutti bravi, in questa notte di ordinaria infelicità dove ognuno cerca un po' di calore nell' altro. E tra incubo e realtà, passioni e desideri i protagonisti si perdono in una terra incerta dove amano, odiano, uccidono, muoiono. Tra visioni e allucinazioni, affanni e paure, prepotente si affaccia un quotidiano di solitudini, di spersonalizzazione, di grigio cemento che imprigiona e stritola gli uomini. Sogni e incubi che nel loro intrecciarsi riescono almeno la notte a dare a tutti l' impressione d' esistere. NOTTE ARABA di R. Schimmelpfennig Teatro della Tosse di Genova
Magda Poli
Su una scena di alti gradoni grigi, che simboleggiano i muri di un anonimo condominio, si intrecciano le storie di cinque inquilini in una calda notte che libera sogni e incubi. Lo spettacolo si vale della forza dei dialoghi, o meglio dei monologhi, che ogni personaggio lancia verso il pubblico, parlando dei propri casi quotidiani. Ecco Fatima con i pacchi della spesa, Franziska che dorme e sogna sul divano, Hans il portiere che cerca la causa della mancanza d’acqua al settimo piano. Ed è Hans, interpretato da Jurij Ferrini, l’anima del condominio e il filo conduttore di tutta la vicenda, nonché colui che in scena si muove e cambia via via atteggiamento. Gli altri personaggi sono fissi al loro posto, confinati in una dimensione irreale d’ immobilità anche quando le loro storie si intersecano, secondo la scelta della regia che tuttavia ha dato lodevole risalto all’atmosfera onirica dello spettacolo, atmosfera che in maniera inquietante pervade la scena in un clima orientaleggiante. Simonetta Guarino dà a Fatima accenti realistici ed espressivi, Lisa Galantini, nella parte di una sognatrice, è talvolta un po’ di maniera, Rosario Lima, è un efficace inquilino “guardone” , Andrea Cosentino, il fidanzato, è a volte un poco legato. Jurij Ferrini offre la prova migliore e più convincente. Singolare la scena di Emanuele Conte.
Etta Cascini