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OTTOCENTO - regia e interpretazione di Elena Bucci e Marco Sgrosso

"Ottocento", progetto, elaborazione drammaturgica, regia e interpretazione di Elena Bucci e Marco Sgrosso. Foto Umberto Favretto "Ottocento", progetto, elaborazione drammaturgica, regia e interpretazione di Elena Bucci e Marco Sgrosso. Foto Umberto Favretto

progetto, elaborazione drammaturgica, regia e interpretazione di Elena Bucci e Marco Sgrosso
disegno luci di Loredana Oddone
drammaturgia e cura del suono Raffaele Bassetti
spazio scenico di Elena Bucci
assistente all'allestimento Nicoletta Fabbri
collaborazione ai costumi Marta Benini
produzione Ctb Centro Teatrale Bresciano
con la collaborazione artistica de Le Belle Bandiere
al teatro Santa Chiara Mina Mezzadri, Brescia 12 aprile 2018

www.Sipario.it, 22 aprile 2018

Ci sono artisti da cui ci si sente convocati non solo per affetto, ma per curiosità estetica, perché nel loro essere in scena dicono mondi, aprono orizzonti, regalano racconti. Elena Bucci e Marco Sgrosso fanno parte di questa schiera di artisti che sanno essere credibili, ma soprattutto farsi officianti del rito teatrale che porta la parola poetica ad essere condivisa dal coro degli astanti: gli spettatori. Questo accade assistendo a Ottocento, un viaggio nel secolo XIX, un omaggio alla grande letteratura romantica, un'immersione poetica e narrativa nella deflagrazione dell'io, partendo da Emily Dickinson per toccare gli abissi delle Memorie del sottosuolo di Dostoevskij, piuttosto che il forte desiderare di eroine del secolo come Madame Bovary, Nora di Casa di Bambola, Anna Karenina, Margherita Gautier. Nell'Ottocento di Bucci e Sgrosso non mancano gli incubi di Edgar Allan Poe, piuttosto che la vicenda fra la vita e la morte di Dracula o la crisi di Thomas Buddenbrook: è come se i due andassero in cerca di quegli abissi dell'io e del desiderio che nel XX secolo troveranno formale consacrazione nell'invenzione della psicoanalisi e nell'uscita nel 1900 dell'Interpretazione dei sogni.
Il rumore di un treno apre e chiude il viaggio. Il treno è il simbolo della fiducia nella tecnica e nella scienza, ma è anche il treno sotto cui si butta Anna Karenina, è l'Orient Express e i fotogrammi del primo film dei fratelli Lumière. Ottocento è questo viaggio, affidato a due esili figure Clotilde e Giovacchino in balia delle parole, personaggi e viaggiatori in storie che raccontano di un mondo in trasformazione e rapido cambiamento, sulla scorta del Positivismo e della fiducia indiscussa nel progresso. In tutto questo romanzi e novelle – soprattutto della seconda metà del secolo decimo nono – fanno da tessuto a un intreccio di voci e di personaggi, di storie e di passioni che si richiamano in una fitta trama che va cercandolo il bandolo di un esistere sospeso fra tradizione e innovazione, fra ansia del nuovo e nostalgia di un mondo che pian piano scompare e nel XX secolo lascerà solo l'io in balia di un mondo che non ha più categorie assolute in cui essere incasellato. Elena Bucci costruisce una drammaturgia ambiziosa e ben calibrata che sa tenere conto degli autori citati e re-citati, ma anche di poeti e scrittori mancanti. E allora sul finale Giovacchino e Clotilde esclamano: «Ma manca Leopardi, Manzoni, mancano gli italiani!». Una mancanza consapevole e dichiarata come dichiarati sono i luoghi e le città attraversate nello spettacolo: Londra, Parigi, Mosca di Cechov e San Pietroburgo di Dostoevskij, luoghi simbolo evocati in un delicato commento visivo che accompagna il muoversi sulla scena delle due figure esili di Marco Sgrosso ed Elena Bucci in piena sintonia, l'uno sodale con l'altra, l'una complementare all'altro. Ottocento si gioca con intelligenza in un continuo entrare e uscire dalle storie di volta in volta incarnate dai due attori. In questo guardare da fuori e giocare insieme al pubblico a individuare testi e autori sta la sfida elegante e piacevole di Ottocento, un lavoro che fa godere delle belle parole, fa godere di pensieri alti e avvolgenti. In tutto questo Elena Bucci – mirabile e struggente Madame Bovary – e Marco Sgrosso sono impeccabili, compagni di viaggio cui ci si affida con grande piacere e disponibilità.

Nicola Arrigoni

Ultima modifica il Domenica, 22 Aprile 2018 18:41

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