di Dario Merlini
regia Dario Merlini
Con Daniele Castri e Dario Sansalone
It Festival, Fabbrica del Vapore, dal 13 al 15 maggio
Ogni anno la Fabbrica del Vapore ospita nei suoi spazi il Festival del Teatro Indipendente Milanese. È un'innovativa rassegna di teatro metropolitano che offre al pubblico il lavoro di decine di artisti indipendenti impegnati in frammenti di spettacolo suddivisi nella sezione "studi", work in progress e "spettacoli" estratti da lavori di repertorio.
Noi abbiamo assistito allo spettacolo "Il preferito", in forma di studio, della compagnia Òyes. Due fratelli, diversi nel carattere, si scontrano per l'ennesima volta. Uno dei due, quello pienamente integrato socialmente e inteso a intraprendere la carriera politica, vuole convincere l'altro, quello disadattato, a recarsi in ospedale a trovare il padre agonizzante. Quest'ultimo accetta, ma quello che sembra uno scontro poi finito positivamente con il riavvicinamento dei due fratelli, si rivela ben presto come pretesto per confessare un fatto inquietante. Il fratello, quello "fortunato", confessa all'altro di averla fatta grossa. È stato insieme a una prostituta e i due si sono divertiti fra sesso e droga. La ragazza, che poi si scopre essere un trans, avendo esagerato con le sostanze, ha perso conoscenza e l'uomo, preso dal panico, è fuggito via. Toccherà al fratello disadattato, accettando la richiesta di un favore da parte dell'altro, scoprire la verità di quello che è successo, recandosi di persona sul posto del fattaccio. Sarà lui che dovrà scegliere se salvare le apparenze della famiglia coprendo un crimine o sé stesso e la sua integrità morale perseguendo la verità.
"Il preferito" mette in luce le dinamiche perverse all'interno della famiglia. E pone quesiti importanti: ne siamo consapevoli? Riusciamo a capire dove finisce l'amore e inizia qualcosa d'altro? I due fratelli, protagonisti dello spettacolo, sono legati da un rapporto sadomasochistico in cui, inizialmente, uno subisce l'influenza negativa dell'altro in nome di quello che viene spacciato per amore famigliare. La morale e l'interesse del gruppo sembra più forte della libertà del singolo, anche quando non contiene valori positivi. Il fratello che sembra soccombere a questo meccanismo diabolico, si ribella nel finale, lasciandoci intendere che sceglierà sé stesso e non l' "amore" della sua famiglia.
Lo spettacolo scorre su una drammaturgia scorrevole resa bene da una regia semplice ma efficace. Gli attori (Daniele Castri e Dario Sansalone) completano con una recitazione ritmata ed energica uno studio che promette bene pensando di vederlo nella forma compiuta.
Andrea Pietrantoni