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POLLICINELLA E I CANTI DE LO CARNEVALE - regia Mariano Bauduin

"Pollicenella e i canti de lo carnevale", regia Mariano Bauduin "Pollicenella e i canti de lo carnevale", regia Mariano Bauduin

con Mario Brancaccio, Maurizio Murano, Patrizia Spinosi, Gaetano Amore,
Chiara Di Girolamo, Maurizio Graziano, Marilù Poledro, Pasquale Presutti

musicisti Michele Bonè, Vittorio Castaldi, Fulvio Gobos, Mimmo Maionico, Pasquale Menna
e con La Corale per San Giovanni
musiche C. Faiello, G. Paisiello, G.B. Pergolesi, tradizione
costumi laboratorio sartoriale Beggars’ Theatre a cura di Rosario Martone
allestimenti Beggars’ Office 1.0
regia e arrangiamenti Mariano Bauduin
The Beggars’ Theatre – Il Teatro dei Mendicanti, Centro Asterix dal 21 al 23 febbraio 2020 nell’ambito di “Quartieri di Vita”

www.Sipario.it, 23 febbraio 2020

Il carnevale è un momento di sospensione del tempo ordinario, pausa giocosa della stinta realtà. Durante l’anno bisogna far fronte a necessità, rispettare regole e doveri, apparire impeccabili, osservare sempre rigide forme di convivenza. Il carnevale invece permette tutto. Qualsiasi trasgressione è concessa e nulla si può punire. Libero spazio alla fantasia, all’anarchia innocente e colorata di maschere e festoni. Questo leggero, straordinario e incantevole momento, quale migliore luogo del teatro avrebbe potuto avere per esprimersi? Qui antichi canovacci e maschere della tradizione popolare hanno trovato il loro regno ideale. E lo spettacolo Pollicenella e i canti de lo carnevale, diretto da Mariano Bauduin, ne costituisce la precisa, simpatica, deliziosa ed eclettica dimostrazione.
Ad ospitare la rappresentazione, è il Centro Asterix di San Giovanni a Teduccio a Napoli. Sul palcoscenico si alternano attori e cantanti: tutti pronti a dar vita ad una contaminazione fra antico e moderno. Su musiche ottimamente eseguite dal vivo, con sonorità genuine che sanno di vicoli napoletani dove le persone escono in strada e si sentono in famiglia perché tutti ci si conosce e nulla di ciò che regna al di là delle porte di ingresso risulta segreto, si dà il benvenuto al pubblico eseguendo la Canzone di Zeza. E poi si continua, fra scenette divertenti che riprendono quanto abbozzato in canovacci del Settecento (quelli di Casamarciano) e rielaborazioni di genere in chiave contemporanea. La storia a cui il pubblico assiste, e che pian piano si dipana, è il mito carnevalesco campano di Pulcinella. Ed emergono in modo netto i tratti peculiari della celeberrima maschera: l’irriverenza, l’ironia condotta fino al limite del paradosso, la capacità di adattarsi alla paura e al coraggio per la sola necessità di avere qualcosa da mangiare per calmare i morsi della fame.
Ad accompagnare Pulcinella in questo suo girovagare di situazione in situazione, una compagnia di attori che fra numeri en travesti, canzoni popolari e scenette tipiche del varietà di inizi Novecento, disegna un panorama di tradizione e cultura partenopee che possiamo riscoprire e assaporare in tutta la loro schietta sincerità.
Pollicenella e i canti de lo carnevale è uno spettacolo che pare fuoriuscire dalle pagine delle Storie e leggende napoletane di Benedetto Croce, o dalle battute corrosive di Raffaele Viviani, oppure dalle commedie surreali di Edoardo Scarpetta. Una tradizione che vive nell’animo di coloro che abitano ed esprimono il meglio della cultura partenopea.
Bravissimi tutti gli interpreti. Dotati di una recitazione spontanea e così com’è priva di accademismi, nel vederli dialogare in modo brillante e nell’andare da una parte all’altra del palco ci si convince, anche se per pochi minuti, di assistere ad uno spettacolo di pura commedia dell’arte, che dal Seicento è giunto fino a noi per insegnarci che la comicità, al pari del dramma, è fra le più alte forme di poesia che l’uomo ha concepito.

Pierluigi Pietricola

Ultima modifica il Venerdì, 28 Febbraio 2020 09:20

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