Di e con Danilo Napoli
Con i Contributi in voce di Gennaro Ciotola e Michele Vargiu
Regia: Yari Gugliucci
Aiuto Regia: Antonietta Barcellona
Elementi di scena: Anna Simeoli
Musiche originali: Francesco D’Acunzi
Costumi: Convitto Nazionale Statale “T. Tasso”
Trucco: Centro Estetica Hermosa
Tecnico Audio-Luci: Eduardo Coscia
Foto di scena: Emanuela Napoli
Progetto grafica locandina: Salvatore Parola
Una Produzione Vitruvio Entretainment & Vitruvio Academy
In Collaborazione Con Arcigay Salerno, Altra Sponda Enna, D’gay Project, Teatro Dei Lupi, Limen Salerno, Convitto Nazionale Statale “T.Tasso” e con Il patrocinio del Comune di Salerno
Nell’ambito del Campania Teatro Festival 2025
Teatro Tedér – Teatro Del Rimedio, Napoli 20 giugno 2025
Uno spettacolo misurato e composto ma che riesce a trasmettere un punto di vista, quello di un serial killer, e una storia con più personaggi anche se sulla scena c’è solo un attore. Questo è Rumore bianco, che vede il giovane attore Danilo Napoli in scena, diretto da Yari Gugliucci, nei panni di un serial killer che ha rapito sua madre per costringerla, in un atto liberatorio, a sentire la loro vita da un altro punto di vista: il suo. Un racconto disperato in cui il protagonista con una mente disturbata spiega il meccanismo che lo ha portato a diventare quello che è: le incomprensioni col padre che lo voleva maschio e che quando ha scoperto le prime avvisaglie della sua tendenza omosessuale, invece di instaurare un dialogo di confronto, lo ha umiliato e punito tanto da farlo scappare di casa alla ricerca del suo posto nel mondo. E poi Rossella la sua prima vittima, una donna transgender che amava profondamente perché era la sua parte femminile, parte che lui non mai potuto vivere serenamente. Il rumore bianco del titolo è riferito a quel suono costante, simile a un sibilo o un ronzio utilizzato in terapia per diversi scopi. Per il protagonista è stato usato per punirlo quando si è presentato al funerale del padre vestito da donna affinché potesse “guarire” definitivamente ricorrendo anche alla religione. Nonostante tutto però quel suono lo attrae e lo spaventa allo stesso modo. Esso poi scandisce i tempi della scena tra un racconto e la notizia al tg di un ennesimo omicidio. La scenografia è minima perché, come suggerisce il regista nelle note, è una trasposizione della mente dell’omicida seriale in cui si vedono pochi indumenti, qualche oggetto tipicamente femminile e una donna seduta su una poltrona. Danilo Napoli ha dato una buona prova attoriale, restituendo un personaggio disperato ma anche lucido nella sua ricerca di giustizia, quella che gli è stata negata ovvero quella di poter essere libero di scegliere. Un monologo, dunque, che denuncia l’omofobia, la transfobia e tutte quelle forme di chiusura mentale. Il ricavato degli spettacoli della Sezione Osservatorio del Campania Teatro Festival 2025 verrà destinato all’Associazione Gazzella ODV, attiva nell’assistenza, cura e riabilitazione dei bambini palestinesi feriti da armi da guerra nella Striscia di Gaza e nei territori palestinesi occupati. Simona Buonaura