di Vercors
regia di Raffaele Esposito
con Raffaele Esposito, Roxana Doran, Thierry Toscan
luci di Luca Bronzo
collaboratore alla drammaturgia Francesco Bianchi
produzione Dondazione Teatro Due
al Teatro Due, Parma, 10 marzo 2018
Raffaele Esposito, attore cresciuto alla scuola del Piccolo Teatro e di Luca Ronconi, è un artista che non si fa spaventare dalle scelte difficili. Così dopo The Brig dell'anno scorso — spettacolo denuncia sulla detenzione realizzato dal Living Theatre nel 1963 e riallestito da Fondazione Teatro Due di Parma — ora è alle prese con Il silenzio del mare, racconto-capolavoro di Vercors, testo simbolo sulla resistenza silenziosa. La storia è ambientata nella Francia occupata dai tedeschi. Un ufficiale nazista (Raffaele Esposito) si insedia nella casa di un vecchio (Thierry Toscan) e di sua nipote (Roxana Doran). Il rapporto è fatto di sguardi sospesi. I francesi oppongono all'ufficiale il loro silenzio che fa da muro alle parole del militare: un uomo colto, un compositore che si ritrova catapultato nella guerra sotto il segno della svastica. Il vecchio e la nipote oppongono al racconto del nazista un mutismo che si fa assordante, se messo in relazione con le parole dell'uomo raffinato, innamorato della Francia, di cui conosce la letteratura, di cui apprezza l'arte eppure tutto ciò non gli ha impedito di aderire al nazismo e soprattutto di lavorare e condividere l'occupazione del paese che tanto ama e alla fine il suo annientamento sotto il segno della svastica. Raffaele Esposito che firma la regia dello spettacolo per cui sceglie uno spazio ristretto in cui il pubblico è addosso agli attori ne percepisce i respiri ne può scrutare i minimi movimenti espressivi. La prossimità con gli attori diviene un motivo di coinvolgimento e di complicità emotiva che mette chi assiste sullo stesso piano di chi agisce. Il silenzio del mare procede per sfumature, per piccoli gesti, per sguardi indagatori, in tutto questo Raffaele Esposito è motore e bersaglio di un conflitto: quello che vede su fronti diversi i due francesi e il loro ospite inquietante, ma anche la raffinatezza di quel musicista innamorato della cultura francese che mal si addice alla barbarie che la divisa che indossa porta con sè. Il silenzio del mare è un lavoro che interroga e inquieta, un esempio di teatro da camera raffinato e curato che fa da stimolo, per chi non lo conoscesse, alla lettura di Vercors.
Nicola Arrigoni