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SEMPER FIDELIS - regia Saverio Tavano

da sin.  Vincenzo Tripodo, Margherita Smedile, Francesco Gallelli in "Semper fidelis", regia Saverio Tavano da sin. Vincenzo Tripodo, Margherita Smedile, Francesco Gallelli in "Semper fidelis", regia Saverio Tavano

di Saverio Tavano pure regista
Interpreti: Margherita Smedile, Vincenzo Tripodo, Francesco Gallelli
Produzione: Compagnia Teatro del Carro
XI Cortile Teatro Festival
Arena Iris di Ganzirri (ME) 5 settembre 2022

www.Sipario.it, 7 settembre 2022

Saverio Tavano trova linfa per i suoi spettacoli nella più antica istituzione sociale: la famiglia. È successo per Patres di cui ci siamo occupati nel recente passato, succede adesso per Semper fidelis, locuzione latina che indica l'eterna fedeltà a capi militari, anticamente pure a imperatori romani, molto simile a quella dell'Arma dei Carabinieri (Nei secoli fedele), che è pure il titolo della pièce riferito anche qui ad un pater (Vincenzo Tripodo), forse più padrone che padre, che di professione fa il tenente di un’arma militare che ubbidisce sino ad certo punto ad un colonello che lo chiama per telefono. Sul palco dell’Area Iris di Ganzirri, poco congeniale al tipo di spettacolo in questione che pretenderebbe uno spazio chiuso, claustrofobico direi, giace soltanto un tavolo e tre sedie, occupate poi dalla madre (Margherita Smedile), dal padre (Tripodo appunto) e dal figlio (Francesco Gallelli). L’atmosfera è pesante e il silenzio si taglia col coltello. I tre formano una piccola famiglia d’una qualsiasi città d’Italia che vive col solo stipendio del padre e adesso sono lì seduti mentre la madre mette nei piatti (inesistenti come la pentola, l’armadio e la finestra) lo spezzatino cucinato tre giorni prima. Certo è curioso vedere padre e madre fare finta di mettere in bocca qualcosa d’inesistente, mentre il figlio col cerone bianco in viso si rifiuta di mangiare, simulando ad un tratto di volersi suicidare con la pistola del padre. Un atto che mette in evidenza il suo malessere, il fatto che la fidanzata l’ha lasciato per un giovane francese, ma in particolare perché non si sente voluto bene da quel padre che lo rimprovera per ogni cosa, mai parole affettuose per lui, continuamente a dargli addosso perché ha la faccia dipinta di bianco, che ha solo voglia di fare il mimo, l’attore, un lavoro per froci, piuttosto che cercarsi un lavoro meno effimero. Non giungono mai alle mani i due perché interviene sempre la madre in grado sempre a spegnere le incazzature di entrambi, riuscendo Margherita Smedile ad entrare nel cuore di questa donna che soffre e accumula fiele per il carattere del marito e capisce meglio suo figlio, ricordando quelle notti insonni quando i suoi pensieri erano rivolti solo a come educarlo. Intanto alcune strane telefonate (il suono gracchiante lo esegue con la bocca la stessa Smedile) scuotono quel nucleo familiare. Trattasi del colonnello che vuole sapere in una certa data dove si trovasse il suo tenente, che evidentemente stazionava in un luogo diverso da quello comunicato. Pare che il figlio sappia come siano andati i fatti, che ricordano in parte quel G8 di Genova di alcuni anni fa e del giovane Carlo Giuliani ammazzato a legnate da alcuni poliziotti. Non si trovava in vacanza a Cortina quel padre ma a Palermo con un collega in una camera di sicurezza dove non riuscivano a cavare dalla bocca d’un giovane innocente chissà quale verità, riempendolo di botte sino a farlo morire per liberarsi infine del suo corpo. Un fatto tenuto segreto chissà per quanto tempo, un a colpa celata il cui solo modo di espiare sarà quello di togliersi di mezzo. E dunque declamando quella locuzione latina, Semper Fidelis, scomparirà dietro le quinte e si sentirà poi un colpo di pistola. Adesso in quella casa con vista a mare la madre potrà aprire la finestra per un nuovo sole e il figlio levandosi quel trucco in faccia le dirà sorridendo che ha fame e che vuole mangiare lo spezzatino. Cinquanta minuti filati salutati alla fine da applausi che non finivano mai rivolti ai tre bravissimi protagonisti che hanno reso realistica la pièce di Tavano. Lo spettacolo sugella l’XI Cortile Teatro Festival, una piccola e meritevole iniziativa estiva diretta da Roberto Bonaventura e da un gruppo di giovani che hanno individuato nelle quattro location messinesi (il Cortile Calapaj-D’Alcontres, l’Area Iris di Ganzirri, il lido Horcynus Orca di Capo Peloro, e la tenuta Rasocolmo di Contrada Piano Torre) un modo per avvicinare un pubblico giovanile al Teatro.

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Sabato, 10 Settembre 2022 22:04

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