sabato, 04 maggio, 2024
Sei qui: Home / S / SANTA GIOVANNA DEI MACELLI - regia Davide Sacco e Agata Tomšič

SANTA GIOVANNA DEI MACELLI - regia Davide Sacco e Agata Tomšič

"Santa Giovanna dei Macelli", regia Davide Sacco e Agata Tomšič. Foto Daniela Neri "Santa Giovanna dei Macelli", regia Davide Sacco e Agata Tomšič. Foto Daniela Neri

di Bertolt Brecht
copyright Suhrkamp Verlag AG Berlin per gentile concessione dell’Agenzia Danesi Tolnay
traduzione Franco Fortini (italiano), Mojca Kranjc (sloveno), Ralph Manheim (inglese)
ideazione, regia e spazio scenico Davide Sacco e Agata Tomšič / ErosAntEros
musiche originali dal vivo LAIBACH
featuring Milan Fras (voce), Mina Špiler (voce, effetti), Bojan Krhlanko (batteria, percussioni), Rok Lopatič (tastiere), Vitja Balžalorsky (chitarra, effetti) composte da Matevž Kolenc, dramaturg Urška Brodar, Florian Hirsch, Aldo Milohnić, Agata Tomšič,
con Klemen Kovačič, Danilo Nigrelli, Ivan Peternelj, Katarina Stegnar, Blaž Šef, Agata Tomšič, Matija Vastl, in video Felix Adams, Marco Lorenzini, Maximilien Ludovicy-Blom, Wolfram Koch, Pitt Simon, Philippe Thelen, in audio Boris Kos, Robert Prebil, Matej Recer, Klemen Ulrih, Vito Weis,
progetto video Akaša Bojić e Luka Umek / Komposter
disegno luci Vincenzo Bonaffini, costumi Arianna Fantin
assistente alla drammaturgia e alla regia Ula Talija Pollak
consulenza linguistica Mateja Dermelj, macchine sceniche Roberto Riccò
costumi realizzati da Eleonora Terzi
foto di scena Daniela Neri
produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Slovensko Mladinsko Gledališče in collaborazione con Cankarjev Dom TNL – Théâtre National du Luxembourg, ErosAntEros – POLIS Teatro Festival, Teatro Stabile di Bolzano
Al Teatro Arena del Sole di Bologna ospite di ERT dal 18 al 21 aprile2024 in prima assoluta

www.Sipario.it, 20 aprile 2024

Sembra che ci siamo ormai dimenticati di ciò che e di dove siamo, inconsapevolmente immersi in una 'nebbia' della ragione che da anni insidia e conquista la nostra mente e il nostro cuore, una nebbia eterodiretta che temiamo abbia invaso, come un mimetico effetto di scena, anche il palcoscenico di molto Teatro, forse nell'oggi, purtroppo, più italiano che europeo.

Sembra che ci siamo dimenticati, dunque che viviamo tuttora, anche più che in passato, in un sistema che fa della diseguaglianza sociale e dello sfruttamento economico dell'uomo, da parte di sempre meno nei confronti dei sempre più, il motore che lo alimenta, in quello squilibrio 'strutturale', già individuato da Carlo Marx, che produce e preserva il 'Capitale' economico quale unica forma di ricchezza ipotizzabile.

Ormai 'spacciato' come naturale pulsione dell'umanità, essendo però in realtà sovra-strutturale prigione, abbiamo fin difficoltà a chiamarlo con il suo vero nome, “capitalismo” appunto, come se fossimo stati un po' alla volta allontati anche dal pensiero di sovvertirlo, o almeno in qualche modo di cambiarlo.

Mi disse una volta Edoardo Sanguineti, nella sua acuta percezione della evoluzione dei tempi: “abbiamo perduto complessivamente la coscienza di classe”, così che la guerra di classe rimane ed è sempre più forte ma senza più la consapevolezza dei vinti.

Hannno fatto dunque bene gli artisti di ErosAntEros i bravi Agata Tomsic e Davide Sacco, collaborati egregiamente dal gruppo musicale sloveno Laibach, a ricordarci tutto ciò, e il dolore, questo sì naturalmente umano, che ferisce la vita degli uomini e delle donne, talora anche dei pochi di cui sopra, anch'essi espropriati della propria umanità ed in essa alienati.

L'hanno fatto recuperando alla memoria un testo essenziale di Bertolt Brecht, un testo che ormai si avvia al secolo di vita ma rimane ancor più dell'oggi, Santa Giovanna dei Macelli appunto, epitome del suo “Teatro Epico” ma lontano da ogni tentazione propagandistica, anzi attento a mostrare il tragico paradosso di comportamenti, tra proletariato e capitale, all'apparenza conflittuali ma nei fatti alienatamente sfruttati dalla classe proprietaria.

D'altra parte era (allora?) appena finita la “Grande Guerra” e già si affacciava un altro terribile conflitto, un pericolo abilmente sfruttato per nascondere le stridenti contraddizioni del sistema (la crisi del '29). Lo scrive lo stesso Brecht a commento dello shakespeariano Coriolano: “Abbiamo la contraddittoria unità tra patrizi e plebei, che viene ad essere complicata dalla contraddizione, dal contrasto, con un popolo confinante, i Volsci. Quest'ultima contraddizione è la principale. L'altra, quella tra patrizi e plebei – la lotta di classe – è <<accantonata>>...”.

L'intelligente messa in scena della compagnia ravennate sa cogliere nei complessi e anche repentini cambiamenti di questo “Sistema”, in particolare la cosiddetta globalizzazione, le apparenze mutate di una struttura che rimane quella che è sempre stata, lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, diventato però ancora più diseguale, con meno ricchi sempre pù ricchi e molti più poveri sempre più poveri, tanto da essere diventata, da lotta di classe, una guerra contro l'umanità nel suo complesso, vedi la crisi climatica a solo ma rappresentativo esempio.

Lo scrivono esplicitamente nel foglio di sala: “la verità che il drammaturgo tedesco tentava di svelare è quella della rapina nell'interesse di pochi, nascosta sotto l'apparenza di un ordine che si presenta come immodificabile e costituito per il bene di tutti, rapina di cui siamo vittime e carnefici.”

Talora, aggiungerei, contemporaneamente.

Il primo essenziale elemento di questa trasformazione nella piena fedeltà di Santa Giovanna dei Macelli” è il plurilinguismo, prevedendo la messa in scena tre lingue diverse (italiano, sloveno e inglese) a ricordare che viviamo ora in un mondo 'globale' ma anche in tante 'piccole patrie' chiuse in se stesse.

Il secondo è l'utilizzo della musica, dal vivo ricordiamo con il gruppo orchestrale Laibach, in questo che non è uno dei drammi in musica di Brecht e che 'riscrive' il tessuto del testo in sonorità non solo molto moderne ma soprattutto dure e penetranti che creano un ambiente straordinariamente alienante al modo brechtiano (distaccarsi dall'epos per capirlo).

Mi permetto, ma la complessità dello spettacolo lo richiede, un'altra piccola citazione del grande drammaturgo tedesco, ora un po' dimenticato anch'esso: “In parole pratiche, la musica gestuale è una musica che consente all'attore di eseguire determinati gesti fondamentali”.

Infine è di grande interesse estetico la traslazione figurativa dello scenario epico realizzata con le ripetute proiezioni di video, talora non facili da 'digerire', girate in 'macelli' contemporanei ad enfatizzare il carattere fisico e dunque concretamente materico delle contraddizioni evidenziate.

Superfluo raccontare la vicenda, più che nota, vale però la pena di soffermarci sul personaggio che dà il titolo alla drammaturgia e che è il baricentro in fondo di ogni contraddizione, una funzione che proprio il multilinguismo dell'approccio scenico svela e mette in luce nel suo stesso nome Joanna Dark, che, in evidente assonanza con Santa Giovanna d'Arco, esprime insieme la luce e il buio (dark) di una vita votata al bene e coartata al male con l'inganno da un capitalista finto 'umanitario', fino al suo suicidio. 

Un capitalista che 'dirige' l'orchestra di tutte quelle vite in scena, anche dei suoi soci-avversari.

Giovanna è una sorta di 'missionaria' a metà tra la crocerossina e una soldatessa dell'Esercito della Salvezza, che ricorda in qualche modo il personaggio femminile del quasi coevo film di Fritz Lang Metropolis, ove lo sdoppiamento è portato alle sue estreme conseguenze (è insieme una donna e un robot diretto dal capo industriale).

Uno spettacolo complesso, assai stratificato e dalle molte suggestioni e anche dalle innumerevoli implicazioni che i due ErosAntEros gestiscono 'bravamente' (anche nel senso del coraggio oggi necessario), scenicamente, musicalmente e recitativamente di grande qualità pur se con qualche slabbratura narrativa da ricucire. Scenografie e costumi, tragicamente militareschi, sono coerenti conservando però una loro autonoma bellezza.

Talora positivamente 'sconcertante' è stato molto applaudito da un pubblico numeroso.

Maria Dolores Pesce

Ultima modifica il Domenica, 21 Aprile 2024 03:23

Iscriviti a Sipario Theatre Club

Il primo e unico Theatre Club italiano che ti dà diritto a ricevere importanti sconti, riservati in esclusiva ai suoi iscritti. L'iscrizione a Sipario Theatre Club è gratuita!

About Us

Abbiamo sempre scritto di teatro: sulla carta, dal 1946, sul web, dal 1997, con l'unico scopo di fare e dare cultura. Leggi la nostra storia

Get in touch

  • SIPARIO via Garigliano 8, 20159 Milano MI, Italy
  • +39 02 31055088

Questo sito utilizza cookie propri e si riserva di utilizzare anche cookie di terze parti per garantire la funzionalità del sito e per tenere conto delle scelte di navigazione. Per maggiori dettagli e sapere come negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie è possibile consultare la cookie policy. Accedendo a un qualunque elemento sottostante questo banner si acconsente all'uso dei cookie.

Per saperne di più clicca qui.