di Francesca Garolla
regia Renzo Martinelli
con Liliana Benini, Maria Caggianelli, Francesca Garolla,
Viola Graziosi, Alberto Malanchino, Alberto Onofrietti
assistente regia Mattia De Pace
luci Mattia De Pace
suono Giuseppe Ielasi
costumi Laura Claus
produzione Teatro i con il sostegno di Fabulamundi Playwriting Europe e NEXT
foto Laila Pozzo
Teatro i, Milano, dal 14 novembre al 6 dicembre 2018
Haner e il coraggio rischioso di essere liberi
Francesca Garolla affronta un tema importante, quello della libertà individuale. Tema che diventa scottante nel momento in cui, in particolare, come fa l'autrice, lo si voglia declinare nella scelta di una religione e, nell'ipotesi più delicata, delle sue punte più estremiste. Al centro della storia c'è una ragazza, Haner, che improvvisamente scompare. I genitori rimangono allibiti quando scoprono che la figlia è fuggita in Siria per arruolarsi nelle file del fondamentalismo islamico. Gli amici, invece, hanno una reazione più rispettosa di questa scelta, anche se, una delle amiche lascia intendere una certa stranezza nella natura caratteriale della ragazza. Davanti a un microfono scorrono i pensieri intimi di tutti i personaggi su quanto è accaduto. Che si risolvono in un insieme di emozioni che tradiscono, da parte di qualcuno, sbigottimento o accusa, da parte di altri, una velata giustificazione. Un insieme totale di emozioni che ha il sapore finale di un giudizio sospeso. La drammaturgia, contiene, poi, alcuni riferimenti all'Iliade e al personaggio di Andromaca che "tingono" di classicismo i temi trattati.
La pièce è un tentativo interessante di affrontare un problema attualissimo della società occidentale contemporanea. In "Tu es libre" vince la libertà indipendentemente dalle scelte a cui conduce. Anche se, dobbiamo dirlo, è la libertà, quella di Haner, a condurre la ragazza verso una scelta il cui tratto principale è proprio l'assenza di libertà. Tutta la storia scorre sulle reazioni emotive dei personaggi dopo il colpo di scena iniziale, la scomparsa della ragazza. Qualche altra deviazione narrativa avrebbe, forse, dato maggiore interesse. Le scene, talvolta, si accavallano alle sotto scene rischiando di perdere l'attenzione del pubblico. Nel complesso, abbiamo apprezzato la volontà coraggiosa dell'autrice di aver affrontato un tema che, per la sua "pericolosità", può, istintivamente, tenere lontani.
Andrea Pietrantoni