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TROIANE - regia Marco Bernardi

Troiane Troiane Regia Marco Bernardi?

di Euripide??
Regia Marco Bernardi?
Con Patrizia Milani, Carlo Simoni, Sara Bertelà, Corrado d'Elia, Valentina Capone, Gaia Insenga, Riccardo Zini, Valentina Bardi, Valentina Morini e Karoline Comarella
Traduzione Caterina Barone, ?Scene Gisbert Jaekel?, Costumi Roberto Banci, ?Suoni e immagini Franco Maurina, ?Luci Lorenzo Carlucci?
Produzione Teatro Stabile di Bolzano
Teatro Carcano, Milano dal 21 novembre al 2 dicembre 2012

www.Sipario.it, 25 novembre 2012

Marco Bernardi dà una versione personale delle Troiane di Euripide, portando in scena il dramma della guerra in un costante intreccio tra antico e moderno. Splendide le figure di Poseidone (Carlo Simoni) e Atena (Valentina Capone) che emergono dal buio della sala in un chiarore marmoreo, rimandando a immagini statuarie di edifici classici. Sono loro ad aprire e chiudere lo spettacolo, restituendoci la centralità delle divinità nelle tragedie greche e la sensazione di assistere a un racconto d'altri tempi.?Tuttavia un altro spaccato temporale si dischiude ben presto di fronte a noi. Terminato il prologo, gli dei scompaiono lasciando che il palco accolga le macerie di una città distrutta, una ricostruzione realistica che rinvia alla contemporaneità. Il rimando all'oggi è reso ancor più esplicito dall'intervento saltuario di proiezioni che spezzano il corso della storia, riportandoci a fatti di cronaca mondiale e creando un impatto emotivo che contribuisce a rendere esponenziale il contenuto ravvisato nella tragedia di Euripide. Decisamente moderne si rivelano le figure di Andromaca (Sara Bertelà) ed Elena (Valentina Bardi) e l'uso della videocamera che farà Taltibio (Corrado d'Elia), non lasciando dubbi sulla volontà registica di rileggere il testo in chiave contemporanea.?Dall'inizio alla fine la sala è pervasa dai lamenti delle troiane violentate, depredate degli affetti più cari, sospese in un futuro incerto, rese schiave e private di ogni speranza. Una lunga litania in cui convergono più voci, una danza del dolore che ruota attorno a Ecuba, nell'intensa e toccante interpretazione di Patrizia Milani. Madre, moglie e regina, in lei convergono e sopravvivono le origini familiari e politiche della città distrutta e davanti a lei Cassandra (Gaia Insenga) e Andromaca grideranno la propria sventura e piangeranno il proprio dolore. A sorreggerla in tale costante presenza scenica è il Coro, composto dalle bravissime Valentina Morini e Karoline Comarella.?Euripide ci parla della guerra dal punto di vista di chi è sopravvissuto alla distruzione e la sua originalità sta proprio in questo ribaltamento di prospettiva: a narrare la storia non sono i vincitori ma i vinti e non sono gli uomini ma le donne. Nel dolore di queste figure, che racchiudono in sé la fragilità di chi è sconfitto e la sensibilità del femmineo, scorgiamo con forza l'insensatezza e la disumanità di ogni violenza.

Serena Lietti

Ultima modifica il Lunedì, 23 Settembre 2013 07:05
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