scritto e diretto da Francesca Zanni
con Rolando Ravello e Crescenza Guarnieri
musiche originali di Daniele Silvestri
fotografia Fabio Lovino
Progetto Teatroinascolto de La Casa dei Racconti 2008
Basta poco per rimettersi la bocca. Basta, ogni tanto, abbandonare i grandi eventi proposti da organismi di produzione super finanziati, stabili e no, per rifugiarsi in quei teatri che danno spazio a compagnie, chiamiamole alternative, che pur non accedendo a contributi pubblici, si dedicano anima e corpo a proposte teatrali di grande interesse drammaturgico, d'impegno sociale, culturale, per ritrovare il senso del fare teatro. E' ciò che mi è capitato, grazie alla perspicacia dell'addetta stampa della compagnia che telefonicamente ha giustamente insistito finché ho accettato l'invito, e per questo mi complimento pubblicamente. Al Teatro Verdi di Milano, ho ascoltato un bel testo di una giovane autrice italiana e regista, Francesca Zanni, titolo "Tango", che, ispirandosi ad una fatto tragico accaduto durante il periodo dei "figli rubati" dei desaparecidos, durante il golpe dei militari in Argentina, ha dato corpo a una scrittura che si snoda su due monologhi che procedono in maniera parallela, ma alternandosi, nei modi e tempi giusti, in modo da creare una linea comune di una storia che poi porterà all'unione dei due protagonisti che concludono il loro percorso narrativo in una" tango dialogico" emblematico.
La storia merita di essere conosciuta per comprendere anche il periodo storico in cui i diritti umani, con torture, maltrattamenti fisici e psicologici venivano calpestati e che per molto tempo la stampa governativa della dittatura militare bandiva. In pochi sapevano che la sottrazione e adozione dei bambini nati da donne sequestrate illegalmente era una consuetudine da parte dei sequestratori.
La storia si dipana in un unico ambiente, corredato di pochi elementi, essenziali per poter proporre lo spettacolo anche in spazi non teatrali, dove un uomo e una donna raccontano direttamente al pubblico la loro storia. I racconti si intrecciano tra il presente e il passato e il pubblico è il protagonista di questi passaggi alternati.
Clara nel '76, per ragioni ingiustificate, è in carcere e subisce una violenza da parte di un militare graduato, rimanendo incinta. Il colonnello, che da lì a pochi giorni dal parto, ucciderà la donna facendola precipitare da un aereo, viva, in mezzo all'oceano, adotterà il bambino, di nome Miguel, il quale, adulto ai giorni nostri, racconta al pubblico la sua vita in casa del carnefice; una vita priva di motivazioni, carica di noia, un brutto rapporto col padre; ma quando qualcuno gli farà sapere che lui è un figlio adottivo, la vera madre è Clara, si ha il vero colpo di scena che l'autrice ci offre riunendo madre e figlio in quel "Tango" di cui si è detto.
La Zanni ha trovato due giovani interpreti, Crescenza Guarnieri e Rolando Ravello, intensi, bravi e ligi al dettato registico che ha puntato più sul dire dei racconti che il sentire, il recitare, per conferire alla messa in scena quella dialettica straniata, per un coinvolgimento responsabile del pubblico, che non ha lesinato gli applausi.
Mario Mattia Giorgetti