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NIENTE PIU' NIENTE AL MONDO - regia Nicola Pistoia

Niente, più niente al mondo Niente, più niente al mondo Regia Nicola Pistoia

di Massimo Carlotto
Adattamento e regia di Nicola Pistoia
Con Crescenza Guarnieri
Produzione: Teatro Argot di Roma 2008

www.Sipario.it, 3 agosto 2008

Niente più niente al mondo ( frase tratta dal Cielo in una stanza di Paoli cantata da Mina) è un monologo scritto in stile “Teatro verità” da Massimo Carlotto, adattato e messo in scena da Nicola Pistoia e recitato in modo sorprendente da una straordinaria Crescenza Guarnieri. La quale in 60 minuti, sola sulla scena della Sala Laudano, racconta la vita attuale meglio di qualunque trattato si sociologia e diventa la voce amplificata di milioni di donne che tirano avanti la vita con poco più di mille euro al mese. La Guarnieri agghindata di solo sottoveste da quattro soldi, seduta accanto ad un tavolo con sopra una cassetta d’acqua minerale e sorseggiando il Vermuth d’una bottiglia che tiene in mano, vomita tutto ciò che gli passa per la testa, traendo spunto da ciò che è scritto su un diario che si scoprirà essere della sua unica figlia. A servizio a sei euro e mezzo l’ora, con un marito metalmeccanico disoccupato e una figlia di vent’anni che la fa andare letteralmente fuori di testa sia per gli amici che frequenta, sia per la sua scarsa attitudine ad una sistemazione decente, la donna parla della sua vita di privazioni, sintetizzata nella spesa che fa solo nei discount periferici e in quei tanti vestiti inavvicinabili esposti in luminose vetrine nelle passeggiate del sabato pomeriggio. Certo la donna non legge Sartre o Proust, si limita solo alla lettura di Novella2000 o di Sorrisi e Canzoni e i modelli da imitare sono quelli televisivi raffigurati in un Costantino qualunque e in tutto quel parapiglia stereotipato di personaggi che risplenderanno sulla ribalta solo per poco. Parla la donna, col cuore gonfio di rimpianti e senza mai essere patetica. I suoi sfoghi ruotano attorno alle marche dei prodotti e alle promozioni televisive, ai frigoriferi pieni d’ogni-ben-di-dio lì dove va a lavorare e a quel suo modo quasi da caos calmo o da delirio pacato, di spiattellare cifre e prezzi d’ogni cosa, compreso il Viagra a 80 euro per quattro pastiglie, per complessivi 180 euro mensili per otto scopate. E’chiaro che questa condizione esistenziale conduce alla follia, anche alla possibilità di compiere gesti insani, come puntualmente avverrà, facendone le spese la sua amata figlia che s’era pure permessa di scrivere sul diario che era pure una stronza. Spettacolo da non perdere.

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Domenica, 06 Ottobre 2013 12:21

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