Il personaggio principale è proprio Mattia, che narra in prima persona. Mattia vive a Miragno, in un immaginario paese della Liguria, presso una famiglia benestante, grazie al padre che ha trovato fortuna nel gioco prima della sua morte. L'erede del patrimonio è proprio Mattia, insieme al fratello; essi affidano l'intero patrimonio all'amministratore Batta Malagna, un "amministratore" poco onesto, tanto che arriva a rubar loro i soldi. Vista la brutta gestione del loro patrimonio, i due fratelli perdono tutti i loro soldi, tanto che Mattia è costretto ad andare alla ricerca di un lavoro e nel frattempo a vivere con la moglie Romilda (la nipote "dell'amministratore"), che è in attesa di un bimba/o, a casa della suocera Marianna.
Ma il rapporto fra Mattia e la suocera non è sereno e così Mattia decide di partire; precisamente si reca a Monte Carlo, per andare alla ricerca di fortuna e chissà, magari, per arricchirsi nuovamente grazie al gioco, come è successo al padre.
Durante il percorso verso casa, sul treno, gli capita tra le mani un giornale, in cui legge qualcosa di incredibile. Tra le notizie, la cronaca di un suicidio e quel corpo trovato in fase di decomposizione che è stato identificato proprio con quello suo.
Inizialmente confuso, incomincia a pensare a tutto quello che cambierà dopo quella determinata notizia, tanto che la giudica come qualcosa di positivo, per dar modo di dar "una svolta" alla sua vita e lasciare alle spalle tutto ciò che lo delude e non lo rende soddisfatto. Così, abbandona il suo vecchio nome e ne utilizza uno nuovo "Adriano Meis"; dopo un periodo trascorso in viaggio (Italia e Germania), decide di fermarsi a Roma (prendendo in affitto una stanza dal signor Paleari). Qui, sono tanti i problemi che riscontra e che dovrà cercare di superare, perché, essendo sprovvisto di documenti e di un'identità, non può far nulla (neanche denunciare un malfattore che tenta di derubarlo o picchiarlo), e tutto ciò lo angoscia.
Nel frattempo si innamora di Adriana, figlia del proprietario che gli ha affittato la stanza, ma che non può sposare per la mancanza di documenti.
Così, torna nella sua vecchia città natìa (Miragno), dopo due anni.
Ormai sono tante le cose che sono cambiate durante il suo periodo di "assenza": la moglie ha sposato un vecchio amico di Mattia, Pomino, e addirittura da questo legame è anche nata una figlia. Lui riprenderà il suo lavoro e scriverà la sua storia. Poiché tutti lo credono morto, è proprio come un estraneo in città, tanto che l'unica cosa, oltre al lavoro, che può fare è quella di andar a visitare la propria tomba, portando dei fiori per se stesso.
Dal libro si può evincere che i soldi non fanno la felicità, perché ciò che è fondamentale nella vita di ogni essere umano sono gli affetti, i sentimenti e l'amore che ci lega alle persone care, cioè la FAMIGLIA. Anche se in certi momenti credi di potercela fare senza di essa, sarà sempre e solo una fase passeggera, perché sarà sempre lì che torni, sempre e comunque e, soprattutto, a qualsiasi età.
Bisogna essere sempre contenti di ciò che si ha e farne anche un buon uso, perché ci sarà sempre qualcosa che mancherà in ognuno di noi. Bisogna saper accettare ed essere sempre soddisfatti di se stessi in qualsiasi momento e godersi ogni attimo di tempo senza guardare indietro, perché il tempo passa velocemente e cambia ogni cosa.Quello che si lascia non rimarrà mai tale per come lo abbiamo lasciato.
Recensione del libro "Il fu Mattia Pascal"
Recensione redatta da Silvia Cucchiara
Classe V C SIA
ITET "G. Garibaldi" Marsala
Docente referente: Maria Rita Bellafiore
"Il fu Mattia Pascal" è un romanzo scritto da Luigi Pirandello nel 1903.
La Redazione
Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.
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