Numerose e diverse culture hanno delegato alle donne ruoli ben precisi, limitati alla procreazione e alla cura della prole e della casa.
Sin dai tempi antichi la donna veniva vista come un soggetto debole vulnerabile e non capace, doveva quindi essere protetta da un uomo.
La donna era considerata un peso sia per l'uomo che per la società.
L'emancipazione femminile ha rappresentato la voglia di riscatto delle donne verso una uguaglianza di genere.
Oggi la vita delle donne è molto diversa da quella delle loro antenate non solo nel mondo occidentale ma anche in Sudamerica ed in Estremo Oriente.
Cosa ben diversa invece in Medio Oriente, in Africa e nel subcontinente indiano dove la parità è un miraggio, in certi paesi inoltre, come l'Afghanistan e l'Iran i loro diritti erano tutelati in passato ma sono stati calpestati con l'avvento di politiche più restrittive nei confronti delle donne.
Il ritorno al burka testimonia appunto il ritorno all'arretratezza e alla negazione dei diritti delle donne che si sono viste private di ogni diritto civile e forma di libertà.
Prigioniere del burka non possono frequentare scuole università e la casa è diventata il luogo della loro segregazione.
In alcuni paesi come il Marocco o la Malesia l'emancipazione è concessa solo alle donne di rango superiore, nelle zone rurali l'inferiorità continua, così come il carico di lavoro che il genere femminile sopporta da sempre.
Quindi la condizione della donna non è uniforme nel pianeta. La maggior parte di esse vede continuamente calpestati i propri diritti o completamente negati.
Fortunatamente in occidente non è più così, le donne hanno lottato duramente per secoli per ottenere i diritti di uguaglianza.
Donne che hanno lottato rischiando la propria vita per ottenere i propri diritti ,eroine di un mondo ottuso e cieco che era incapace di capire che le persone sono uguali indipendentemente dal sesso.
La lotta delle donne ci riporta all'origine della festa delle donna, quando 129 operaie di una industria tessile di New York morirono bruciate perché protestavano per le disumane condizioni di lavoro.
Ancora oggi si pensa che la libertà delle donne è ancora condizionata dalla disuguaglianza. Sono libere le donne benestanti, ma non le altre, le donne che per la loro condizione sociale sono in un piano diverso rispetto alle donne delle zone rurali o del Sud del mondo.
Indicatori sociali ed economici mostrano che sono le donne a sopportare il peso maggiore dell'arretratezza culturale ed economica nelle comunità più povere.
Tre quinti del miliardo di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà sono donne. Dei 960 milioni di analfabeti, due terzi sono donne, ragazze e bambine. Ogni giorno 1.600 donne e più di 10.000 neonati perdono la vita per cause legate alla gravidanza e al parto. 1 donna su 5 nel mondo ha subito una qualche forma di violenza. Le statistiche indicano che la violenza contro le donne è un fenomeno universale e che ha varie forme: fisica, sessuale, psicologica ed economica, disparità nelle cure e nell'alimentazione, carichi di lavoro eccessivo e socialmente poco riconosciuto.
Inoltre, le politiche antinataliste adottate in India e in Cina per ridurre il numero dei figli per famiglia, nel tentativo di frenare i gravi problemi di sovrappopolazione, sono ricadute sulle bambine che , considerate inutili ,venivano abortite o abbandonate subito dopo la nascita.
Gli organismi internazionali come l'Onu cerca di promuovere riflessioni e azioni per il miglioramento della condizione della donna.
Nel 2005, noi italiani abbiamo ricevuto alcuni consigli da uno speciale comitato dell'Onu (il Comitato per l'eliminazione della discriminazione contro le donne), che denunciava la tendenza, in Italia, a mercificare il corpo femminile nei media (TV, pubblicità) e a relegare la donna in ruoli subalterni. Il comitato dell'Onu osservava che "tali atteggiamenti sono la causa della posizione svantaggiata delle donne sul lavoro e nella politica", e consigliava di "promuovere un'immagine delle donne alla pari in tutte le sfere della vita".
In Italia proliferano i concorsi di bellezza, gli spettacoli televisivi mostrano donne poco vestite, che vengono utilizzate per la loro avvenenza. Negli ultimi decenni, i media occidentali puntano a fare in modo che la donna abbassi il concetto che ha di se stessa, fino a ritenere di valere soltanto per le sue qualità estetiche.
L'invasione massiccia di questi programmi e delle pubblicità, rischiano di farci perdere di vista che prima ancora di essere donne o uomini, siamo persone, e come tali abbiamo diritto al rispetto del nostro corpo e della nostra dignità di esseri umani. Le risorse dell'uomo sono sia "maschili" che "femminili", e risulta impossibile un vero progresso culturale e umano se non si integrano tutti gli aspetti, e se non si diventa capaci di rispettare ogni essere umano nel suo valore di persona.
La condizione femminile
redatto da Marika Giacalone e Lamia Rosita
classe IV A T, Istituto Tecnico Statale " G. Garibaldi" – Marsala
Docente referente: Teresa Titone
Ancora oggi uno dei problemi che affligge il mondo è la disparità e la condizione della donna non solo nei paesi poveri ma anche nei paesi occidentali e più industrializzati.
La Redazione
Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.
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