Teatro Comunale Filodrammatici
Antonio Rezza / Flavia Mastrella PITECUS con Antonio Rezza Uno spettacolo che analizza il rapporto tra l'uomo e le sue perversioni: laureati, sfaticati, giovani e disperati alla ricerca di un'occasione che ne accresca le tasche e la fama, pluridecorati alla moralità che speculano sulle disgrazie altrui, vecchi in cerca di un'identità che li aiuti ad ammazzare il tempo prima che il tempo ammazzi loro, persone che tirano avanti una vita ormai abitudinaria, individui che vendono il proprio corpo in cambio di un benessere puramente materiale, esseri che viaggiano per arricchire competenze culturali esteriori e superficiali. |
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Teatro Gioia Teatro Gioco Vita NATA DALLE TENEBRE un progetto a cura di Fabrizio Montecchi e Nicoletta Garioni musiche Paolo Codognola
La notte mi accompagna |
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Teatro Comunale Filodrammatici
Teatro Sotterraneo BE LEGEND!
concept e regia Teatro Sotterraneo
Cosa vuoi fare da grande? |
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Teatro Comunale Filodrammatici
Teatri di Vita JACKIE E LE ALTRE
di Andrea Adriatico
La maestà si vede e non si vede. Occorre un buon portamento del capo, da imbrigliare e fissare in una foto, come ostaggi di se stessi. Come amanti di se stessi. I personaggi di Elfriede Jelinek (Premio Nobel 2004) non sono altro che corpi che danno parole. Le loro parole cercano identità, non personificazioni. Jelinek congela la storia e procura una visione "mitica" dell'esistenza. Come con Jackie Kennedy Onassis, eroina e metafora del femminile contemporaneo. O con Jörg Haider, il leader austriaco preda di un delirio populista alla nazione. Il nostro raccontare il mito parte da qui, da queste parole, da uno sguardo tagliente sul mondo, deluso, scanzonato, eppure acuto, che sa di vita. Parte dalle nostre Jackie. E dalle altre... in una moltiplicazione infinita: IO. LEI. L'ALTRA...
a pina |
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Teatro Comunale Filodrammatici
Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse/Accademia degli Artefatti I, BANQUO
di Tim Crouch
"Prova solo ad immaginare". Così inizia la tragicommedia di Tim Crouch in cui Fabrizio Arcuri dirige per la prima volta Enrico Campanati. Protagonista della vicenda è Banquo, generale dell'esercito scozzese di Re Duncan, che viene ucciso da tre sicari ingaggiati da Macbeth per eliminare un pericoloso avversario nella salita al trono. Banquo muore e torna come fantasma diventando il protagonista/testimone dell'intera vicenda: entra in scena vestito di bianco e inizia a raccontare dall'aldilà la sua versione dei fatti. Testimone impassibile degli intrighi e delle follie di palazzo non può far niente per impedire che il destino dei diversi personaggi si compia. Racconta gli omicidi, la violenza, la follia e le guerre che si susseguono aumentando l'efferatezza e l'orrore degli eventi, analizzando i comportamenti dei diversi personaggi senza mai giudicarli se non in maniera tollerante. Enrico Campanati veste i panni di Banquo in un appassionante one-man show che muove il pubblico tra risate e lacrime. |
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Teatro Comunale Filodrammatici Fratelli Dalla Via MIO FIGLIO ERA COME UN PADRE PER ME
di e con Marta Dalla Via, Diego Dalla Via
La prima generazione ha lavorato. La seconda ha risparmiato. La terza ha sfondato. Poi noi. C'è una bella casa, destinata a diventare casa nostra. È qui che abbiamo immaginato di far fuori i nostri genitori. Per diventare noi i padroni. Non della casa, padroni delle nostre vite. Niente armi, niente sangue. Un omicidio due punto zero. Fuori dalle statistiche, fuori dalla cronaca, un atto terroristico nascosto tra le smagliature del quotidiano vivere borghese. Il modo migliore per uccidere un genitore è ammazzargli i figli e lasciarlo poi morire di crepacuore. Era il nostro piano perfetto. Poi è arrivata la crisi, a rovesciarci addosso lo specchio del nostro benessere. Alimentazione, sport, lavoro, affetti, infine la morte, tutto risponde ad un'oscillazione bipolare tra frenesia e stanchezza. Noi, in fondo, viviamo per questo: per arrivare primi, e negare di aver vinto. |
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Teatro Comunale Filodrammatici
Fibre Parallele LO SPLENDORE DEI SUPPLIZI
di e con Licia Lanera e Riccardo Spagnulo
Nelle piazze delle città d'Europa, in un tempo non troppo lontano, si mandavano a morte attraverso un percorso di sofferenze crescenti, migliaia di criminali, i quali giungevano alla loro fine in maniera lenta e dolorosa. Lo spettacolo della punizione andava in scena seguendo un cerimoniale preciso, in cui il pubblico partecipava attivamente con sputi, spintonamenti e insulti. |
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Teatro Gioia
Orchestra Luigi Cremona CINEMA AMORE MIO
dirige Carlo Pisani
Le colonne sonore ci accompagnano nella visione di un film sottolineando i momenti più drammatici o più felici. Sono quelle musiche che ci restano in mente o che comunque molto spesso hanno così grande successo da avere vita propria al di là della pellicola per cui sono state concepite. Alcune colonne sonore sono rimaste memorabili nella storia del cinema e alcuni sodalizi celebri tra compositori e registi hanno finito per diventare il tratto distintivo nella filmografia di questi ultimi: si pensi alle musiche di Ennio Morricone per Sergio Leone. |
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Teatro Municipale
Franco Branciaroli ENRICO IV
di Luigi Pirandello
Considerato il capolavoro teatrale di Pirandello insieme a Sei personaggi in cerca di autore, Enrico IV è uno studio sul significato della pazzia e sul tema caro all'autore del rapporto, complesso e alla fine inestricabile, tra personaggio e uomo, finzione e verità. Scrive il drammaturgo agrigentino in una lettera: «Circa vent'anni addietro, alcuni giovani signori e signore dell'aristocrazia pensarono di fare per loro diletto, in tempo di carnevale, una "cavalcata in costume" in una villa patrizia: ciascuno di quei signori s'era scelto un personaggio storico, re o principe, da figurare con la sua dama accanto, regina o principessa, sul cavallo bardato secondo i costumi dell'epoca. Uno di questi signori s'era scelto il personaggio di Enrico IV; e per rappresentarlo il meglio possibile, s'era dato la pena e il tormento d'uno studio intensissimo, minuzioso e preciso, che lo aveva per circa un mese ossessionato». Il personaggio di Enrico IV, del quale magistralmente non ci viene mai svelato il vero nome, quasi a fissarlo nella sua identita fittizia, è descritto minuziosamente da Pirandello. Enrico e vittima non solo della follia, prima vera poi cosciente, ma dell'impossibilità di adeguarsi ad una realtà che non gli si confa più, stritolato nel modo di intendere la vita di chi gli sta intorno e sceglie quindi di "interpretare" il ruolo fisso del pazzo. |
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Teatro Municipale
Alessandro Bergonzoni NESSI
di e con Alessandro Bergonzoni
Nessi, ovvero connessioni ma anche fili tesi e tirati, trame e reti,tessute e intrecciate per collegarsi con il resto del pianeta. O meglio dell'universo. Perchè infatti e proprio questo il nucleo vivo e pulsante del nuovo spettacolo dell'artista bolognese: la necessità assoluta e contemporanea di vivere collegati con altre vite, altri orizzonti, altre esperienze, non necessariamente e solamente umane che ci possono cosi permettere percorsi oltre l'io finito per espandersi verso un "noi"veramente universale. Bergonzoni, per questo quattordicesimo spettacolo da lui scritto e interpretato e diretto in coppia con Riccardo Rodolfi, si trova quindi in un'assoluta solitudine drammaturgica, al centro di una cosmogonia comica circondato da una scenografia "prematura", da lui concepita, alle prese con un testo che a volte potrebbe anche essere, e questa è una vera e propria novità, una candida e poetica confessione esistenziale. Senza per questo rinunciare alla sua dirompente visione stereoscopica che è diventata, in questi anni, materia complessa, comicamente eccedente e intrecciata in maniera sempre più stretta tra creazione-osservazione-deduzione. Ma sicuramente i "Nessi" bergonzoniani, e la loro conseguente messa inscena, ci mostreranno quel personalissimo disvelamento, di fatto la vera cifra stilistica di questo artista, che porta molte volte anche grazie ad una risata, dallo stupore alla rivelazione. |
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Teatro Municipale
Alessandro Preziosi DON GIOVANNI
con Alessandro Preziosi Don Giovanni è un mito senza tempo, estremamente moderno, rielaborato innumerevoli volte in diverse epoche e da differenti personalità artistiche, ma nonostante di Don Giovanni si sia tanto scritto e discusso, il personaggio non si lascia definire, resta per cosi sfuggente. Il desiderio di riproporre oggi una visione originale di questo classico nasce dalla consapevolezza che il personaggio disegnato e ancora oggi di grande attualità e dalla volontà di prenderne palpabile il processo creativo che lo ha fermato nel testo di Molière, con la prospettiva visionaria di dar luogo a qualcosa di inesplorato e di ripercorrere con occhi contemporanei il viaggio di chi ci ha preceduto. L'obiettivo di una regia pensata come nel cinema oggi si fa con il tridimensionale e di accendere nella fantasia degli spettatori il piacere dei sensi, facendo materializzare sotto i loro occhi uno dei più affascinanti archetipi letterari della cultura occidentale.(...) Don Giovanni, con la sua frenesia, il suo essere oltre, il suo slancio vitale e il suo destino di morte, attira tutti gli altri personaggi, sia uomini che donne; anche quando lo odiano o lo negano, non fanno che pensare a lui, parlare di lui, agire per lui. |
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Teatro Municipale
Teatro Stabile di Napoli/Théâtre National-Bruxelles/Festival d'Avignon/Folkeatern-Göteborg LE SORELLE MACALUSO
testo e regia Emma Dante
La scena è vuota e buia. Soltanto ombre abitano questo vuoto finche un corpo viene lanciato verso di noi. L'oscurita espelle una donna. Adulta. Segnata. Dal fondo appaiono facce di vivi e morti mescolati insieme.Tutti sono a lutto. Il piccolo popolo avanza verso di noi con passo sicuro. La donna danzante si unisce al corteo. Le sorelle Macaluso sono uno stormo di uccelli sospesi tra la terra e il cielo. In confusione tra vita e morte. La famiglia è composta da sette sorelle che si fermano a ricordare ad evocare a rinfacciare a sognare a piangere e a ridere della loro storia. È il funerale di una di loro. Nel confine tra qua e là, tra ora e mai più, tra è e fu, i morti sono pronti a portarsi via la defunta. Se ne stanno in bilico su una linea sopra cui combattere ancora, alla maniera dei pupi siciliani, con spade e scudi in mano. Una famiglia in movimento che entra ed esce dal buio. Vedo un giovane padre apparire alla figlia cinquantenne, una moglie avvinghiata al marito in un eterno amplesso, un uomo fallito anche da morto, vedo i sogni rimasti sospesi tra le ombre e la solitudine e vedo gli estinti stare davanti a noi con disinvoltura. |
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Teatro Municipale
Emilia Romagna Teatro Fondazioni IL CAPPOTTO di Vittorio Franceschi
Il cappotto è uno dei racconti più famosi di tutta la letteratura mondiale, scritto da Nikolaj Vasil'evič Gogol' nel 1842. Vittorio Franceschi ne ha tratto una propria versione teatrale che lo vede anche protagonista sotto la direzione di Alessandro D'Alatri, regista diviso tra cinema, teatro e pubblicità. Ambientato nella Russia zarista, Il cappotto racconta, tra realismo e ironia, la vicenda umana del piccolo funzionario Akàkij Akàkievic Bašmàckin che vive serenamente della propria anonima attività di copista, sino al momento in cui,costretto dalle convenzioni sociali e dall'arbitrio degli arroganti più che dal freddo dell'inverno, deve comprarsi un nuovo cappotto, per sostituire il vecchio, troppo liso per essere presentabile. L'arrivo del nuovo indumento, acquistato dal sarto Petròvic risparmiando fino all'ultimo centesimo, è per lui un evento importante, che sembra fargli guadagnare il rispetto dei colleghi e dei superiori, finchè non gli viene rubato. Inizia così la sua agonia, in una vana ricerca di giustizia... Rispettando in larga parte la trama e firmando totalmente i dialoghi, assai scarsi nel testo originale, Franceschi ci consegna la storia di un innocente, o per meglio dire di un uomo semplice colpito da uno speciale accanimento del destino. |
Teatro Municipale
Alessandro Haber/Alessio Boni IL VISITATORE
di Éric-Emmanuel Schmitt
Aprile 1938. L'Austria è stata da poco annessa di forza dal Terzo Reich, Vienna è occupata dai nazisti, gli ebrei vengono perseguitati ovunque. In Berggstrasse 19, celeberrimo indirizzo dello studio di Freud (Alessandro Haber), il famoso psicanalista attende affranto notizie della figlia Anna, portata via da un ufficiale della Gestapo. Ma l'angosciata solitudine non dura molto: dalla finestra spunta infatti un inaspettato visitatore (Alessio Boni) che fin da subito appare ben intenzionato a intavolare con Sigmund Freud una conversazione sui massimi sistemi. Il grande indagatore dell'inconscio è insieme infastidito e incuriosito. Chi è quell'importuno? Cosa vuole? Stupefatto, Freud si rende conto fin dai primi scambi di battute di avere di fronte nientemeno che Dio, lo stesso Dio del quale ha sempre negato l'esistenza. O è un pazzo che si crede Dio? Sullo sfondo, la sanguinaria tragedia del nazismo che porta Freud a formulare la domanda fatale: se Dio esiste, perche permette tutto ciò? È un testo coraggioso, che non ha timore di riportare in Teatro temi di discussione importanti come la Religione, la Storia, il Senso della Vita... |
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Teatro Gioia
Compagnia Abbondanza/Bertoni TERRAMARA 1991/2013
coreografia Michele Abbondanza
Primo vagito di un duo-compagnia che avrebbe continuato a sondare nei modi più diversi il tema del rapporto con l'altro, Terramara con i suoi echi classici bachiani e il fitto intreccio di suggestioni musicali etniche, ungheresi, indiane, rumene e siciliane, fu un exploit più che riuscito. Una meravigliosa e promettente prima prova autoriale che nell'arco di un'ora sciorinava bravura, quasi virtuosistica, a dispetto di quanti allora serbavano attenzione solo o soprattutto alla coreografia d'altri Paesi. Tanta espressiva bravura non era certo fine a se stessa, bensi delicatamente tesa a rinforzare i caratteri di una "mediterraneità" tutta nostra, esemplare e oggi da riscoprire. Nato come riflessione a due sul trascorrere del tempo, sulle sue vestigia antiche e sulla complessita del legame tra due esseri di sesso opposto che s'incontrano per creare nuova vita e ricrearsi, Terramara gia sfruttava tutti i significati e simboli del suo titolo. Ora è interpretato da una coppia di formidabili danzatori italiani, guidati dai due coreografi originari. La sua rinascita e stata, come i precedenti capisaldi di RIC.CI, non certo pura archeologia, ma esemplare e fresca resurrezione di una pièce generosa nell'intreccio coreografico, nella costruzione anche musicale, quanto nella fisicita a tinte arancioni. |
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Teatro Municipale
Christian De Sica CINECITTÀ spettacolo scritto da Christian De Sica, Riccardo Cassini, Marco Mattolini e Giampiero Solari Cinecittà: una parola che riporta ad un mondo fantastico, ad un secolo di storia del cinema scritta da artisti geniali, ma costruita anche sul lavoro di migliaia di comparse, di eccellenti maestranze. Una favola accompagnata da musiche indimenticabili, da parole e canzoni che fanno parte del nostro quotidiano. Una storia che appartiene alla cultura italiana ma che ha ispirato tutto il cinema internazionale. Christian De Sica ha attraversato in maniera trasversale la Città del Cinema. Chi meglio di lui, allora, per raccontare la storia di Cinecittà, in uno spettacolo elegante e sorprendente che va da Mussolini al neorealismo, dal cinepanettone a Santoro e alla De Filippi? |
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Teatro Municipale
Teatro dell'Elfo/Teatro Stabile dell'Umbria FROST/NIXON di Peter Morgan Bugie e potere. Responsabilità e potere. Frost/Nixon è un match che mette a confronto il potere politico e quello mediatico. Il drammaturgo e sceneggiatore Peter Morgan (autore anche di The Queen) punta i riflettori sul primo caso storico di giornalismo-spettacolo e restituisce splendidamente questi temi. Nucleo della pièce è l'intervista che l'anchorman David Frost fece nel 1977 a Richard Nixon (che si era dimesso nel 1974), terminata con la confessione dell'ex Presidente - mai ottenuta prima - sullo scandalo del Watergate e sui limiti morali del potere. |
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Teatro Municipale Teatro dell'Archivolto/Teatro Stabile di Genova L'INVENZIONE DELLA SOLITUDINE di Paul Auster Qualche settimana dopo l'inattesa morte del padre, Auster si ritrova nella grande casa di un genitore quasi estraneo, che ha abbandonato da anni la famiglia per ritirarsi in una solitudine caparbiamente distaccata dal mondo e dagli affetti. Così, riscoprendo un padre semisconosciuto e assente attraverso tracce labili, oggetti e carte, il protagonista riscopre i frammenti di una esistenza estranea, che è in parte anche la propria, ripercorrendo la vita di un uomo che si è nascosto dal mondo. Una ricerca del padre scomparso che lo costringe a fare i conti con una perdita, una mancanza che lo strazia come persona e come figlio. Ma "la musica del caso" vuole che lo stesso Auster, proprio in quei giorni, stia per abbandonare la moglie e, ineluttabilmente, anche l'amatissimo figlio. In un mosaico di immagini, riflessioni, coincidenze e associazioni, il destino costringe così Auster a riflettere sulla difficoltà di essere insieme padre e figlio e su come il caso impercettibilmente governi le nostre vite. |
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Teatro Gioia
Giulio D'Anna/Fattoria Vittadini/Versiliadanza OOOOOOOO(IT) concept direzione e coreografia Giulio D'Anna ll progetto è ispirato al Museo delle relazioni interrotte (The Museum of broken relationship) di Zagabria e orbita attorno al tema delle relazioni fallite e le loro rovine. Dopo la creazione di OOOOOOOO con otto performer internazionali, Giulio D'Anna trasforma il lavoro in un format nazionale creando un museo di teatro danza con interpreti italiani. A collaborare alla creazione di questo nuovo lavoro c'è la compagnia milanese Fattoria Vittadini. Il materiale presentato è generato dal curriculum vitae dei performer e da dati statistici italiani. Eventi e informazioni personali di ogni vita coinvolta nello spettacolo sono stati investigati. Ai performer è stato chiesto di articolare verbalmente e fisicamente memorie ed esperienze di intimità danneggiata. Il desiderio di condividere ricordi personali, sfidando il senso comune di ciò che è considerato confortevole e socialmente adeguato, ha guidato il processo alla creazione di una serie di documenti viventi che rendono giustizia a emozioni che non possono essere tradotte a parole. O O O O O O O O (IT) è uno specchio dello stato sentimentale dei giovani adulti italiani. Una sorta di musical postmoderno che si ripropone di offrire un momento di autoidentificazione e riflessione. |
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Teatro Comunale Filodrammatrici
Emilia Romagna Teatro Fondazione LA CLASSE regia Nanni Garella La classe nasce da un laboratorio condotto da Nanni Garella con la compagnia di pazienti psichiatrici Arte e Salute sull'opera del pittore e regista polacco Tadeusz Kantor (1915-1990). Presentato in prima mondiale nel giugno 2013 al Napoli Teatro Festival Italia, di cui si è rivelato uno dei migliori spettacoli, ha ricevuto il Premio della Critica 2013, assegnato dall'Associazione Nazionale Critici Teatrali. Inoltre, proprio per La classe, è stato attribuito a Nanni Garella il prestigioso Premio Anima (sezione Teatro). Ispirandosi alla partitura della Classe morta di Tadeusz Kantor, uno dei talenti creativi più originali e incisivi della nostra epoca, inventore di una personalissima forma di linguaggio espressivo a metà fra il teatro e le arti visive, Nanni Garella ha messo in scena dodici personaggi adulti nei banchi di una vecchia aula scolastica, ormai trapassati in una sorta di limbo, nel luogo dei giorni ineffabili dell'infanzia, i giorni che tornano solo nei ricordi, a volte vividi e pieni di energia, a volte stanchi e melanconici, a volte lancinanti come cose irrimediabilmente perdute. Il risultato è un commovente inno alla vita, ormai passata ma che ritorna nella sua pienezza solo a patto di fare i conti con il nulla della morte. Con il loro vissuto di sofferenza, gli attori-pazienti psichiatrici di Arte e Salute si sono dimostrati gli interpreti perfetti. |
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Teatro Municipale
Marche Teatro LA DODICESIMA NOTTE di William Shakespeare Carlo Cecchi torna al Teatro Municipale con La dodicesima notte di Shakespeare, testo che permette di orchestrare un gioco attoriale straordinario, lavorando sull'essenza dei personaggi. Una commedia corale fondata sugli scambi di identità e di genere e sugli equivoci. |
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Teatro Gioia
Cristiana Morganti JESSICA AND ME creazione, direzione, coreografia e interpretazione Cristiana Morganti Lei vuole che io danzi, oppure vuole che io parli? Dietro questa domanda, rivolta da Cristiana Morganti ad uno spettatore, si cela una delle chiavi di lettura di Jessica and me. In questo suo nuovo spettacolo la storica danzatrice del Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch, giunta a un momento importante del suo percorso, si ferma a riflettere su se stessa: sul rapporto con il proprio corpo e con la danza, sul significato dello stare in scena, sul senso dell'"altro da sé" che implica il fare teatro. Ne risulta una sorta di autoritratto idealmente a due voci (Jessica and me) di efficace e spiazzante ironia, dove Cristiana rivela ciò che accade nel backstage del suo percorso professionale. Un puzzle di gesti, ombre, muscoli, tenacia, spavalderia, timidezza, ricordi e progetti. |
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Teatro Municipale Oblivion OTHELLO, la H È MUTA... gli Oblivion sono Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli Instancabili e in continuo fermento creativo, i cinque Oblivion ritornano a Piacenza a grande richiesta con il nuovo lavoro Othello, la H e muta..., che ha debuttato il 17 agosto 2013 al prestigioso Ravello Festival che ne ha commissionato la creazione in occasione delle celebrazioni wagneriane e verdiane. Insieme da più di dieci anni, interpreti dell'irresistibile parodia I Promessi sposi in 10 Minuti (che su YouTube ha ormai superato tre milioni di visualizzazioni) e con centinaia di date al loro attivo, i cinque sono sempre richiestissimi da tutti i teatri italiani per la loro personalissima comicità che mixa la tradizione comica italiana e una preparazione tecnica vocale di indiscutibile qualita. In Othello, la H e muta... gli Oblivion demoliscono a colpi di grottesca ironia sia l'Othello di Shakespeare chel'Otello di Verdi in uno show in cui, oltre a cantare, recitano e si dirigono, con musiche tutte dal vivo e un soggetto unico. In novanta minuti il quintetto gioca a tutto campo con arie d'opera, canzoni pop, citazioni irriverenti e gag esilaranti. Le vicende di Otello, Desdemona, Cassio e Iago vengono rivisitate passando per Elio e le Storie Tese, Gianna Nannini, Lucio Battisti, Rettore, i classici Disney, l'Ave Maria (quella di Schubert ma non solo...), Little Tony, Pupo e molti altri. Nello stesso modo anche le arie di Verdi vengono riviste e mixate con il coro della Champions League, con Freddy Mercury, con l'Hully Gully, mentre i testi di Shakespeare vengono riscritti in stile Ligabue, Vasco Rossi, Dario Fo. |
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Teatro Municipale
Emilia Romagna Teatro/Teatro Stabile dell'Umbria/Teatro Stabile del Veneto 7 MINUTI di Stefano Massini 7 minuti di Stefano Massini, basato su un episodio realmente accaduto in una fabbrica francese, è, in questo passaggio storico, il testo che andavo cercando. Parliamo di lavoro,di donne, di diritti, lo faremo dando voce ed anima a undici protagoniste operaie che ci permetteranno di raccontare con le loro diverse personalità, le paure per il nostro futuro e per quello dei nostri figli, le rabbie inconsulte che situazioni di precarietà lavorative possono scatenare, le angosce che il mondo del lavoro dipendente vive in questo momento. Il linguaggio di Massini è vero, asciutto, credibile, coinvolgente, molto attento e preciso nel descrivere i rapporti ed i percorsi di vita di undici donne, madri, figlie, tutte appunto diverse tra loro, ma capaci di raccontarci una umanità che tenta disperatamente di reagire all'incertezza del futuro. Ottavia Piccolo, Blanche, rappresenterà, tra questi undici caratteri, la possibilità di resistenza, il tentativo di far prevalere nel caos la logica, la giustizia, una sorta di "madre coraggiosa" tenta di indicare una via alternativa. Il disegno, descrivendone, in una scenografia iperrealista, tutte le diversità, emozioni, incomprensioni, tentando, come sempre, di amplificare le emozioni già presenti nel testo. |
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Teatro Municipale
Familie Flöz HOTEL PARADISO di Anna Kistel, Sebastian Kautz, Thomas Rascher, Frederik Rohn, Hajo Schuler, Michael Vogel e Nicolas Witte La scorciatoia per il paradiso passa per l'inferno. Strane cose accadono nel tranquillo Hotel Paradiso, un piccolo albergo di montagna gestito con pugno di ferro da un'anziana capofamiglia. Ci sono quattro stelle che orgogliosamente troneggiano sull'entrata e una fonte che promette la guarigione di malattie fisiche e psichiche. Ma si intravedono nubi all'orizzonte. Il figlio sogna il vero amore mentre combatte una dura battaglia con la sorella per mantenere il controllo sulla gestione dell'albergo. La donna del piano ha un problema di cleptomania e il cuoco ha una passione, quella di macellare, non solo animali... Quando il primo cadavere affiora, tutto l'albergo scivola in un vortice di strani avvenimenti. Fra le alte vette delle Alpi si aprono abissi da cui e impossibile fuggire. La chiusura dell'albergo sembra a questo punto solo una questione di tempo. Si sa, un cadavere non porta mai bene... Familie Flöz in versione noir, un giallo sulle Alpi pieno di umorismo, sentimenti travolgenti e un tocco di melanconia. Dalla Germania le maschere che mettono inscena piccolezze e grandezze dell'animo umano in un noir travolgente e surreale, grande successo internazionale. Poesia e puro divertimento. |
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Teatro Teatro Goia
Compagnia Virgilio Sieni DI FRONTE AGLI OCCHI DEGLI ALTRI Duetti improvvisati con ex partigiani di e con Virgilio Sieni Lo spettacolo nasce su invito del Museo della Memoria di Bologna, nato come testimonianza e denuncia della tragedia di Ustica. È dunque partendo dall'esperienza commossa di Bologna che nasce l'intenzione di continuare questo percorso attraverso altre opportunita d'incontro. In ogni luogo verra richiesta la partecipazione di alcune persone, incontrate pochi minuti prima di andare in scena, esistenze che di volta in volta doneranno l'identità al percorso coreografico: esistenze chiamate a condividere e improvvisare questi attimi di trasmissione. La struttura del lavoro e dunque articolata in un passaggio da mano a mano che avviene tra Virgilio Sieni e gli ospiti, le persone coinvolte pienamente in danze adiacenti, a contatto, come risonanze continue dal di dentro, trame che di volta in volta si compongono rispetto alle persone. Tutto si riferisce da una parte al loro vissuto, agli avvenimenti che hanno tracciato, nel dolore e nella forza del resistere, la loro esistenza, e dall'altra nella capacita di vicinanza gestuale e di trasmissione "soffiata" nelle tracce del corpo.Il titolo dello spettacolo si ispira al libro di Susan Sontag Davanti al dolore degli altri, riflessione sul senso della bellezza nella fotografia come documento degli eventi tragici. |
Teatro Municipale (Via Verdi 41 - 29121 Piacenza, tel. 0524.492251) Il Teatro Municipale di Piacenza, inaugurato nel 1804, fu progettato da Lotario Tomba per una società di nobili piacentini a seguito dell'incendio che aveva distrutto il teatro ducale della Cittadella il 24 dicembre 1798. I lavori iniziarono nel settembre del 1803, e già il 10 settembre 1804 il teatro "Nuovo" fu inaugurato con grandi festeggiamenti che coinvolsero la città intera. La sala piacentina – che conta oltre 1000 posti, fra platea, due ordini di palchi, due di galleria e uno di loggione – ha un impianto generale in stile neoclassico che ricorda la Scala di Milano. Tuttavia, diversamente dal progetto del Piermarini per il teatro milanese, che predispose la platea a forma di ferro di cavallo, Tomba progettò una pianta a tre quarti di ellisse, ritenendo tale impianto più rispondente alle leggi dell'ottica e dell'acustica. Il Teatro si affaccia su via Verdi, ricca di palazzi settecenteschi, e su piazza Sant'Antonino. Quanto all'interno, al momento dell'apertura richiama lo stile neoclassico. Ma dopo poco più di vent'anni, nel 1830, le decorazioni interne richiesero un restauro e il nuovo allestimento venne affidato ad Alessandro Sanquirico, scenografo della Scala. Sempre nel 1830 fu costruita la facciata, ma il suo aspetto attuale è frutto della rielaborazione che Sanquirico fece dell'idea iniziale del Tomba, ridimensionandone l'influsso neoclassico. La Stagione di Prosa del Teatro Municipale di Piacenza è organizzata dal 2003/2004 da Teatro Gioco Vita con la direzione artistica di Diego Maj.
Teatro Comunale Filodrammatici
Teatro Gioia |
TEATRO GIOCO VITA – Teatro Stabile di Innovazione BIGLIETTERIA ORARI E SEDI SPETTACOLI Per ulteriori informazioni e dettagli sui prezzi di biglietti e abbonamenti: Stagione di Prosa www.teatrogiocovita.it/magazine16.pdf Festival L'altra scena |