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Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile d'Innovazione Cartellone 2014-2015 : Piacenza, Emilia Romagna In evidenza

Programma ottobre - dicembre 2014
Programma gennaio - aprile 2015
La Storia
Info

Teatro Comunale Filodrammatici
mercoledì 1 ottobre 2014 – ore 21 (Festival L'altra scena)

PITECUS con Antonio Rezza

Antonio Rezza / Flavia Mastrella

PITECUS

con Antonio Rezza
quadri di scena Flavia Mastrella
(mai) scritto da Antonio Rezza
assistente alla creazione Massimo Camilli
consulente tecnico Mattia Vigo
disegno luci Maria Pastore

Uno spettacolo che analizza il rapporto tra l'uomo e le sue perversioni: laureati, sfaticati, giovani e disperati alla ricerca di un'occasione che ne accresca le tasche e la fama, pluridecorati alla moralità che speculano sulle disgrazie altrui, vecchi in cerca di un'identità che li aiuti ad ammazzare il tempo prima che il tempo ammazzi loro, persone che tirano avanti una vita ormai abitudinaria, individui che vendono il proprio corpo in cambio di un benessere puramente materiale, esseri che viaggiano per arricchire competenze culturali esteriori e superficiali.
Pitecus racconta storie di tanti personaggi, un andirivieni di gente che vive in un microcosmo disordinato: stracci di realtà si susseguono senza filo conduttore, sublimi cattiverie rendono comici ed aggressivi anche argomenti delicati. Non esistono rap­presentazioni positive, ognuno si accontenta, tutti si sentono vittime, lavorano per nascondersi, comprano sentimenti e dignità, non amano, creano piattume e disservizio.


Teatro Gioia
Giovedì 2 ottobre 2014 – ore 22 ( Festival L'altra scena)
Venerdì 3 ottobre 2014 – ore 23 ( Festival L'altra scena)
NATA DALLE TENEBRE a cura di Fabrizio Montecchi e Nicoletta Garioni

Teatro Gioco Vita

NATA DALLE TENEBRE

un progetto a cura di Fabrizio Montecchi e Nicoletta Garioni

musiche Paolo Codognola
voci Tiziano Ferrari, Mariangela Granelli

 

La notte mi accompagna
Vago nelle tenebre come in un sogno
Una luce mi rivela, il mio corpo diventa l'ombra
Lei è lì, sempre più sottile, più lunga, s'ingrandisce e s'impenna
Io sono la mia ombra.
Nata dalle tenebre è un inaspettato, sorprendente ed emozionante viaggio alla scoperta dell'ombra. Un viaggio che non richiede abilità né competenze particolari ma solo la disponibilità a concedersi all'incontro con la propria ombra, per vivere un'esperienza intima, confidenziale e privata e, allo stesso tempo, pubblica, teatrale, di puro gioco con sé e con gli altri.


Teatro Comunale Filodrammatici
venerdì 3 ottobre 2014 – ore 21 (Festival L'altra scena)

BE LEGEND! concept e regia Teatro Sotterraneo

Teatro Sotterraneo

BE LEGEND!
Daimon Project

 

concept e regia Teatro Sotterraneo
in scena un/una bambino/a, Sara Bonaventura, Claudio Cirri
scrittura Daniele Villa
luci Marco Santambrogio
consulenza costumi Laura Dondoli, Sofia Vannini
grafica Massimiliano Mati
produzione Teatro Sotterraneo
coproduzione Associazione Teatrale Pistoiese, Centrale Fies
sostegno al progetto BE Festival (Birmingham), Opera Estate Festival Veneto, Regione Toscana
residenze Centrale Fies, Associazione Teatrale Pistoiese, Armunia, Warwick Arts Centre
Teatro Sotterraneo fa parte del progetto Fies Factory

 

Cosa vuoi fare da grande?
Be legend! è un progetto seriale, una docufiction a puntate che ripensa l'identikit infantile di alcuni personaggi storici o dell'immaginario dive­nuti leggenda. Ogni puntata un nome. Ogni città un bambino diverso che in ventiquattrore prova a incarnare una personalità eminente per come poteva essere a 10 anni: i gesti, l'ambiente, i giochi. Cerchiamo nel cucciolo le tracce del mito adulto o gliele mettiamo addosso, costruen­do una sorta di profezia a ritroso.
BE LEGEND! Hamlet | Jeanne d'Arc | Hitler | ? | (to be continued....)


Teatro Comunale Filodrammatici
martedì 7 ottobre 2014 - ore 21 (Festival L'altra scena)

JACKIE E LE ALTRE di Andrea Adriatico

Teatri di Vita

JACKIE E LE ALTRE
Un altro pezzo dedicato a Elfriede Jelinek

 

di Andrea Adriatico
con Anna Amadori, Olga Durano, Eva Robin's, Selvaggia Tegon Giacoppo
costumi Angela Mele
suono, scene Andrea Barberini
cura Daniela Cotti, Monica Nicoli, Saverio Peschechera, Alberto Sarti, Sarah Patanè, Isabella Gatti, Rabii Sakri
grazie a Stefano Casi, Giulio Maria Corbelli, Elena Di Gioia, Andrea Cigni
una produzione Teatri di Vitain collaborazione con Fondazione Orizzonti d'Arte, Festival Focus Jelinek e il sostegno di Comune di Bologna - Settore Cultura, Regione Emilia Romagna – Servizio Cultura, Ministero per i Beni e le Attività Culturali

 

La maestà si vede e non si vede. Occorre un buon portamento del capo, da imbrigliare e fissare in una foto, come ostaggi di se stessi. Come amanti di se stessi. I personaggi di Elfriede Jelinek (Premio Nobel 2004) non sono altro che corpi che danno parole. Le loro parole cercano identità, non personificazioni. Jelinek congela la storia e procura una visione "mitica" dell'esistenza. Come con Jackie Kennedy Onassis, eroina e metafora del femminile contemporaneo. O con Jörg Haider, il leader austriaco preda di un delirio populista alla nazione. Il nostro raccontare il mito parte da qui, da queste parole, da uno sguardo tagliente sul mondo, deluso, scanzonato, eppure acuto, che sa di vita. Parte dalle nostre Jackie. E dalle altre... in una moltiplicazione infinita: IO. LEI. L'ALTRA...

 

a pina


Teatro Comunale Filodrammatici
venerdì 10 ottobre 2014 - ore 21 (Festival L'altra scena)

I, BANQUO   di Tim Crouch

Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse/Accademia degli Artefatti

I, BANQUO

 

di Tim Crouch
traduzione Pieraldo Girotto
dal Macbeth di William Shakespeare
regia Fabrizio Arcuri
con Enrico Campanati
luci e fonica Matteo Selis

 

"Prova solo ad immaginare". Così inizia la tragicommedia di Tim Crouch in cui Fabri­zio Arcuri dirige per la prima volta Enrico Campanati. Protagonista della vicenda è Banquo, generale dell'esercito scozzese di Re Duncan, che viene ucciso da tre sicari ingaggiati da Macbeth per eliminare un pericoloso avversario nella salita al trono. Banquo muore e torna come fantasma diventando il protagonista/testimone dell'in­tera vicenda: entra in scena vestito di bianco e inizia a raccontare dall'aldilà la sua ver­sione dei fatti. Testimone impassibile degli intrighi e delle follie di palazzo non può far niente per impedire che il destino dei diversi personaggi si compia. Racconta gli omicidi, la violenza, la follia e le guerre che si susseguono aumentando l'efferatezza e l'orrore degli eventi, analizzando i comportamenti dei diversi personaggi senza mai giudicarli se non in maniera tollerante. Enrico Campanati veste i panni di Banquo in un appassionante one-man show che muove il pubblico tra risate e lacrime.


Teatro Comunale Filodrammatici
Martedì 14 ottobre 2014 – ore 21 (Festival L'altra Scena)
MIO FIGLIO ERA COME UN PADRE PER ME   di e con Marta Dalla Via, Diego Dalla Via

Fratelli Dalla Via

MIO FIGLIO ERA COME UN PADRE PER ME

 

di e con Marta Dalla Via, Diego Dalla Via
scene e costumi Diego e Marta Dalla Via
direzione tecnica Roberto Di Fresco
partitura fisica Annalisa Ferlini
assistente di produzione Veronica Schiavone
produzione Fratelli Dalla Via, La Piccionaia, Bassano Opera Estate
spettacolo vincitore Premio Scenario 2013

 

La prima generazione ha lavorato. La seconda ha risparmiato. La terza ha sfondato. Poi noi. C'è una bella casa, destinata a diventare casa nostra. È qui che abbiamo immaginato di far fuori i nostri genitori. Per diventare noi i padroni. Non della casa, padroni delle nostre vite. Niente armi, niente sangue. Un omicidio due punto zero. Fuori dalle statistiche, fuori dalla cronaca, un atto terroristico nascosto tra le smagliature del quotidiano vivere borghese. Il modo migliore per uccidere un genitore è ammazzargli i figli e lasciarlo poi morire di cre­pacuore. Era il nostro piano perfetto. Poi è arrivata la crisi, a rovesciarci addosso lo specchio del nostro benessere. Alimentazione, sport, lavoro, affetti, infine la morte, tutto risponde ad un'oscillazione bipolare tra frenesia e stanchezza. Noi, in fondo, viviamo per questo: per arrivare primi, e negare di aver vinto.
Siamo nati per riscrivere le nostre ultime volontà.


Teatro Comunale Filodrammatici
venerdì 17 ottobre 2014 - ore 21 (Festival L'altra scena)

LO SPLENDORE DEI SUPPLIZI   di e con Licia Lanera e Riccardo Spagnulo

Fibre Parallele

LO SPLENDORE DEI SUPPLIZI

 

di e con Licia Lanera e Riccardo Spagnulo
e con Mino Decataldo
assistente alla regia Arianna Gambaccini
disegno luci Vincent Longuemare
consulenza e creazione puppet Marianna Di Muro
organizzazione Alina de Gennaro
tecnico di palco Amedeo Russi
foto di scena Luigi La Selva
produzione Fibre Parallele e Festival delle Colline Torinesi
con il contributo della Regione Puglia
e con il sostegno del Nuovo Teatro Abeliano
spettacolo promosso da Teatri del Tempo Presente progetto interregionale di promozione dello spettacolo dal vivo
a cura di MiBAC - Direzione Generale per lo spettacolo dal vivo e delle Regioni Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto

 

Nelle piazze delle città d'Europa, in un tempo non troppo lontano, si mandavano a morte attraverso un percorso di sofferenze crescenti, migliaia di criminali, i quali giungevano alla loro fine in maniera lenta e dolorosa. Lo spettacolo della punizione andava in scena seguendo un cerimoniale preciso, in cui il pubblico partecipava atti­vamente con sputi, spintonamenti e insulti.
Giudichiamo ancora i crimini e i delitti, ma ancora di più istinti, passioni, anomalie, in­fermità, disadattamenti, effetti dell'ambiente o dell'eredità, le aggressività, le perver­sioni, le pulsazioni e i desideri. Siamo il pubblico del supplizio del nostro vicino di casa e il suo boia potrebbe vivere con lui sotto lo stesso tetto. Ma cos'è l'autorità adesso?
Quattro storie costituiscono il quadro unitario di un presente schizofrenico: c'è la cop­pietta in crisi, un giocatore compulsivo di videopoker, la convivenza forzata di una badante straniera con un vecchio un po' razzista un po' infame e ci sono due operai che rapiscono un vegano per sfogare l'insoddisfazione di una vita che non ha più senso.


Teatro Gioia
domenica 19 ottobre 2014 – ore 21 (Festival L'altra Scena)

CINEMA AMORE MIO dirige Carlo Pisani

Orchestra Luigi Cremona

CINEMA AMORE MIO
Le grandi musiche dei grandi film

 

dirige Carlo Pisani
musiche di Morricone, Tiersen, Rustichelli, Bacalov, Mancini, Bernstein, Goblin
Orchestra Luigi Cremona di Agazzano: Luigi Mulazzi (mandolino), Davide Cignatta (mandolino), Pietro Franzini (mandolino), Corrado Dallacosta (mandolino), Alessio Bersani (mandolino), Kety Krceva (mandolino), Orenì Passerini (mandolino), Luz Mabel Biondi (mandolino), Claudia Beltrani (violino), Roberta Corvi (violino), Barbara Peroni (violino), Valeria Cordella (violino), Lorenzo Quero (viola), Mattia Bersani (mandola), Barbara Alberici (chitarra), Paolo Cignatta (chitarra), Francesco Torre (chitarra), Lorenzo Cassi (chitarra), Qamil Paja (chitarra), Roberto Marcotti (chitarra), Stefano Schembari (basso), Dejan Krcev (clarinetto), Nicola Lusardi (clarinetto), Susanna Pisani (flauto), Valeria Rossetti (flauto), Elena Passera (flauto), Mauro Rai (fisarmonica), Fabio Villaggi (batteria), Edoardo Lusardi (percussioni), Emma Bugoni (arpa), Carlo Pisani (direttore)
con la partecipazione straordinaria di Monica Mariani (soprano)

 

Le colonne sonore ci accompagnano nella visione di un film sottolineando i momenti più drammatici o più felici. Sono quelle musiche che ci restano in mente o che comunque molto spesso hanno così grande successo da avere vita propria al di là della pellicola per cui sono state concepite. Alcune colon­ne sonore sono rimaste memorabili nella storia del cinema e alcuni sodalizi celebri tra compositori e registi hanno finito per diventare il tratto distintivo nella filmografia di questi ultimi: si pensi alle musiche di Ennio Morricone per Sergio Leone.
Arrangiamenti originali ed un organico insolito danno vita ad un genere ine­dito, dal repertorio piacevole ed interessante, adatto ad un vasto pubblico. Sonorità, ritmi e colori timbrici diversi vi faranno sognare immaginando un unico film dove la musica contiene e veicola le vostre emozioni, dove i ricordi visivi si fondono con quelli melodici e i ritmi si combinano fra loro.


Teatro Municipale
lunedì 10 e martedì 11 novembre 2014 – ore 21 (Tre per te - Prosa)

ENRICO IV regia Franco Branciaroli

Franco Branciaroli

ENRICO IV

 

di Luigi Pirandello
con Franco Branciaroli
Melania Giglio, Giorgio Lanza, Antonio Zanoletti, Valentina Violo, Tommaso Cardarelli, Daniele Griggio
e con (in ordine alfabetico) Sebastiano Bottari, Andrea Carabelli, Pier Paolo D'Alessandro, Mattia Sartoni
scene e costumi Margherita Palli
luci Gigi Saccomandi
regia Franco Branciaroli
produzione CTB Teatro Stabile di Brescia / Teatro de Gli Incamminati

 

Considerato il capolavoro teatrale di Pirandello insieme a Sei personaggi in cerca di autore, Enrico IV è uno studio sul significato della pazzia e sul tema caro all'autore del rapporto, complesso e alla fine inestricabile, tra personaggio e uomo, finzione e verità. Scrive il drammaturgo agrigentino in una lettera: «Circa vent'anni addietro, alcuni giovani signori e signore dell'aristocrazia pensarono di fare per loro diletto, in tempo di carnevale, una "cavalcata in costume" in una villa patrizia: ciascuno di quei signori s'era scelto un personaggio storico, re o principe, da figurare con la sua dama accanto, regina o principessa, sul cavallo bardato secondo i costumi dell'epoca. Uno di questi signori s'era scelto il personaggio di Enrico IV; e per rappresentarlo il meglio possibile, s'era dato la pena e il tormento d'uno studio intensissimo, minuzioso e preciso, che lo aveva per circa un mese ossessionato». Il personaggio di Enrico IV, del quale magistralmente non ci viene mai svelato il vero nome, quasi a fissarlo nella sua identita fittizia, è descritto minuziosamente da Pirandello. Enrico e vittima non solo della follia, prima vera poi cosciente, ma dell'impossibilità di adeguarsi ad una realtà che non gli si confa più, stritolato nel modo di intendere la vita di chi gli sta intorno e sceglie quindi di "interpretare" il ruolo fisso del pazzo.


Teatro Municipale
martedì 18 novembre 2014 – ore 21 (Altri Percorsi)

NESSI   di e con Alessandro Bergonzoni

Alessandro Bergonzoni

NESSI

 

di e con Alessandro Bergonzoni
regia Alessandro Bergonzoni
e Riccardo Rodolfi
produzione Allibito Srl

 

Nessi, ovvero connessioni ma anche fili tesi e tirati, trame e reti,tessute e intrecciate per collegarsi con il resto del pianeta. O meglio dell'universo. Perchè infatti e proprio questo il nucleo vivo e pulsante del nuovo spettacolo dell'artista bolognese: la necessità assoluta e contemporanea di vivere collegati con altre vite, altri orizzonti, altre esperienze, non necessariamente e solamente umane che ci possono cosi permettere percorsi oltre l'io finito per espandersi verso un "noi"veramente universale. Bergonzoni, per questo quattordicesimo spettacolo da lui scritto e interpretato e diretto in coppia con Riccardo Rodolfi, si trova quindi in un'assoluta solitudine drammaturgica, al centro di una cosmogonia comica circondato da una scenografia "prematura", da lui concepita, alle prese con un testo che a volte potrebbe anche essere, e questa è una vera e propria novità, una candida e poetica confessione esistenziale. Senza per questo rinunciare alla sua dirompente visione stereoscopica che è diventata, in questi anni, materia complessa, comicamente eccedente e intrecciata in maniera sempre più stretta tra creazione-osservazione-deduzione. Ma sicuramente i "Nessi" bergonzoniani, e la loro conseguente messa inscena, ci mostreranno quel personalissimo disvelamento, di fatto la vera cifra stilistica di questo artista, che porta molte volte anche grazie ad una risata, dallo stupore alla rivelazione.


Teatro Municipale
martedì 25 e mercoledì 26 novembre 2014 – ore 21 (Tre per te - Prosa)

DON GIOVANNI regia Alessandro Preziosi

Alessandro Preziosi

DON GIOVANNI
o Il convito di pietra di Molière

 

con Alessandro Preziosi
regia Alessandro Preziosi
scene Fabien Ilieu
costumi Marta Crisolini Malatesta
luci Valerio Tiberi
supervisione artistica Alessandro Maggi
traduzione e adattamento Tommaso Mattei
prodotto da Alessandro Preziosi, Tommaso Mattei, Aldo Allegrini
produzione Khora.teatro / TSA Teatro Stabile d'Abruzzo

Don Giovanni è un mito senza tempo, estremamente moderno, rielaborato innumerevoli volte in diverse epoche e da differenti personalità artistiche, ma nonostante di Don Giovanni si sia tanto scritto e discusso, il personaggio non si lascia definire, resta per cosi sfuggente. Il desiderio di riproporre oggi una visione originale di questo classico nasce dalla consapevolezza che il personaggio disegnato e ancora oggi di grande attualità e dalla volontà di prenderne palpabile il processo creativo che lo ha fermato nel testo di Molière, con la prospettiva visionaria di dar luogo a qualcosa di inesplorato e di ripercorrere con occhi contemporanei il viaggio di chi ci ha preceduto. L'obiettivo di una regia pensata come nel cinema oggi si fa con il tridimensionale e di accendere nella fantasia degli spettatori il piacere dei sensi, facendo materializzare sotto i loro occhi uno dei più affascinanti archetipi letterari della cultura occidentale.(...) Don Giovanni, con la sua frenesia, il suo essere oltre, il suo slancio vitale e il suo destino di morte, attira tutti gli altri personaggi, sia uomini che donne; anche quando lo odiano o lo negano, non fanno che pensare a lui, parlare di lui, agire per lui.
Alessandro Preziosi


Teatro Municipale
mercoledì 3 dicembre 2014 – ore 21 (Tre per te - Prosa)

LE SORELLE MACALUSO   testo e regia Emma Dante

Teatro Stabile di Napoli/Théâtre National-Bruxelles/Festival d'Avignon/Folkeatern-Göteborg

LE SORELLE MACALUSO

 

testo e regia Emma Dante
con Serena Barone, Elena Borgogni,
Sandro Maria Campagna, Italia Carroccio,
Davide Celona, Marcella Colaianni,
Alessandra Fazzino, Daniela Macaluso,
Leonarda Saffi, Stephanie Taillandier
scene e costumi Emma Dante
luci Cristian Zucaro
armature Gaetano Lo Monaco Celano
con il sostegno del Programma Cultura dell'Unione Europea
in collaborazione con Atto Unico / Compagnia
Sud Costa Occidentale
in partenariato con Teatrul National Radu Stanca - Sibiu
Il presente progetto e finanziato con il sostegno della Commissione europea.
L'autore e il solo responsabile di questa pubblicazione (comunicazione)
e la Commissione declina ogni responsabilita sull'uso che potra essere fatto
delle informazioni in essa contenute.

 

La scena è vuota e buia. Soltanto ombre abitano questo vuoto finche un corpo viene lanciato verso di noi. L'oscurita espelle una donna. Adulta. Segnata. Dal fondo appaiono facce di vivi e morti mescolati insieme.Tutti sono a lutto. Il piccolo popolo avanza verso di noi con passo sicuro. La donna danzante si unisce al corteo. Le sorelle Macaluso sono uno stormo di uccelli sospesi tra la terra e il cielo. In confusione tra vita e morte. La famiglia è composta da sette sorelle che si fermano a ricordare ad evocare a rinfacciare a sognare a piangere e a ridere della loro storia. È il funerale di una di loro. Nel confine tra qua e là, tra ora e mai più, tra è e fu, i morti sono pronti a portarsi via la defunta. Se ne stanno in bilico su una linea sopra cui combattere ancora, alla maniera dei pupi siciliani, con spade e scudi in mano. Una famiglia in movimento che entra ed esce dal buio. Vedo un giovane padre apparire alla figlia cinquantenne, una moglie avvinghiata al marito in un eterno amplesso, un uomo fallito anche da morto, vedo i sogni rimasti sospesi tra le ombre e la solitudine e vedo gli estinti stare davanti a noi con disinvoltura.
Emma Dante


Teatro Municipale
martedì 9 e mercoledì 10 dicembre 2014 – ore 21 (Tre per te - Prosa)

IL CAPPOTTO regia Alessandro D'Alatri

Emilia Romagna Teatro Fondazioni

IL CAPPOTTO

di Vittorio Franceschi
liberamente ispirato all'omonimo racconto di Gogol'
con Vittorio Franceschi, Umberto Bortolani, Marina Pitta, Federica Fabiani, Andrea Lupo,
Giuliano Brunazzi, Matteo Alì, Alessio Genchi, Valentina Grasso
regia Alessandro D'Alatri
scene Matteo Soltanto
costumi Elena Dal Pozzo
luci Paolo Mazzi
musiche Germano Mazzocchetti
suono Giampiero Berti
regista assistente Gabriele Tesauri

 

Il cappotto è uno dei racconti più famosi di tutta la letteratura mondiale, scritto da Nikolaj Vasil'evič Gogol' nel 1842. Vittorio Franceschi ne ha tratto una propria versione teatrale che lo vede anche protagonista sotto la direzione di Alessandro D'Alatri, regista diviso tra cinema, teatro e pubblicità. Ambientato nella Russia zarista, Il cappotto racconta, tra realismo e ironia, la vicenda umana del piccolo funzionario Akàkij Akàkievic Bašmàckin che vive serenamente della propria anonima attività di copista, sino al momento in cui,costretto dalle convenzioni sociali e dall'arbitrio degli arroganti più che dal freddo dell'inverno, deve comprarsi un nuovo cappotto, per sostituire il vecchio, troppo liso per essere presentabile. L'arrivo del nuovo indumento, acquistato dal sarto Petròvic risparmiando fino all'ultimo centesimo, è per lui un evento importante, che sembra fargli guadagnare il rispetto dei colleghi e dei superiori, finchè non gli viene rubato. Inizia così la sua agonia, in una vana ricerca di giustizia... Rispettando in larga parte la trama e firmando totalmente i dialoghi, assai scarsi nel testo originale, Franceschi ci consegna la storia di un innocente, o per meglio dire di un uomo semplice colpito da uno speciale accanimento del destino.

Teatro Municipale
martedì 13 e mercoledì 14 gennaio 2015 – ore 21 (Tre per te - Prosa)

IL VISITATORE regia Valerio Binasco

Alessandro Haber/Alessio Boni

IL VISITATORE

 

di Éric-Emmanuel Schmitt
traduzione, adattamento
e regia Valerio Binasco
con Alessandro Haber e Alessio Boni
e con Nicoletta Robello Bracciforti, Alessandro Tedeschi
musiche Arturo Annecchino
scene Carlo De Marino
costumi Sandra Cardini
produzione Goldenart production

 

Aprile 1938. L'Austria è stata da poco annessa di forza dal Terzo Reich, Vienna è occupata dai nazisti, gli ebrei vengono perseguitati ovunque. In Berggstrasse 19, celeberrimo indirizzo dello studio di Freud (Alessandro Haber), il famoso psicanalista attende affranto notizie della figlia Anna, portata via da un ufficiale della Gestapo. Ma l'angosciata solitudine non dura molto: dalla finestra spunta infatti un inaspettato visitatore (Alessio Boni) che fin da subito appare ben intenzionato a intavolare con Sigmund Freud una conversazione sui massimi sistemi. Il grande indagatore dell'inconscio è insieme infastidito e incuriosito. Chi è quell'importuno? Cosa vuole? Stupefatto, Freud si rende conto fin dai primi scambi di battute di avere di fronte nientemeno che Dio, lo stesso Dio del quale ha sempre negato l'esistenza. O è un pazzo che si crede Dio? Sullo sfondo, la sanguinaria tragedia del nazismo che porta Freud a formulare la domanda fatale: se Dio esiste, perche permette tutto ciò? È un testo coraggioso, che non ha timore di riportare in Teatro temi di discussione importanti come la Religione, la Storia, il Senso della Vita...
Valerio Binasco


Teatro Gioia
venerdì 16 gennaio 2015 – ore 21 (Teatro Danza)

TERRAMARA 1991/2013   coreografia Michele Abbondanza

Compagnia Abbondanza/Bertoni

TERRAMARA 1991/2013

 

coreografia Michele Abbondanza
con Eleonora Chiocchini e Francesco Pacelli
cura del riallestimento Antonella Bertoni
musiche J.S. Bach, G. Yared, S. Borè e musiche della tradizione popolare
scene 1991 Lucio Diana
luci Carlo Meloni
realizzazione costumi Marta Griso
direzione tecnica Andrea Gentili
produzione 1991 Drodesera,
Centro Servizi Culturali Santa Chiara
produzione 2013 Compagnia Abbondanza/Bertoni
riallestimento nell'ambito del progetto RIC.CI/Reconstruction
Italian Contemporary Choreography Anni '80/'90
ideazione e direzione artistica Marinella Guatterini
assistente alla direzione artistica Myriam Dolce

 

Primo vagito di un duo-compagnia che avrebbe continuato a sondare nei modi più diversi il tema del rapporto con l'altro, Terramara con i suoi echi classici bachiani e il fitto intreccio di suggestioni musicali etniche, ungheresi, indiane, rumene e siciliane, fu un exploit più che riuscito. Una meravigliosa e promettente prima prova autoriale che nell'arco di un'ora sciorinava bravura, quasi virtuosistica, a dispetto di quanti allora serbavano attenzione solo o soprattutto alla coreografia d'altri Paesi. Tanta espressiva bravura non era certo fine a se stessa, bensi delicatamente tesa a rinforzare i caratteri di una "mediterraneità" tutta nostra, esemplare e oggi da riscoprire. Nato come riflessione a due sul trascorrere del tempo, sulle sue vestigia antiche e sulla complessita del legame tra due esseri di sesso opposto che s'incontrano per creare nuova vita e ricrearsi, Terramara gia sfruttava tutti i significati e simboli del suo titolo. Ora è interpretato da una coppia di formidabili danzatori italiani, guidati dai due coreografi originari. La sua rinascita e stata, come i precedenti capisaldi di RIC.CI, non certo pura archeologia, ma esemplare e fresca resurrezione di una pièce generosa nell'intreccio coreografico, nella costruzione anche musicale, quanto nella fisicita a tinte arancioni.
Marinella Guatterini


Teatro Municipale
giovedì 22 gennaio 2015 - ore 21 (Tre per te - Prosa) - FUORI ABBONAMENTO

CINECITTA' regia Giampiero Solari

Christian De Sica

CINECITTÀ

spettacolo scritto da Christian De Sica, Riccardo Cassini, Marco Mattolini e Giampiero Solari
con Daniela Terreri, Daniele Antonini e Alessio Schiavo
corpo di ballo Leonardo Bizzarri, Roberto Carrozzino, Roberto D'Urso, Deborah Esposito, Dalila Frassanito, Nadira Lisi, Giulia Pauselli, Tommaso Petrolo
disegno luci Marcello Iazzetti
regia video Cristina Redini
scenografie Patrizia Bocconi
costumi Ester Marcovecchio
musiche dal vivo dell'orchestra
diretta dal maestro Marco Tiso
al pianoforte Riccardo Biseo
coreografie Franco Miseria
regia Giampiero Solari
produzione e distribuzione Bags Live

Cinecittà: una parola che riporta ad un mondo fantastico, ad un secolo di storia del cinema scritta da artisti geniali, ma costruita anche sul lavoro di migliaia di comparse, di eccellenti maestranze. Una favola accompagnata da musiche indimenticabili, da parole e canzoni che fanno parte del nostro quotidiano. Una storia che appartiene alla cultura italiana ma che ha ispirato tutto il cinema internazionale. Christian De Sica ha attraversato in maniera trasversale la Città del Cinema. Chi meglio di lui, allora, per raccontare la storia di Cinecittà, in uno spettacolo elegante e sorprendente che va da Mussolini al neorealismo, dal cinepanettone a Santoro e alla De Filippi?
Irresistibili racconti di vita vissuta, monologhi poetici sulle figure nascoste che rimangono sempre dietro le quinte, divertenti gag su provini, sugli attori smemorati, sul doppiaggio improvvisato, ma anche canzoni evergreen enfatizzate dalle abili doti del Christian crooner ed entertainer. Con lui sul palco una compagnia completa, un corpo di ballo e un'orchestra di molti elementi. Christian De Sica vi apre i cancelli di Cinecittà e vi fa entrare contemporaneamente in due mondi magici: il cinema e il teatro.


Teatro Municipale
mercoledì 28 e giovedì 29 gennaio 2015 – ore 21 (Tre per te - Prosa)

FROST/NIXON uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani

Teatro dell'Elfo/Teatro Stabile dell'Umbria

FROST/NIXON

di Peter Morgan
traduzione Lucio De Capitani
uno spettacolo di Ferdinando Bruni
e Elio De Capitani
con Ferdinando Bruni, Elio De Capitani, Luca Toracca, Alessandro Bruni Ocan͂a, Claudia Coli, Matteo de Mojana, Andrea Germani, Nicola Stravalaci (Gabriele Calindri voce registrata)
luci Nando Frigerio
suono di Giuseppe Marzoli

Bugie e potere. Responsabilità e potere. Frost/Nixon è un match che mette a confronto il potere politico e quello mediatico. Il drammaturgo e sceneggiatore Peter Morgan (autore anche di The Queen) punta i riflettori sul primo caso storico di giornalismo-spettacolo e restituisce splendidamente questi temi. Nucleo della pièce è l'intervista che l'anchorman David Frost fece nel 1977 a Richard Nixon (che si era dimesso nel 1974), terminata con la confessione dell'ex Presidente - mai ottenuta prima - sullo scandalo del Watergate e sui limiti morali del potere.
Una confessione, negli ultimi secondi della trasmissione, di un uomo combattivo e orgoglioso, messo alle corde dalla precisione delle domande, delle date e dei riscontri. Scritto nel 2006, Frost/Nixon ha ottenuto un vastissimo successo e numerosi premi. Ron Howard ne ha tratto un film nel 2008, che ha sfiorato i 30 milioni di dollari d'incasso all'uscita. Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani, che hanno firmato a quattro mani la regia (com'era stato per i successi di Angels in America e The history Boys), da molto tempo non si sfidavano in un duello scenico cosi intenso, cesellando due interpretazioni giudicate "magistrali".


Teatro Municipale
mercoledì 4 febbraio 2015 – ore 21 (Altri Percorsi)L'INVENZIONE DELLA SOLITUDINE
regia Giorgio Gallione

Teatro dell'Archivolto/Teatro Stabile di Genova

L'INVENZIONE DELLA SOLITUDINE

di Paul Auster
con Giuseppe Battiston
regia Giorgio Gallione
scene e costumi Guido Fiorato
musiche Stefano Bollani
luci Aldo Mantovani
L'invenzione della solitudine, copyright (c) 1982 Paul Auster, edito in Italia da Giulio Einaudi Editore

Qualche settimana dopo l'inattesa morte del padre, Auster si ritrova nella grande casa di un genitore quasi estraneo, che ha abbandonato da anni la famiglia per ritirarsi in una solitudine caparbiamente distaccata dal mondo e dagli affetti. Così, riscoprendo un padre semisconosciuto e assente attraverso tracce labili, oggetti e carte, il protagonista riscopre i frammenti di una esistenza estranea, che è in parte anche la propria, ripercorrendo la vita di un uomo che si è nascosto dal mondo. Una ricerca del padre scomparso che lo costringe a fare i conti con una perdita, una mancanza che lo strazia come persona e come figlio. Ma "la musica del caso" vuole che lo stesso Auster, proprio in quei giorni, stia per abbandonare la moglie e, ineluttabilmente, anche l'amatissimo figlio. In un mosaico di immagini, riflessioni, coincidenze e associazioni, il destino costringe così Auster a riflettere sulla difficoltà di essere insieme padre e figlio e su come il caso impercettibilmente governi le nostre vite.
Un giorno c'è la vita... poi, d'improvviso, capita la morte.


Teatro Gioia
venerdì 13 febbraio 2015 – ore 21 (Teatro Danza)

OOOOOOOO(IT)  concept direzione e coreografia Giulio D'Anna

Giulio D'Anna/Fattoria Vittadini/Versiliadanza

OOOOOOOO(IT)

concept direzione e coreografia Giulio D'Anna
co-creazione e interpretazione Fattoria Vittadini: Mattia Agatiello, Chiara Ameglio, Cesare Benedetti, Noemi Bresciani, Maura Di Vietri, Riccardo Olivier, Francesca Penzo e Vilma Trevisan
assistenza direzione e produzione Agnese Rosati
vocal coach Marcello Zempt

ll progetto è ispirato al Museo delle relazioni interrotte (The Museum of broken relationship) di Zagabria e orbita attorno al tema delle relazioni fallite e le loro rovine. Dopo la creazione di OOOOOOOO con otto performer internazionali, Giulio D'Anna trasforma il lavoro in un format nazionale creando un museo di teatro danza con interpreti italiani. A collaborare alla creazione di questo nuovo lavoro c'è la compagnia milanese Fattoria Vittadini. Il materiale presentato è generato dal curriculum vitae dei performer e da dati statistici italiani. Eventi e informazioni personali di ogni vita coinvolta nello spettacolo sono stati investigati. Ai performer è stato chiesto di articolare verbalmente e fisicamente memorie ed esperienze di intimità danneggiata. Il desiderio di condividere ricordi personali, sfidando il senso comune di ciò che è considerato confortevole e socialmente adeguato, ha guidato il processo alla creazione di una serie di documenti viventi che rendono giustizia a emozioni che non possono essere tradotte a parole. O O O O O O O O (IT) è uno specchio dello stato sentimentale dei giovani adulti italiani. Una sorta di musical postmoderno che si ripropone di offrire un momento di autoidentificazione e riflessione.


Teatro Comunale Filodrammatrici
martedì 24, mercoledì 25 e giovedì 26 febbraio 2015 – ore 21 (Altri Percorsi)

LA CLASSE  regia Nanni Garella

Emilia Romagna Teatro Fondazione
In collaborazione con Associazione Arte e Salute onlus

LA CLASSE

regia Nanni Garella
con Nicola Berti, Giorgia Bolognini, Luca Formica, Pamela Giannasi, Maria Rosa Iattoni, Iole Mazzetti, Fabio Molinari, Mirco Nanni, Lucio Polazzi, Deborah Quintavalle, Moreno Rimondi, Roberto Risi
luci Paolo Mazzi
regista assistente Gabriele Tesauri
assistente alla regia Nicola Berti
suono Pierluigi Calzolari
costumi a cura di Vanna Cioni
manichini Consuelo Cabassi
si ringrazia per la collaborazione il Dipartimento di Salute Mentale dell'Azienda USL di Bologna

La classe nasce da un laboratorio condotto da Nanni Garella con la compagnia di pazienti psichiatrici Arte e Salute sull'opera del pittore e regista polacco Tadeusz Kantor (1915-1990). Presentato in prima mondiale nel giugno 2013 al Napoli Teatro Festival Italia, di cui si è rivelato uno dei migliori spettacoli, ha ricevuto il Premio della Critica 2013, assegnato dall'Associazione Nazionale Critici Teatrali. Inoltre, proprio per La classe, è stato attribuito a Nanni Garella il prestigioso Premio Anima (sezione Teatro). Ispirandosi alla partitura della Classe morta di Tadeusz Kantor, uno dei talenti creativi più originali e incisivi della nostra epoca, inventore di una personalissima forma di linguaggio espressivo a metà fra il teatro e le arti visive, Nanni Garella ha messo in scena dodici personaggi adulti nei banchi di una vecchia aula scolastica, ormai trapassati in una sorta di limbo, nel luogo dei giorni ineffabili dell'infanzia, i giorni che tornano solo nei ricordi, a volte vividi e pieni di energia, a volte stanchi e melanconici, a volte lancinanti come cose irrimediabilmente perdute. Il risultato è un commovente inno alla vita, ormai passata ma che ritorna nella sua pienezza solo a patto di fare i conti con il nulla della morte. Con il loro vissuto di sofferenza, gli attori-pazienti psichiatrici di Arte e Salute si sono dimostrati gli interpreti perfetti.


Teatro Municipale
martedì 3 e mercoledì 4 marzo 2015 – ore 21 (Tre per te - Prosa)

LA DODICESIMA NOTTE regia Carlo Cecchi

Marche Teatro
in collaborazione con Estate Teatrale Veronese

LA DODICESIMA NOTTE

di William Shakespeare
traduzione Patrizia Cavalli
regia Carlo Cecchi
musiche di scena Nicola Piovani
scena Sergio Tramonti
costumi Nanà Cecchi
disegno luci Paolo Manti
con Carlo Cecchi,Tommaso Ragno, Antonia Truppo, Eugenia Costantini, Dario Iubatti, Barbara Ronchi, Remo Stella, Loris Fabiani, Federico Brugnone, Davide Giordano, Rino Marino, Giuliano Scarpinato
musicisti Luigi Lombardi d'Aquino (tastiere e direzione musicale), Ivan Gambini (strumenti a percussione), Alessio Mancini (flauti e chitarra)

Carlo Cecchi torna al Teatro Municipale con La dodicesima notte di Shakespeare, testo che permette di orchestrare un gioco attoriale straordinario, lavorando sull'essenza dei personaggi. Una commedia corale fondata sugli scambi di identità e di genere e sugli equivoci.
(...) Questo è il plot principale. Ma ce n'è un altro, forse più importante. È un plot comico e si svolge alla corte della Contessa: lo zio ubriacone e l'astuta dama di compagnia; un maggiordomo e un cretino di campagna che spasimano ambedue per la Contessa e, non poteva mancare, il fool. Malgrado la sua funzione comica, questo plot ha uno svolgimento più amaro: la follia che percorre la commedia, come in un carnevale dove tutti sono trascinati in un ballo volteggiante, trova il suo capro espiatorio nel più folle dei personaggi: il maggiordomo, un attore comico che aspirava a recitare una parte nobile, quella del Conte Consorte. L'amore è il tema della commedia; la musica, che come dice il Duca nei primi versi "è il cibo dell'amore" ha una funzione determinante. Non come commento ma come azione. La scena reinventerà un espace de jeu che permetta, senza nessuna pretesa realistica o illustrativa, il susseguirsi rapido e leggero di questa strana malinconica commedia, perfetta fino al punti di permettersi a volte di rasentare la farsa. (Carlo Cecchi)


Teatro Gioia
giovedì 5 marzo 2015 – ore 21 (Teatro Danza)

JESSICA AND ME  creazione, direzione, coreografia e interpretazione Cristiana Morganti

Cristiana Morganti

JESSICA AND ME

creazione, direzione, coreografia e interpretazione Cristiana Morganti
collaborazione artistica Gloria Paris
disegno luci Laurent P. Berger
video Connie Prantera
consulenza musicale Kenji Takagi
produzione il Funaro/Pistoia
realizzata in coproduzione con Fondazione I Teatri - Reggio Emilia

Lei vuole che io danzi, oppure vuole che io parli? Dietro questa domanda, rivolta da Cristiana Morganti ad uno spettatore, si cela una delle chiavi di lettura di Jessica and me. In questo suo nuovo spettacolo la storica danzatrice del Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch, giunta a un momento importante del suo percorso, si ferma a riflettere su se stessa: sul rapporto con il proprio corpo e con la danza, sul significato dello stare in scena, sul senso dell'"altro da sé" che implica il fare teatro. Ne risulta una sorta di autoritratto idealmente a due voci (Jessica and me) di efficace e spiazzante ironia, dove Cristiana rivela ciò che accade nel backstage del suo percorso professionale. Un puzzle di gesti, ombre, muscoli, tenacia, spavalderia, timidezza, ricordi e progetti.
Attrice e ballerina di irresistibile talento e di vivida comicità, la Morganti unisce una furia d'amazzone mediterranea all'innocenza stupefatta di un clown. Nello spettacolo Jessica and me Cristiana si mostra pronta a giocare col "dentro" e il "fuori" del teatro, ora tuffandosi nel movimento, ora osservando se stessa dall'esterno con humor feroce. La sfida sta nel ricostruire, lungo una confessione poetica e spiazzante, il filo della memoria, dal suo rapporto complesso con la danza classica (frequentata negli studi giovanili) fino all'incontro fatidico con Pina Bausch.
Leonetta Bentivoglio ("il Venerdi di Repubblica")


Teatro Municipale
martedì 21 marzo 2015 – ore 21 (Altri Percorsi)
OTHELLO, la H È MUTA...
consulenza registica Giorgio Gallione

Oblivion

OTHELLO, la H È MUTA...

gli Oblivion sono Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli
testi Davide Calabrese e Lorenzo Scuda
arrangiamenti musicali Lorenzo Scuda
al piano Denis Biancucci
consulenza registica Giorgio Gallione
produzione Il Rossetti - Teatro Stabile del Friuli Venezia-Giulia, Bags Live e Malguion srl

Instancabili e in continuo fermento creativo, i cinque Oblivion ritornano a Piacenza a grande richiesta con il nuovo lavoro Othello, la H e muta..., che ha debuttato il 17 agosto 2013 al prestigioso Ravello Festival che ne ha commissionato la creazione in occasione delle celebrazioni wagneriane e verdiane. Insieme da più di dieci anni, interpreti dell'irresistibile parodia I Promessi sposi in 10 Minuti (che su YouTube ha ormai superato tre milioni di visualizzazioni) e con centinaia di date al loro attivo, i cinque sono sempre richiestissimi da tutti i teatri italiani per la loro personalissima comicità che mixa la tradizione comica italiana e una preparazione tecnica vocale di indiscutibile qualita. In Othello, la H e muta... gli Oblivion demoliscono a colpi di grottesca ironia sia l'Othello di Shakespeare chel'Otello di Verdi in uno show in cui, oltre a cantare, recitano e si dirigono, con musiche tutte dal vivo e un soggetto unico. In novanta minuti il quintetto gioca a tutto campo con arie d'opera, canzoni pop, citazioni irriverenti e gag esilaranti. Le vicende di Otello, Desdemona, Cassio e Iago vengono rivisitate passando per Elio e le Storie Tese, Gianna Nannini, Lucio Battisti, Rettore, i classici Disney, l'Ave Maria (quella di Schubert ma non solo...), Little Tony, Pupo e molti altri. Nello stesso modo anche le arie di Verdi vengono riviste e mixate con il coro della Champions League, con Freddy Mercury, con l'Hully Gully, mentre i testi di Shakespeare vengono riscritti in stile Ligabue, Vasco Rossi, Dario Fo.


Teatro Municipale
martedì 24 e mercoledì 25 marzo 2015 – ore 21 (Tre per te - Prosa)

7 MINUTI  regia Alessandro Gassmann

Emilia Romagna Teatro/Teatro Stabile dell'Umbria/Teatro Stabile del Veneto

7 MINUTI

di Stefano Massini
regia Alessandro Gassmann
con Ottavia Piccolo
Paola Di Meglio, Silvia Piovan,
Olga Rossi, Maiga Balkissa,
Stefania Ugomari Di Blas, Cecilia Di Giuli,
Eleonora Bolla, Vittoria Corallo,
Arianna Ancarani, Stella Piccioni
scenografia Gianluca Amodio
costumi Lauretta Salvagnin
light Designer Marco Palmieri
musiche originali Aldo e Pivio De Scalzi
videografie Marco Schiavoni

7 minuti di Stefano Massini, basato su un episodio realmente accaduto in una fabbrica francese, è, in questo passaggio storico, il testo che andavo cercando. Parliamo di lavoro,di donne, di diritti, lo faremo dando voce ed anima a undici protagoniste operaie che ci permetteranno di raccontare con le loro diverse personalità, le paure per il nostro futuro e per quello dei nostri figli, le rabbie inconsulte che situazioni di precarietà lavorative possono scatenare, le angosce che il mondo del lavoro dipendente vive in questo momento. Il linguaggio di Massini è vero, asciutto, credibile, coinvolgente, molto attento e preciso nel descrivere i rapporti ed i percorsi di vita di undici donne, madri, figlie, tutte appunto diverse tra loro, ma capaci di raccontarci una umanità che tenta disperatamente di reagire all'incertezza del futuro. Ottavia Piccolo, Blanche, rappresenterà, tra questi undici caratteri, la possibilità di resistenza, il tentativo di far prevalere nel caos la logica, la giustizia, una sorta di "madre coraggiosa" tenta di indicare una via alternativa. Il disegno, descrivendone, in una scenografia iperrealista, tutte le diversità, emozioni, incomprensioni, tentando, come sempre, di amplificare le emozioni già presenti nel testo.
Alessandro Gassmann


Teatro Municipale
mercoledì 8 e giovedì 9 aprile 2015 – ore 21 (Tre per te - Prosa)

HOTEL PARADISO
regia Michael Vogel

Familie Flöz

HOTEL PARADISO

di Anna Kistel, Sebastian Kautz, Thomas Rascher, Frederik Rohn, Hajo Schuler, Michael Vogel e Nicolas Witte
con Anna Kistel/Marina Rodriguez Llorente, Sebastian Kautz/Matteo Fantoni, Frederik Rohn/Daniel Matheus, Nicolas Witte/Thomas Rascher
regia Michael Vogel
maschere Hajo Schuler, Thomas Rascher
scenografie Michael Ottopal
costumi Eliseu R. Weide
musiche Dirk Schröder
disegno Luci Reinhard Hubert
produzione artistica Gianni Bettucci
produzione Familie Flöz / Theaterhaus Stuttgart / Theater Duisburg

La scorciatoia per il paradiso passa per l'inferno. Strane cose accadono nel tranquillo Hotel Paradiso, un piccolo albergo di montagna gestito con pugno di ferro da un'anziana capofamiglia. Ci sono quattro stelle che orgogliosamente troneggiano sull'entrata e una fonte che promette la guarigione di malattie fisiche e psichiche. Ma si intravedono nubi all'orizzonte. Il figlio sogna il vero amore mentre combatte una dura battaglia con la sorella per mantenere il controllo sulla gestione dell'albergo. La donna del piano ha un problema di cleptomania e il cuoco ha una passione, quella di macellare, non solo animali... Quando il primo cadavere affiora, tutto l'albergo scivola in un vortice di strani avvenimenti. Fra le alte vette delle Alpi si aprono abissi da cui e impossibile fuggire. La chiusura dell'albergo sembra a questo punto solo una questione di tempo. Si sa, un cadavere non porta mai bene... Familie Flöz in versione noir, un giallo sulle Alpi pieno di umorismo, sentimenti travolgenti e un tocco di melanconia. Dalla Germania le maschere che mettono inscena piccolezze e grandezze dell'animo umano in un noir travolgente e surreale, grande successo internazionale. Poesia e puro divertimento.

 


 

Teatro Teatro Goia
venerdì 17 aprile 2015 – ore 21 (Teatro Danza)

DI FRONTE AGLI OCCHI DEGLI ALTRI  di e con Virgilio Sieni

Compagnia Virgilio Sieni

DI FRONTE AGLI OCCHI DEGLI ALTRI

Duetti improvvisati con ex partigiani

di e con Virgilio Sieni
violoncello Naomi Berrill
produzione Compagnia Virgilio Sieni, Theatre du Merlan scène nationale a Marseille
produzione realizzata per la prima volta in occasione del XXXII anniversario della strage di Ustica
un ringraziamento particolare a Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione parenti delle vittime
della strage di Ustica, e a Cristina Valenti
la Compagnia Virgilio Sieni è sostenuta da Ministero per i Beni e le Attivita Culturali e del Turismo - Dipartimento dello spettacolo dal vivo, Regione Toscana, Comune di Firenze

Lo spettacolo nasce su invito del Museo della Memoria di Bologna, nato come testimonianza e denuncia della tragedia di Ustica. È dunque partendo dall'esperienza commossa di Bologna che nasce l'intenzione di continuare questo percorso attraverso altre opportunita d'incontro. In ogni luogo verra richiesta la partecipazione di alcune persone, incontrate pochi minuti prima di andare in scena, esistenze che di volta in volta doneranno l'identità al percorso coreografico: esistenze chiamate a condividere e improvvisare questi attimi di trasmissione. La struttura del lavoro e dunque articolata in un passaggio da mano a mano che avviene tra Virgilio Sieni e gli ospiti, le persone coinvolte pienamente in danze adiacenti, a contatto, come risonanze continue dal di dentro, trame che di volta in volta si compongono rispetto alle persone. Tutto si riferisce da una parte al loro vissuto, agli avvenimenti che hanno tracciato, nel dolore e nella forza del resistere, la loro esistenza, e dall'altra nella capacita di vicinanza gestuale e di trasmissione "soffiata" nelle tracce del corpo.Il titolo dello spettacolo si ispira al libro di Susan Sontag Davanti al dolore degli altri, riflessione sul senso della bellezza nella fotografia come documento degli eventi tragici. 

Teatro Gioco Vita – Teatro Stabile di Innovazione 
Teatro Municipale
(Via Verdi 41 - 29121 Piacenza, tel. 0524.492251)
Il Teatro Municipale di Piacenza, inaugurato nel 1804, fu progettato da Lotario Tomba per una società di nobili piacentini a seguito dell'incendio che aveva distrutto il teatro ducale della Cittadella il 24 dicembre 1798. I lavori iniziarono nel settembre del 1803, e già il 10 settembre 1804 il teatro "Nuovo" fu inaugurato con grandi festeggiamenti che coinvolsero la città intera.
La sala piacentina – che conta oltre 1000 posti, fra platea, due ordini di palchi, due di galleria e uno di loggione – ha un impianto generale in stile neoclassico che ricorda la Scala di Milano. Tuttavia, diversamente dal progetto del Piermarini per il teatro milanese, che predispose la platea a forma di ferro di cavallo, Tomba progettò una pianta a tre quarti di ellisse, ritenendo tale impianto più rispondente alle leggi dell'ottica e dell'acustica.
Il Teatro si affaccia su via Verdi, ricca di palazzi settecenteschi, e su piazza Sant'Antonino. Quanto all'interno, al momento dell'apertura richiama lo stile neoclassico. Ma dopo poco più di vent'anni, nel 1830, le decorazioni interne richiesero un restauro e il nuovo allestimento venne affidato ad Alessandro Sanquirico, scenografo della Scala. Sempre nel 1830 fu costruita la facciata, ma il suo aspetto attuale è frutto della rielaborazione che Sanquirico fece dell'idea iniziale del Tomba, ridimensionandone l'influsso neoclassico.
La Stagione di Prosa del Teatro Municipale di Piacenza è organizzata dal 2003/2004 da Teatro Gioco Vita con la direzione artistica di Diego Maj.

 

Teatro Comunale Filodrammatici
(Via Santa Franca 33 – 29121 Piacenza, tel. 0523.315578)
Inaugurato nella sua nuova stagione il 25 ottobre 2000 dopo i lavori di restauro che hanno riportato platea e palchi all'antico splendore, può essere definito una presenza storica nel percorso culturale di Piacenza.
L'edificio di via Santa Franca, fu costruito nel cinquecento e svolse, nei secoli, funzioni ben diverse. La sua origine risale al 1549 quando le monache cistercensi di Santa Franca avviarono la costruzione di una chiesa all'incrocio tra via San Siro e via Solferino (l'attuale Via Santa Franca). Di fianco alla chiesa fu realizzato il convento per le monache attualmente trasformato in sede del Conservatorio.
In seguito alla soppressione del convento ordinata da Napoleone, l'edificio – comprensivo di chiesa e monastero – passò sotto l'egida del demanio, sino a quando Maria Luigia d'Austria lo concesse al Comune di Piacenza che lo destinò a usi militari. In seguito fu adibito a sede di una scuola di musica prima e di una tipografia poi.
Fu nei primi anni del 900 che la ex chiesa di Santa Franca fu convertita in teatro, con l'inserimento di una platea con loggiato e un ampio palcoscenico e la relizzazione della bella facciata, in stile Liberty, opera dell'ingegner Gazzola. Il Teatro dei Filodrammatici, inaugurato nel 1908, rimase attivo fino agli anni Ottanta. Poi la lunga e forzata chiusura per i lavori di restauro, che si conclusero solo nel settembre del 2000.
Attualmente il teatro può accogliere poco meno di 300 spettatori ed è gestito da Teatro Gioco Vita, che vi ospita una parte della programmazione della Stagione di Prosa "Tre per Te" del Teatro Municipale di Piacenza oltre alle attività del teatro ragazzi.

Teatro Gioia

Teatro Gioia
(Via Melchiorre Gioia 20/a – 29121 Piacenza, tel. 0523.1860191)
Nuovo spazio teatrale in via Melchiorre Gioia 20, inizia la sua programmazione con la Stagione Teatrale 2013/2014. L'immobile è di proprietà della Fondazione di Piacenza e Vigevano che, dopo averne curato il recupero, lo ha dato in locazione a Teatro Gioco Vita.
Il nuovo teatro ha sede nell'ex Chiesa dei Gesuiti, intitolata al Sacro Cuore e precedentemente alla SS. Trinità e poi a S. Francesco di Paola. La storia del tempio vede nascere la chiesa intorno al 1.000 ed essere oggetto di una serie di trasformazioni che ne fanno prima proprietà dei Benedettini di San Savino, poi dei Minimi di San Francesco di Paola, quindi teatro e magazzino in epoca napoleonica. Conserva la destinazione a teatro nel corso dell' Ottocento in cui viene ancora denominato "Teatro Romagnosi". La chiesa viene infine ceduta ai Gesuiti e restaurata assieme all'annesso convento tra 1887 e 1896.
L'edificio è composto da un'unica navata coperta a botte e ripartita da arcate su lesene di otto segmenti, tre per il presbiterio e cinque per la navata. La decorazione interna è molto ricca ed estesa a tutta la superficie muraria, sia delle pareti che delle volte. L'intervento sull'immobile è stato finalizzato al recupero per i cittadini di Piacenza di un edificio di pregio artistico e architettonico rendendogli la funzione di luogo pubblico deputato all'incontro e alla cultura che aveva rivestito in passato sia come chiesa legata alla scuola dei gesuiti, sia come teatro Romagnosi.
Il progetto di restauro è stato pensato per creare uno spazio aperto, polivalente e flessibile che può vivere allo stesso tempo come struttura tradizionale con palco e platea, come spazio per esposizioni, performance e creazioni itineranti, per spettacoli a pianta centrale o allestimenti che non necessitano di strutture sceniche fisse, laboratori, incontri, conferenze, proiezioni ecc.

TEATRO GIOCO VITA – Teatro Stabile di Innovazione
Via San Siro, 9 – 29121 Piacenza
t + 39 0523 315578
f + 39 0523 338428
ufficiostampaQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.teatrogiocovita.it

BIGLIETTERIA
Via San Siro, 9 – 29121 Piacenza
Orari di apertura:
settembre e ottobre 2013 dal martedì al venerdì ore 10-13 e ore 15-18, sabato ore 10-13; 
novembre e dicembre 2013 dal martedì al venerdì ore 15-18, sabato ore 10-13;
da gennaio a marzo 2014 dal martedì al venerdì ore 15-18; da aprile 2014 dal martedì al giovedì ore 14-17.
Il giorno dello spettacolo la biglietteria funziona unicamente nella sede della rappresentazione a partire dalle ore 19.
I singoli biglietti sono in vendita anche on-line al sito internet www.teatrogiocovita.it

ORARI E SEDI SPETTACOLI 
Le rappresentazioni iniziano alle ore 21 (salvo eccezioni legate alla programmazione del Festival "L'altra scena").

Per ulteriori informazioni e dettagli sui prezzi di biglietti e abbonamenti:

Stagione di Prosa www.teatrogiocovita.it/magazine16.pdf

Festival L'altra scena
https://www.dropbox.com/s/rwl143maia97bxw/brochure%20l%27altra%20scena%202014.pdf?dl=0

Ultima modifica il Domenica, 01 Novembre 2015 15:43
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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