Talento affermato fra i più apprezzati nel mondo, il soprano Eleonora Buratto ha mietuto meritati allori nel corso di un 2017 impegnativo, sui palcoscenici di tutto il mondo. Il 2018 la vedrà finalmente di nuovo protagonista anche in Italia, nell'ambito delle celebrazioni rossiniane, ma anche grazie ad un progetto discografico cui sta lavorando in questi mesi. Sul portale di Sipario racconta le emozioni e le sfide che affronta ogni giorno per amore dell'arte.
Si sta per concludere un 2017 ricco di soddisfazioni artistiche, ottenute in particolare all'estero. Cosa si porterà dentro di quest'annata così densa di esperienze e successi?
È vero, quello che sta per chiudersi è stato un anno straordinario che è iniziato nel mese di febbraio cantando Micaela nella Carmen della Lyric Opera of Chicago e si sta chiudendo alla grande ad Amsterdam dove canto Mimì per tutto il mese di dicembre. In mezzo c'è stata un'altra Mimì a Zurigo, un'altra Micaela a Madrid e un debutto di ruolo importante: sono stata Donna Anna al Festival di Aix-en-Provence. E non è tutto, visto che finalmente ho cantato sotto la direzione di Michele Mariotti, uno dei giovani direttori italiani più apprezzati. È anche un mio amico e da anni cercavamo l'occasione per lavorare insieme ed è arrivata dal San Carlo di Napoli, il programma era fantastico e mi ha permesso ben due debutti, Vier letzte Lieder di Richard Strauss e la Quarta Sinfonia di Mahler. Una grande emozione musicale, un'incursione nel sinfonismo che mi piace e mi arricchisce come musicista. Come se non bastasse, a settembre ho debuttato nello Stabat Mater di Rossini con i complessi corali e orchestrali del Teatro Real di Madrid diretti da Ivor Bolton. Qui l'emozione era vertiginosa, il capolavoro di Rossini cantato nella Cattedrale di Toledo. Quando canti in luoghi del genere, ti rendi conto che stai avendo un privilegio e dai il massimo.
Nel 2018 la vedremo calcare più assiduamente le scene italiane. Al centro dei suoi impegni professionali le celebrazioni rossiniane a Roma. Quali emozioni ci regalerà per questo importante appuntamento?
Sono felice di esibirmi nel mio Paese e soddisfatta di partecipare alle celebrazioni rossiniane. Canterò nello Stabat Mater diretto da Myung-whun Chung con l'Orchestra e il Coro dell'Accademia di Santa Cecilia, per tre sere consecutive, dal 27 al 29 aprile, al Parco della Musica. Il primo dei tre concerti verrà ripreso dalla Rai. È bello che l'anniversario così importante di un musicista che ha contribuito alla grandezza della musica come pochi altri e che è amato e rappresentato in tutto il mondo, venga proposto anche al più ampio pubblico televisivo. Aspetto questi tre concerti con una particolare impazienza, è un grande onore lavorare con i complessi di Santa Cecilia e un'occasione magnifica quella di essere diretta per la prima volta dal M° Chung.
Rispetto alle difficoltà che i teatri vivono in Italia, com'è la situazione del settore lirico all'estero? C'è una maggiore sensibilità da parte delle istituzioni pubbliche nel sovvenzionare e sostenere teatri e compagnie?
Purtroppo le differenze ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. Io ho un'agenda fitta per i prossimi anni, canterò soprattutto all'estero. Dappertutto, tranne che in Italia, programmano per tempo e si assicurano così i cantanti e i direttori desiderati. È chiaro che dipende dal fatto che all'estero hanno più soldi o forse più certezza delle entrate, però sono anche capaci di inventarsi strategie che fanno interagire il teatro con i mecenati. Ad Amsterdam a novembre, durante il periodo delle prove della Bohème, ho cantato con il collega Massimo Cavalletti durante un evento di fund raising dedicato ai grandi sponsor dell'Opera olandese. Ecco, io l'ho trovato molto simpatico, i donatori hanno potuto vedere e ascoltare in anteprima quello che viene fatto con il loro contributo, il teatro scintillava più del solito e tutti erano orgogliosi di lavorare per una causa necessaria.
I suoi prossimi ruoli dove la porteranno?
Qualche volta in Italia (inizierò il 2018 cantando Mimì al San Carlo di Napoli), più spesso all'estero. L'anno lo chiuderò debuttando al Covent Garden di Londra. In mezzo o subito dopo mi aspettano debutti esaltanti come quelli di Luisa Miller e di Elettra nell'Idomeneo di Mozart e altri che sto definendo proprio in questi giorni. Rispetto la mia voce e il pubblico, perciò intendo accettare solo i ruoli che al momento sono giusti per me. Al mio repertorio ogni anno aggiungo qualche nuovo ruolo, i prossimi traguardi saranno Fiordiligi, Maria Stuarda e Desdemona. Subito dopo, Elisabetta di Valois e Leonora. In mezzo, mi auguro, anche tanta musica per voce e orchestra.
Ha progetti discografici?
Uno a breve e al quale tengo moltissimo. Io e il pianista Nazzareno Carusi stiamo per incidere una scelta di Romanze di Tosti e di Alfano. Un repertorio bellissimo, profondo, su testi di poeti come D'Annunzio e Tagore. Io e Nazzareno, un pianista meraviglioso con il quale c'è un'intesa perfetta, abbiamo già debuttato questo programma alla Wigmore Hall di Londra e subito dopo lo abbiamo eseguito nella mia Mantova.