martedì, 23 aprile, 2024
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SIPARIO RECENSIONI: Lorenzato Micol

Menzionato Prosa - Micol Lorenzato

Alexis. Una tragedia greca - regia Enrico Casagrande e Daniela Nicolò
Pro Patria. Senza prigioni e senza processi - regia Ascanio Celestini
Danzica - regia Vasco Mirandola

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Alexis. Una tragedia Greca
Pro Patria. Senza prigioni e senza processi
Danzica

Alexis.Una tragedia greca Ideazione e regia Enrico Casagrande e Daniela Nicolò
con Silvia Calderoni, Vladimir Aleksic, Benno Steinegger, Alexandra Sarantopoulou e la collaborazione di Michalis Traitsis, Giorgina Pilozzi, Assistenza alla regia Nicolas Lehnebach, Fonica e interventi sonori Andrea Comandini
Produzione: Motus, ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione, Espace Malraux - Scène Nationale de Chambéry et de la Savoie - CARTA BIANCA, programme Alcotra coopération France Italie, Théâtre National de Bretagne/Rennes e il Festival delle Colline Torinesi
con il sostegno di Provincia di Rimini, Regione Emilia-Romagna, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Teatro Astra di Vicenza, 11 Novembre 2011
Mito e attualità s'incontrano in Alexis. Una tragedia greca, l'ultimo penetrante allestimento dei Motus, compagnia di ricerca tra le più attive nel sottosuolo sperimentale italiano ed internazionale.
Capace di ridisegnare spazi e citare l'antico con innovazione e originalità Alexis. Una tragedia greca lascia il segno nel cuore e nella testa dello spettatore.
L'androgina presenza di Silvia Calderoli, potente volto del gruppo, guida il pubblico tra i provocatori frammenti audiovisivi che alle sue spalle costituiscono uno sfondo scenografico continuamente mutevole. Verbo poetico, interviste, testimonianze e immagini della memoria (frutto di un'indagine sul campo) s'intrecciano alla rilettura di personaggi sofoclei, come Creonte e Polinice, tra i quali emerge la figura tragica di Antigone, archetipo di lotta e ribellione contro il potere.
La domanda: chi è Antigone per te oggi? diventa così il filo conduttore di un allestimento che oscillando tra azione extrateatrale, video-arte e reportage, riflette sul presente di un paese, la Grecia, martoriata dalla crisi economica e dalla violenza.
Si parte dalla mitica Tebe per raggiungere, nel cuore dell'Atene contemporanea, il quartiere di Exarchia. Qui, il 6 dicembre 2008, perse la vita Alexis (Alexandros-Andreas Grigoropoulos). Aveva solo quindici anni quando un proiettile esploso dalla pistola di un militare lo raggiunse al petto trasformandolo in un nuovo eroe-icona della gioventù ribelle soffocata nel sangue.
Tanta l'amarezza che scatena il sentir narrare la sua storia e quella di altri giovani come Alexandra Sarantopoulou, attivista greca e attrice d'eccezione nella pièce, incapaci di sottomettersi a un governo repressivo e ingiusto.
Specchio della realtà, l'affilata e toccante drammaturgia multimediale, costruita e diretta dalle due menti della compagnia Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, porta alla luce una verità scomoda taciuta dai media.
Il teatro torna così alle sue origini sociali diventando strumento di riflessione, che porta a una presa di coscienza collettiva e a una partecipazione (si spera) attiva.

Micol Lorenzato

Pro Patria. Senza prigioni e senza processi Di Ascanio Celestini
Regia Ascanio Celestini
con Ascanio Celestini
Teatro Verdi di Padova, 24 Febbraio 2012
Pro Patria è il grande ritorno di Ascanio Celestini a teatro. Dopo l'esordio per il grande schermo di "La Pecora nera", adattamento dell'omonimo testo teatrale sulla vita nei manicomi (presentato tra l'altro alla 67° Mostra d'arte Cinematografica di Venezia) torna nel suo ambiente naturale: il palcoscenico.
Romano de Roma, Celestini di rosso non ha solo il sangue ma soprattutto il cuore: comunista-socialista-marxista devoto, è riuscito in oltre un decennio d'attività ad elaborare un linguaggio personale poetico e rivoluzionario allo stesso tempo.
In questo suo ultimo spettacolo che scrive, dirige, interpreta, è solo in scena davanti ad una flebile e minuta scenografia. Nelle sue opere infatti sono le parole quello che contano così il poliedrico artista si esibisce in quello che meglio gli riesce: parlare da solo o, nel caso di Pro Patria, dialogare con un immaginario Giuseppe Mazzini.
Chiuso nella sua solitaria cella due metri per due Celestini è galeotto (finito dentro per aver rubato una mela e condannato all'ergastolo per aver contestato la sentenza e lo Stato) che ripercorre la storia dell'Italia unita per scrivere un discorso, il suo discorso. L'unica distrazione che gli è rimasta in una prigione che lo ha privato di tutto.
In un periodo in cui sembra la prassi celebrare i 150 anni d' Italia unita cercando l'omaggio facile, questo spettacolo riesce ad andare in profondità.
Frutto di una scrupolosa ricerca storica e di divertenti innesti comici, il monologo fluisce dalla bocca del protagonista come un fiume in piena, attraversando in lungo e in largo il bel paese martoriato, nell' Ottocento come nel nuovo millennio, dalle lotte per la libertà. Alle vicende dei grandi protagonisti del risorgimento (Giuseppe Garibaldi, Felici Orsini, Carlo Pisacane) si affiancano quelle dei dimenticati "militi ignoti". Tra un evento storico e l'altro si insedia così un riflessione sul presente e sulla realtà delle nostre carceri dove la quotidianità è regolata da "domandine", buona condotta e super vitto.
Un' emozionante viaggio nell' Italia di ieri e di oggi alla ricerca di un principio: "senza prigioni e senza processi". E di qualcuno che sappia dargli ascolto.

Micol Lorenzato

Danzica Progetto drammaturgico e allestimento: Colectivo tbt
Regia Vasco Mirandola
con: Marco Tizianel, Paolo Tizianel, Silvio Barbiero
Musiche Paolo Tizianel
Teatro Verdi di Padova, 24 Settembre 2011
Anche quest'anno il Premio Off anticipa l'appuntamento dei padovani con il teatro. Alla sua seconda edizione quello che è stato definito "l'Oscar veneto della nuova drammaturgia" continua a proporre una pregiata selezione di spettacoli innovativi e sperimentali legati a nuove realtà della scena locale.
Spicca nel programma Danzica del Colectivo tbt, un viaggio nella realtà delle nuove generazioni. Scritta da giovani (o da chi ancora lo si sente) per i giovani la pièce è incisiva e originale.
Sul palcoscenico solo l'essenziale: una scenografia minimale di un opaco candore che si staglia sulle tenebre delle quinte. E poi la luce. Protagonista. Fasci luminosi colorati creano emotivi effetti chiaroscurali e spezzano la bicromia dell'ambiente.
I tre protagonisti: Mao (Silvio Barbiero), Andrea (Paolo Tizianel) e Paolo (Marco Tizianel) si muovono catatonici nella loro triste e grigia città confidando al pubblico informazioni sulla loro personale malattia: la droga.
Già perché Danzica altro non è che la via dello spaccio "fast and easy" della loro Padova. Il luogo di perdizione dove anche dieci euro possono bastare per entrare in un mondo parallelo e felice. Si lasciano, si ritrovano e insieme si perdono, soli alla deriva in una quotidianità che si ripete ciclicamente.
Una babilonia di destini quella dei tre protagonisti che di giorno cercano di sbarcare il lunario con lavori deprimenti e monotoni e la sera si tuffano nella triste psicadelia di una nord est spento e attonito. Come attoniti rimangono certi spettatori frastornati dal vortice di parole che fluiscono, sconosciute. Slang metropolitani ed epiteti da bassi fondi s'intersecano in un dialogo serrato ed estremamente realistico.
Allora dieci, cento, mille applausi all'intero Colectivo per l'atto provocatorio e la volontà di toccare una tematica scomoda, e a colui che ha saputo dirigerlo al meglio: Vasco Mirandola. Uno che di teatro e di spettacolo live se ne intende. L'allestimento è dinamico, carico, parla anzi grida e a sentirlo ci siamo noi che ne capiamo il linguaggio. La giuria composta per la maggior parte da under 30 si dimostra entusiasta nei confronti di uno spettacolo che sfida la rigidità e la tradizione, all' insegna di un teatro che di contemporaneo non ha solo la data di nascita.

Micol Lorenzato

Letto 7185 volte Ultima modifica il Venerdì, 31 Agosto 2012 11:42
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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