ROSSI DI SERA Sono passati quarant’anni abbondanti da quando si gridava nelle piazze “Il regime borghese si abbatte e non si cambia”. Che fine ha fatto quella generazione? Sconfitta? Dispersa? Scomparsa? Rossi di sera racconta la storia dei componenti di un gruppo di ex-sessantottini: com’erano allora e come sono adesso, il “noi” di quegli anni e l’”io” di oggi, le speranze tinte di rosso e le odierne delusioni senza colore. La commedia è stata scritta senza risparmio di personaggi, di scene e di luoghi (interni ed esterni), pensando a una commistione di teatro e altri mezzi visivi (video, proiezioni digitali, cartellonistica, documentari, ecc.) aperta alle invenzioni registiche che mescolano per l’appunto tecniche teatrali e filmiche, documentaristiche, ecc. in una specie di caleidoscopio allegramente “schizofrenico”. Gli attori possono essere quindici o venti o trenta oppure ridotti al minimo, a solo due donne e a tre/quattro uomini che interpretano tutte le parti con cartelli identificativi (nomi, ruoli o simboli). Le scene collettive possono essere impostate con manichini o sagome e il cambio veloce, per l’appunto filmico, di quadri brevi può essere operato con inserti video preregistrati o anche in diretta o soltanto con elementi simbolico-didascalici che indicano le localizzazioni e descrivono le situazioni. Video e/o cartellonistica possono illustrare le indicazioni registiche annesse ai dialoghi. Come pure i costumi e i trucchi possono acquisire un carattere molto didascalico (barbe posticce, eschimo, maschere, ecc. che gli attori trovano già in scena e indossano e dismettono velocemente quasi parossisticamente). Anche gli arredamenti possono essere indicati con proiezioni pop sulle pareti di un ambiente neutro-base oppure solo accennati con simbologie elementari mutevoli (manifesti politici che diventano sul retro pubblicità, scaffali di libri che diventano contenitori di mercanzie, bandiere che diventano foulard, ecc.). Il montaggio sonoro può avere la stessa struttura (vagiti quando si parla di nascite, tamburi quando si parla di rivoluzione ecc) |
ROSSI DI SERA di Augusto Bianchi Rizzi
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