La figura del critico teatrale, il suo ruolo nel sistema teatro, la sua funzione sociale verso i pubblico, o meglio verso i suoi lettori, verso se stesso, questi aspetti hanno subito una evidente metamorfosi, se vengono rapportati a ciò che nel passato rappresentavano.
Le domande sorgono spontanee: quali cause, quali elementi hanno determinato questo cambiamento, questa trasformazione? Poiché le domande sono tante, vediamo di mettere insieme alcune risposte.
1. Il critico non è libero di svolgere il suo compito poiché dipende dal soggetto che gestisce il mezzo di comunicazione a cui collabora. Oggi questo soggetto, l'editore, ha totalmente, costretto dagli eventi, cambiato la sua strategia verso il pubblico a cui si vuole rivolgere, perché lo stesso pubblico, cambiando gli eventi sociali, cambiando per un ricambio generazionale, lo obbliga a nuovi approcci, che a loro volta modificano il rapporto editore-critico. Quindi questa aspetto è un punto importante per un primo condizionamento sul critico.
2. Le formule di comunicazione sono cambiate sia nella struttura linguistica, sia per lo spazio a disposizione per far vivere quello che dovrebbe essere l'operato del critico, sia nei tempi di percezione del lettore che hanno mutato nei ritmi, nella sensibilità; sia per l'invasione predominante del linguaggio per immagini che ha messo in secondo piano la parola e quindi le strutture del pensiero.
3. Il sistema produttivo degli eventi teatrali è totalmente cambiato: un tempo era dominato da atti privati, adesso è in mano alla Cosa pubblica, quindi dipendente dal sistema politico che la determina, la controlla. La presenza politica ha modificato tutti i rapporti di relazione tra i soggetti del Sistema Teatro, che sono: la produzione, che raccoglie a sua volta altri elementi quali autore, regista, interpreti; la distribuzione dell'evento teatrale che può essere stanziale (teatri stabili), può essere di giro (compagnie di tournée) può essere per manifestazioni particolari (festival, rassegne).
4. Questo nuovo sistema di far teatro ha messo in moto un nuovo approccio verso il critico, al quale viene richiesto a volte di essere inserito, non più come distaccato osservatore che esprime in maniera autonoma il suo pensiero, il suo giudizio, ma viene coinvolto nella costruzione comunicativa dei fatti: coinvolgimento con prestazioni su richiesta, e quindi retribuite, su momenti di approfondimento di un fatto teatrale; partecipazione a dibattiti pubblici su richiesta, anch'essi condizionanti del pensiero perché devono rendere conto di un equilibrio col committente; perché il dibattito può modificare la sensibilità del critico, la sua opinione. Insomma, tutti i punti elencati generano una modificazione interiore del critico. Una metamorfosi.
5. La formazione del critico di oggi passa attraverso modelli formativi diversi: dal cambio dei mezzi di studio, dominati dalla tecnologia, (leggi computer), dal mare di informazioni facilmente raggiungibili in tempi immediati (leggi Internet), dalla verifica in tempo reale dell'operato del critico che si avvale di questi nuovi mezzi.
6. L'emolumento, o meglio il riconoscimento economico della prestazione del critico, nella maggior parte dei casi è cambiato: sono pochi i critici assunti con stipendio dall'editore e, quindi, è cambiato quel margine di sicurezza che fortificava il pensiero del critico; poiché ora il mercato obbliga ad una maggiore disponibilità per prestazioni occasionali, ciò stempera le linee culturali e di giudizio del critico. Altri elementi di metamorfosi.
7. Il pubblico è cambiato per la diversità di informazioni che in tempo reale lo possono raggiungere con i nuovi media: radio, televisione, internet, google, e-mail, Facebook, Twitter, forum, chat, ecc. La nuova generazione di pubblico è diversa per struttura culturale del pensiero, per sensibilità, per tante altre cose di carattere sociale, troppo lunghe da elencare.
8. I generi teatrali sono cambiati: innovazioni strutturali di linguaggi, intrecci e contaminazioni di elementi creativi, dominanza di azioni gestuali, pantomimiche, di un teatro monologante, di narrazione, tutto ciò ha modificato la drammaturgia teatrale. Da un teatro di parola si è passati a linguaggi cosiddetti innovativi, contaminati. Il critico di teatro non sempre è preparato a questi cambiamenti; non sempre è in sintonia con questo modo di far teatro.
9. Concludendo: il critico, essendo plasmato, modellato, da tutti questi nuovi elementi messi in campo, non può che essere cambiato; e ammettere la sua metamorfosi.