L'incontro di due artisti, che abbiano affinità elettive, musicali, può produrre uno "scompiglio" della propria vita di essi, ma può creare anche una intesa intima, partecipata, che mette a "soqquadro" i propri percorsi personali e artistici, i propri progetti, per generarne altri.
E' quello che è successo al musicista e attore transfuga Claudio Borgianni e Vincenzo Capezzuto, ballerino navigato in enti lirici e compagnie di danza di chiara fama e cantante con particolari, quasi indefinibili, qualità vocali, difficilmente classificabili, ma indubbiamente vere, sincere, naturali. Da questo incontro nasce "Soqquadro italiano", ensemble di "musica- danza- gruppo creativo-teatrale" che partorisce un progetto innovativo, provocatorio, intrigante: cioè miscelare, contaminare, incrociare, intrecciare, plasmare, manipolare,insomma, musica e canzoni barocche che vanno dal '500 con musica e canzoni di successo contemporanee, anni '60, in un risultato organico, unitario. Una alchimia che determina anche una dialettica drammaturgica, una teatralità spettacolare fatta da sospensioni, groviglio di emozioni, amplessi tra stati d'animo, impasto di sentimenti. È ciò che abbiamo provato in questo progetto-viaggio da "Monteverdi a Mina", di Borgianni-Capezzuto, vissuto nella sera del 19 luglio, sotto il cielo stellato della Toscana, esattamente alla Foce di Val d'Orcia di Chianciano Terme, in programma nel festival "Incontri in terra di Siena"; festival al suo 26esimo anno di attività, diretto con sapiente sensibilità e competenza da Antonio Lysy, interamente sostenuto da sempre da un mecenatismo privato, senza aiuti e ingerenze di enti pubblici, libero da lacci e laccioli, e che si svolge dal 18 al 27 luglio, in diverse località senesi.
Il concerto-spettacolo vede in campo un complesso di numerose e forti capacità creative, per bravura e per la varietà di strumenti musicali messi in atto. Complesso composto, oltre a Vincenzo Capezzuto, voce "soprana", da (in ordine di locandina): Luciano Orologi, sax e clarinetti; Simone Vallerotonda, tiorba, chitarra barocca, chitarra battente; Giulia Nuti, clavi-liuto e flauto; Simone Prando, contrabbasso, Gabriele Miracle, percussioni e salterio.
Tutti meritevoli di applausi per l'eclettismo dimostrato. Regia musicale Claudio Borgianni.
Ma il perno su cui ruota l'evento è sul repertorio di canzoni interpretate da Vincenzo Capezzuto, abile modellatore di suoni, dal portamento armonioso, plastico, coinvolgente e carico di raffinata sensualità; repertorio che si articola da Francesco Corbetta a Giovanni Girolamo Kapsperger, da Gino Paoli a Claudio Monteverdi, da Roberto Soffici a Barbara Strozzi, da Francesco Cavalli, da Pietro Andrea Zani a Bruno Canfora, a Limiti, a Rinuccini, a Nobile, a Croce, a de Murcia, a Ortiz, consegnandoci uno spettacolo, perché di spettacolo eccezionale si tratta, nel cortile della Fattoria La Foce, di fronte ad un pubblico di varia umanità: inglesi, francesi, toscani, romani, napoletani, milanesi; i quali, numerosi e partecipanti, hanno salutato con una lunga e meritata ovazione gli artisti.