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(RACCONTA UNA STORIA) - "IL PEGGIO E’ PASSATO" di Gabriele Astolfi

IL PEGGIO E’ PASSATO
di Gabriele Astolfi

Quel giorno tutto doveva essere perfetto. La festa, la torta, gli invitati. Perfino Totò, il cane, avrebbe dovuto essere perfetto. Perciò era stato tolettato e profumato.
La vittoria sulla malattia di Silver era stata salutata con gioia da genitori e amici, dopo mesi di paura. Paura che il loro caro precipitasse nel gorgo di quel morbo infido e traditore fino a esserne sopraffatto. Un morbo che non assale il corpo ma l’anima, e che spegne tutte le luci che, nel buio, segnalano la strada della vita, non diversamente dalla pista di atterraggio di un aeroporto la notte, e la cui definizione è in una parola che oggi, quanto a sgomento, rivaleggia solo con la parola “cancro”: depressione.
Silver, prima di cadere in quella trappola mortifera, era uno che andava sempre di corsa, senza mai voltarsi indietro né guardarsi intorno. Senza mai fermarsi, che il fare ogni cosa di fretta era il ritmo normale della sua vita, quasi il senso della vita stessa, mezzo e fine a un tempo. Non sapeva cos’era la depressione. Ma neppure cos’era la tristezza o quel velo di malinconia, quella stretta al cuore, quel senso di vaga e, talora, pure dolce mestizia che a volte prende guardando un tramonto, o un vecchio, o gli occhi di un bambino, o lo sguardo triste di una donna, o senza alcun motivo.
Poi era scivolato dentro quelle sabbie mobili senza sapere come e perché. E una volta inghiottito da quella luce nera, senza più la capacità di muovere un dito o un’idea, era stato costretto a curarsi. Si era isolato dalla famiglia e dagli amici. E per mitigare la solitudine che si era imposto per non sentirsi giudicato, si era preso un cane.
Ed era venuto il giorno del suo compleanno. “Il peggio è passato.” aveva detto Silver ai convitati chiamandoli al telefono perché non mancassero alla celebrazione del suo anniversario.
La sera della festa gli ospiti si trovarono nella sua casa di campagna, tutta legni e travi a vista. Passarono dal cancello del giardino, che era aperto, e giunsero all’ingresso. Anche la porta di casa era aperta, e le luci in entrata accese, a condurre nell’ampio salone, con la tavola imbandita di ogni genere di tartine e dolciumi. Dolce e salato, come la vita. Dietro al salone, ad attendere i convitati, Silver, appeso per una corda a una trave, e sotto Totò, che guardava il suo padrone penzolare dall’alto, e lo perdonava del suo gesto.
“Il peggio è passato.” pareva dire la sua faccia “Ora sto bene.”

Ultima modifica il Sabato, 21 Marzo 2020 22:47
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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