Francesco De Gregori nasce a Roma il 4 aprile del 1951. Trascorre parte della sua infanzia a Pescara per poi fare rientro stabilmente nella capitale alla fine degli anni Cinquanta. A Roma frequenta il liceo classico Virgilio, dove vive in prima persona gli eventi e i fermenti politici del movimento studentesco del ’68. Fortemente ispirato dalla musica e dai testi di Fabrizio De Andrè ma anche successivamente dalle canzoni di Bob Dylan, De Gregori inizia ad esibirsi, appena sedicenne, al Folkstudio, presentato dal fratello maggiore Luigi, anche lui musicista. Nel piccolo locale di Trastevere, luogo prediletto dei musicisti di tutto il mondo di passaggio per Roma, esordisce come interprete. Il suo repertorio consiste in cover di Dylan e Leonard Cohen in italiano, brani di De Andrè, canzoni popolari italiane. A ciò aggiunge le sue prime composizioni che proprio in questo periodo comincia a scrivere.
Il Folkstudio è frequentato da altri giovani cantautori come Antonello Venditti, Mimmo Locasciulli, Stefano Rosso, Giorgio Lo Cascio, Paolo Pietrangeli; da jazzisti come Mario Schiano e Marcello Melis; da ricercatori ed interpreti di musica popolare come Giovanna Marini e Caterina Bueno, con la quale De Gregori farà una lunga tournèe in veste di chitarrista e alla quale dedicherà, anni dopo, la canzone Caterina, inserita nell’album Titanic.
Il 1970 è l’anno dell’esordio discografico. Theorius Campus vede De Gregori condividere con l’amico Venditti, anche lui al suo primo disco, questo lavoro ancora acerbo dove la canzone più interessante (almeno per quanto riguarda De Gregori) è Signora Aquilone. Nonostante il deludente riscontro commerciale di Theorius Campus l’anno successivo, grazie alla coraggiosa produzione di Edoardo De Angelis, Francesco De Gregori realizza, per la IT di Vincenzo Micocci, il 33 giri Alice non lo sa. La title-track Alice partecipa alla manifestazione “Un disco per l’Estate”, classificandosi ultima. Il disco ottiene comunque un discreto successo e conferma De Gregori come uno dei cantanti emergenti più amati dal pubblico giovanile d’avanguardia.
Nel 1974 esce l’intimo Francesco De Gregori, in cui trovano spazio canzoni assai personali, visionarie ed ermetiche. Fra i titoli spiccano Niente da capire, Bene, Cercando un altro Egitto. Allo stesso anno risale la collaborazione con Fabrizio De Andrè. La firma di De Gregori appare in cinque canzoni, fra cui La cattiva strada e Canzone per l’estate, che faranno parte di Volume VIII, il nuovo album del cantautore genovese.
Il 1975 è l’anno di Rimmel, album che contiene canzoni destinate a diventare classici della musica italiana. Rimmel, Pablo (scritta insieme a Lucio Dalla), Buonanotte fiorellino, Pezzi di vetro potranno vantare in futuro centinaia di esecuzioni dal vivo da parte del loro autore.
Bufalo Bill, del 1976, è definito dallo stesso De Gregori “il disco più riuscito”.
Tra i brani di spicco, titoli d’eccezionale bellezza come Atlantide, Santa Lucia, L’uccisione di Babbo Natale e la stessa Bufalo Bill.
Subito dopo l’uscita di Bufalo Bill De Gregori subisce, nel corso di uno spettacolo a Milano, una violenta contestazione da parte di un gruppo politico di estrema sinistra legato ad Autonomia Operaia. L’episodio va inserito nel clima di intolleranza creato in quel periodo dalle frange più estreme dei gruppi extraparlamentari che attraverso l’azione violenta nei concerti di massa (analoghi episodi avvennero con Lou Reed, Santana, Patti Smith), perseguivano l’intento di coinvolgere il pubblico giovanile e contemporaneamente di monopolizzare l’organizzazione e la gestione, anche economica, dei concerti. Qualche tempo dopo De Gregori, commentando l’episodio, dirà: “Per come si erano messe le cose avrebbero anche potuto spararmi: è stato un piccolo momento della strategia della tensione”.
Dopo un intervallo di due anni viene pubblicato, nel 1978, un nuovo album. De Gregori contiene altre canzoni memorabili come Natale, Raggio di sole, Due zingari e Generale, quest'ultima destinata a diventare famosissima.
Nel 1979 Francesco De Gregori torna ad esibirsi in pubblico. Insieme a Lucio Dalla e a un giovanissimo Ron porta negli stadi italiani un tour importante e di grandissimo successo, Banana Republic, che riapre l’epoca dei grandi concerti di massa dopo il periodo buio delle violenze e delle contestazioni. Dalla fortunata tournèe sono tratti un disco (oltre 500.000 copie vendute) e un film.
A breve distanza di tempo viene registrato in studio l’album Viva l’Italia, per il quale, con l’intenzione di fondere tra loro melodia italiana e sonorità internazionali, De Gregori si avvale della produzione di Andrew Loog Oldham (ex produttore dei Rolling Stones) e dell’apporto di ottimi musicisti statunitensi.
Il 1982 è l’anno di Titanic. La leva calcistica della classe '68, Caterina, I muscoli del capitano e L'abbigliamento del fuochista vanno così ad aggiungersi a un repertorio ormai consolidato.
Nel 1983 Francesco De Gregori pubblica la sua canzone forse più famosa, La donna cannone, ispirata da un articolo di cronaca che racconta la crisi di un circo ormai orfano del suo numero di maggior successo, fuggito per inseguire un suo grande amore. Nello stesso mini-album o Q-Disc (5 canzoni) vi sono Flirt, composta per un film con Monica Vitti, e La ragazza e la miniera.
Frutto della produzione di Ivano Fossati è Scacchi e Tarocchi del 1985, album con il quale De Gregori conclude il rapporto con la Rca. Al suo interno, tra le altre, La storia, la malinconica Ciao ciao e A Pa’, dedicata idealmente alla figura di Pier Paolo Pasolini.
Francesco De Gregori continua ad esibirsi fino al 1987, quando con l’album Terra di nessuno e con canzoni come Nero, I matti e Pilota di guerra, quest’ultima ispirata alla vita di Saint Euxupery, inizia a incidere per la Cbs.
Il disco successivo è Miramare 19.4.89 in cui l’ancora attualissima Bambini venite parvulos e altre canzoni come Dottor Dobermann e Cose, presentano un De Gregori in continua evoluzione. Dopo i tre album live Catcher in the sky, Musica leggera e Niente da capire (usciti nel 1990 contemporaneamente), nel 1992 l’autore romano si ripresenta ancora più maturo musicalmente con l’album Canzoni d'amore, prodotto da Vincenzo Mancuso e capace di alternare grande poesia (Tutto più chiaro che qui, Povero me) a episodi musicalmente più muscolari come Adelante! Adelante! e Viaggi & miraggi.
Dopo i due dischi dal vivo, Il bandito e il campione e Bootleg, giungono quattro lunghi anni di silenzio, durante i quali De Gregori s’improvvisa giornalista su l’Unità diretta da Walter Veltroni. Il ritorno sul mercato è del 1996, quando nell’album Prendere e lasciare, prodotto da Corrado Rustici, il pubblico di De Gregori scopre nuove sonorità e arrangiamenti più moderni e spiazzanti (L'agnello di Dio), a tratti lontani da quelle soluzioni acustiche di cui l’artista si era servito agli inizi della sua carriera. Ma nuova e spumeggiante è anche la ricerca sulla parola, presente in canzoni come Un guanto o Rosa rosae e Compagni di viaggio. Dal tour immediatamente successivo viene tratto un doppio cd impreziosito dall’inedita La valigia dell'attore, scritta per Alessandro Haber, da Dammi da mangiare, già cantata da Angela Baraldi e da Non dirle che non è così, struggente versione italiana di quella If You See Her, Say Hello che Bob Dylan aveva inserito nel suo Blood On The Tracks del 1975.
La raccolta Curve nella memoria (1998), destinata principalmente al mercato francese, raccoglie i maggiori successi pubblicati da De Gregori negli ultimi quindici anni per l’etichetta CBS SONY.
Amore nel pomeriggio, pubblicato nel gennaio 2001, inaugura per Francesco De Gregori il terzo millennio ed il quarto decennio di attività discografica.
L’album contiene 11 nuovi brani ed è prodotto da Guido Guglielminetti, da anni fedele collaboratore di De Gregori. In due brani ci sono collaborazioni eccellenti: in Il cuoco di Salò Franco Battiato, come arrangiatore e produttore; in Natale di seconda mano Nicola Piovani, premio Oscar per le musiche di La vita è bella di Roberto Benigni. Amore nel pomeriggio conquista la Targa Tenco in qualità di miglior album del 2001 e il titolo di miglior album pop/rock italiano al referendum di Musica & Dischi mentre a Il cuoco di Salò va l’Italian Music Award per il miglior testo.
A partire da marzo, dopo tre anni di assenza dai palcoscenici, De Gregori, sotto la direzione artistica di Guido Guglielminetti, affronta un nuovo tour, accompagnato da Paolo Giovenchi alle chitarre, Greg Cohen, già con Tom Waits, al basso e contrabbasso acustico, Alessandro Svampa alla batteria, Alessandro Arianti al piano e tastiere, Marco Rosini al mandolino e alla chitarra acustica, e, dopo 25 anni dalla sua ultima apparizione, Toto Torquati all’organo Hammond e tastiere. Il tour tocca con successo i maggiori teatri italiani e, dopo una breve pausa, prosegue fino a settembre dando vita al live album Fuoco amico – live 2001, pubblicato nel gennaio 2002.
Nell’estate dello stesso anno De Gregori intraprende un tour eccezionale insieme a Pino Daniele, Fiorella Mannoia e Ron. Il tour nasce dall’esigenza di verificare lo “stato dell’arte”, di questa arte “popolare” che è la musica italiana di qualità, attraverso un nuovo modo di proporla al pubblico, creando così un’eccezionale possibilità di spettacolo.
Questo il motivo per cui quattro tra i più rappresentativi esponenti della nostra “canzone italiana”, mettendosi in discussione, accettano la sfida di fondersi in un progetto finalmente unico che, nell’estate del 2002 attraversa le nostre più belle piazze e siti storici, andando incontro alla “gente”, vera e unica destinataria di tanti successi che in questo eccezionale tour vengono riproposti in uno spettacolo articolato che, insieme agli spazi di approfondimento di ciascun artista, offre grandi ed inedite esecuzioni d’insieme. Un evento che fa sentire e vedere alcune tra le più belle canzoni di oggi, eseguite insieme, nell’intenzione di offrire al pubblico un’unica, eccezionale e difficilmente riproponibile, occasione di emozioni. L’evento viene documentato dal doppio live album In Tour, pubblicato nel novembre 2002.
Nello stesso periodo esce nei negozi Il Fischio del vapore, l’album di Francesco De Gregori e Giovanna Marini contenente alcune fra le più grandi canzoni popolari italiane riarrangiate per l’occasione ed interpretate a due voci.
Fra i titoli, oltre a Bella Ciao nella versione originale, anche Sacco e Vanzetti, I treni per Reggio Calabria, L’abbigliamento di un fuochista e Il tragico naufragio della Nave Sirio. L’album ottiene un grandissimo successo superando le 150.000 copie vendute.
Nel novembre dell’anno successivo escono in contemporanea Mix e Mix Film, un doppio cd e un dvd che, senza ubbidire a cronologie o a qualsiasi altro criterio di compilazione, offrono in 31 brani per due ore e mezzo di musica e quasi altrettante di immagini, il ritratto forse più completo e veritiero di un artista nel pieno della sua maturità, libero di esprimersi tra il suo corposo passato (La donna cannone, Pablo, Alice, Rimmel, Pezzi di vetro, Generale, Niente da capire, Bufalo Bill, Viva l’Italia, Viaggi e miraggi ecc.), e un presente che è anche all’insegna del divertimento di scoprirsi interprete di una inconsueta A chi in versione rock-blues (la celebre hit portata al successo da Fausto Leali negli anni ’60). Mix contiene inoltre un nuovo tribute a Dylan dopo Non dirle che non è così: questa volta si tratta di Come il giorno, cover di I Shall Be Released. Mix Film è la parte “visiva” della stessa medaglia: “Un lungo viaggio musicale attraverso i concerti di Francesco De Gregori” come recita lo strillo di copertina del dvd. Brani da diversi concerti, alcuni videoclip (tra cui il bellissimo montaggio di animazione realizzato da Vincenzo Mollica per La donna cannone), e tre contributi speciali compongono questo documento pensato come un lungo piano sequenza estraneo a qualsiasi idea di patinata “ufficialità”.
25 marzo 2005: esce Pezzi, il nuovo, atteso, album a quattro anni di distanza da Amore nel pomeriggio e trenta da Rimmel. Un titolo volutamente privo di chiavi di lettura con soltanto (forse) uno scarno riferimento ad un mondo sgangherato e feroce che nessuna politica sembra più poter salvare come nella spietata Vai in Africa Celestino, il primo dei dieci titoli che compongono l’album. “Una canzone”, dichiara De Gregori “sull’antinferno e sul libero arbitrio”. Pezzi sorprende per l’immediatezza dei suoni e degli arrangiamenti che appaiono più che mai figli della dimensione live, la prediletta dall’artista: “È la prima volta”, dice Francesco, “che un mio disco suona esattamente come suonerà dal vivo con la mia band”. Un lavoro che per la sua cruda sincerità, per la tensione emotiva che lo percorre e per l’urticante realismo dei testi non può che riappropriarsi di un linguaggio decisamente rock, lontano dall’estetica pop come da qualsiasi tentazione cantautorale. Tanti “pezzi” di un puzzle che nell’ascolto si compongono e scompongono velocemente al ritmo serrato di una voce sempre più corrosiva e di un’ispirazione che proietta una fortissima luce di novità su dieci canzoni destinate ancora una volta a lasciare il segno.
Francesco De Gregori
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