"Si nota all'imbrunire" commuove
il pubblico attempato del Festival
Il tema della solitudine è di una attualità imbarazzante. E ogni anno che ci passa davanti ci avvicina sempre più a questa "solitudine sociale" come viene definita nello spettacolo di Lucia Calamaro, "Si nota all'imbrunire", di cui è autrice e regista, interprete principale ideale Silvio Orlando, attorniato da altrettanti bravi attori quali Riccardo Goretti, Roberto Nobile, Alice Redini, Maria Laura Rondanini.
Lo spettacolo della Calamaro, già in giro per festival, lo si potrà apprezzare anche durante la stagione autunnale.
La trama racconta della visita di fine settimana dei figli di Silvio (Alice, Riccardo e Maria e del fratello Roberto) che vive in solitudine nella casa di campagna, per onorare i dieci anni della morte della propria moglie.
La Calamaro ha costruito due atti drammaturgicamente impegnati sul versante del tema, riusciti, ma strutturalmente discontinui sia per una logorroica verbosità, sia per i troppi monologhetti che affida ad ogni personaggio che allontanano l'atmosfera pregnante della solitudine di Silvio. Infatti, quei monologhetti, recitati frontalmente al pubblico, obbligano alla staticità scenica dell'interprete principale, gettano un rallentamento di ritmo alla commedia, (e una bella sforbiciata l'autrice-regista, farebbe bene a farla).
La recitazione naturalistica degli attori, anche se sostenuta da amplificazione, peccato, è coinvolgente, consente a ciascuno di essi di esprimersi anche su sfumature dialettali: Silvio Orlando con la sua voce grumosa, raggiunge momenti intensi di isolamento dagli altri, commoventi, ha i tempi giusti nel dialogare, negli interventi, e molte volte alcune battute diventano ludiche, ironicamente comiche, che coinvolgono il pubblico. Il di lui fratello Roberto, gli fa da spalla con sagacia, il figlio Riccardo, diverte per il suo atteggiamento contestatorio, le due figlie Alice e Maria, sono efficaci; soprattutto l'aspirante poetessa, copiatrice di due poeti, Giorgio Caproni e Sandro Penna, che affabula con ritmi serrati.
La scenografia di Roberto Crea, non evoca affatto la campagna in cui vive Silvio, ma è neutrale, asettica, ma funzionale ai cambiamenti di situazioni.
Il pubblico, attempato, del teatro Caio Melisso di Spoleto, esaurito in ogni ordine di posti di platea e palchetti, alla pomeridiana del giorno 13 luglio, ha accolto con vivo entusiasmo l'opera della Calamaro, poiché, in quelle due ore di teatro, ha sconfitto la propria solitudine, applaudendo insistentemente.
Mario Mattia Giorgetti
Si nota all’imbrunire
di Lucia Calamaro
con Silvio Orlando
e con Riccardo Goretti, Roberto Nobile, Alice Redini, Maria Laura Rondanini
scene Roberto Crea
costumi Ornella e Marina Campanale
luci Umile Vainieri
regia Lucia Calamaro
produzione Cardellino srl
in coproduzione con TSU Teatro Stabile dell'Umbria
in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia
assistente alla regia Diego Maiello
assistente scenografo Michele Gigi
capo macchinista Luigi Flammia
capo elettricista Valerio Peroni
fonico Gianrocco Bruno
sarta Lorella Santori
scenotecnica Retroscena
service luci Fonolight
service audio dal Vivo
trasporti Emanuele Fragaria
foto Claudia Pajewski
consulenza organizzativa e amministrativa Teresa Rizzo
organizzazione generale Maria Laura Rondanini
spettacolo presentato nell'ambito del protocollo d'intesa tra Fondazione Campania dei Festival - Napoli Teatro Festival Italia e Festival dei Due Mondi di Spoleto.